Siccità, Giani annuncia: faremo legge regionale per invasi e bacini

Una legge regionale che preveda  delle nuove norme per favorire la realizzazione di invasi, laghi, contro la  dispersione, per combattere la siccità: l’ha annunciata oggi il presidente della Regione toscana, Eugenio Giani

Di fronte alla siccità che propone una situazione molto difficile per la nostra agricoltura e per il nostro modo di vivere  è chiaro che il problema dei cambiamenti climatici si propone in tutta la sua evidenza per il caldo e per il clima torrido che si sta determinando quest’anno. Noi come Regione Toscana vogliamo approfondire, fissando con una legge delle nuove norme che tendano a favorire la realizzazione di invasi, laghi, di realtà che possano raccogliere le acque e non vedere l’eccesso di dispersione che c’è attualmente” lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, annunciando un a legge ad hoc “che possa favorire la realizzazione di bacini, invasi e punti di raccolta acqua” per contrastare la siccità” attraverso la ritenzione  delle acque, in maniera, dice Giani “che si  possa consentire un maggior utilizzo a fini agricoli e per altri usi civili”.

Intanto, a proposito di siccità, proprio oggi il sindaco di Borgo a Mozzano (Lucca), Patrizio Andreuccetti, ha firmato un’ordinanza per ridurre al massimo l’utilizzo di acqua potabile. Con l’ordinanza si fa divieto assoluto di utilizzare l’acqua dell’acquedotto per usi diversi da quelli igienico-domestici da domani, 22 giugno, fino al 30 settembre.

Un’iniziativa, spiega il Comune, presa per contenere gli effetti disastrosi della siccità che da settimane interessa il territorio e dalla necessità di tutelare le riserve di acqua potabile. È in particolare vietato l’uso e il consumo dell’acqua potabile per le attività non strettamente necessarie come lavare l’auto, annaffiare orti e giardini o riempire le piscine, pubbliche o private.

Ali, Autonomie Locali Italiane, in collaborazione con Rete dei Comuni Sostenibili, ha invece lanciato la campagna di sensibilizzazione contro gli sprechi dell’acqua e sull’uso consapevole delle risorse idriche.

«L’acqua è un bene prezioso e limitato – ha spiegato il presidente di Ali Matteo Ricci -. Le temperature aumentano e le piogge diminuiscono, un’emergenza climatica che causa nel nostro Paese una forte siccità, che compromette in particolare le lavorazioni agricole. Un problema che si aggrava maggiormente se si pensa che in Italia si sprecano, per cause varie, oltre 100mila litri al secondo, circa 9 miliardi di litri al giorno».

In attesa del Dl Siccità, in arrivo dal governo Draghi, «lanciamo un appello alle Amministrazioni locali per promuovere campagne di informazione nelle loro città, per un utilizzo più responsabile volto al risparmio dell’acqua in tutti i territori. Inoltre invitiamo il governo a valutare lo stato di emergenza per la siccità». «L’acqua è poca, non sprecarla». È quindi l’appello del presidente di Ali Matteo Ricci, che riprende il manifesto ‘grafica di pubblica utilità’ realizzato da Massimo Dolcini, tra i protagonisti della storia della grafica e della comunicazione italiana, che nel 1971 avvia un rapporto di consulenza e produzione grafica con il Comune di Pesaro.

Uccide ladro: Zingaretti, ‘difendetevi da soli’non è soluzione

“I cittadini devono pretendere che lo Stato si occupi della loro sicurezza” sono le parole del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti riguardo all’omicidio del rapinatore da parte del gommista Fredy Pacini

“Le forze dell’ordine sono degli eroi e fanno di tutto, ma la soluzione non può essere quella di dire alle persone ‘difendetevi da soli’. Deve esserci la pretesa da parte dei cittadini che sia lo Stato a difenderci e quindi, se c’è bisogno di sicurezza urbana, lo Stato la rafforzi perché, ripeto, non è accettabile che una persona sia così alla mercé dell’insicurezza. E’ anche sbagliato il messaggio di dire ‘noi non ce la facciamo, compratevi una pistola e pensateci voi'”. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commenta l’uccisione di un rapinatore da parte di un gommista a margine della conferenza dei servizi al Viminale sull’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

“Credo che il ministro dell’Interno, quando si scopre che un imprenditore ha subito trentotto rapine in una piccola città come Arezzo – ha continuato – dovrebbe immediatamente prendere la macchina, andare lì e capire come una cosa del genere possa avvenire e come, grazie alla collaborazione dello Stato, questo non accada mai più a nessun imprenditore che possa essere rapinato trentotto volte di seguito. A questo serve il ministro dell’Interno”.

Sull’argomento è intervenuto anche Giuseppe Civati, fondatore di Possibile: “La strumentalizzazione di quanto accaduto a Monte San Savino, ad Arezzo, è intollerabile. Perché si tratta di una doppia tragedia: per la vittima e per l’uomo che ha sparato. Il ministro dell’Interno Salvini è tenuto a garantire la sicurezza dei cittadini, non a fare le sfilate in seguito a fatti terribili. La riforma della legittima difesa, richiesta dalle destre, poco c’entra con la lotta alla criminalità. Per quello servono politiche serie, non le felpe e i tweet pieni di propaganda”.

“Non si può più accettare – aggiunge Civati – che chi guida il Viminale abbia questo comportamento. Piuttosto inizi a fare il proprio lavoro: aumentare il livello di sicurezza. Un cittadino che spara è sempre una sconfitta per lo Stato. Ed è una grande sconfitta per il ministro che deve provvedere a tutelare gli italiani”.

“Non è possibile che il ministro degli Interni invece di mandare la polizia a prendere i ladri esulta se qualcuno spara ai ladri: questo significa il fallimento dello Stato”. Lo ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e neo presidente di Legautonomie: è stato eletto oggi a Viareggio (Lucca) dove fino a domani è in programma il congresso dell’associazione delle autonomie locali.

“Allo stesso tempo non è possibile che scarichi sui sindaci le contraddizioni della sua propaganda – ha proseguito Ricci -: nei prossimi giorni e nelle prossime settimane grazie al decreto insicurezza avremmo più persone senza diritti, senza controlli, persone meno integrate il che renderà le nostre città assolutamente meno sicure. Per questo serve una reazione pragmatica ma anche culturale”.

“In Italia fino adesso c’è stato troppo lassismo nei confronti degli aggressori e di chi entra nelle nostre case”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

“C’è stata la tendenza – ha aggiunto la Bongiorno – ad essere sempre attenti al tema della difesa. Sono contrarissima all’attuale legge sulla legittima difesa perché pretende che il soggetto aggredito debba fare una sorta d’indagine prima di poter reagire, cioè deve vedere se c’è un imminente pericolo. Quindi di notte una persona che sente dei passi in casa dovrebbe scrutare tutte le stanze e capire in che posizione sia l’aggressore. Questo è impensabile. È chiaro che tutto questo porta alcune persone a pensare che in Italia ci sia terreno fertile per rubare e fare rapine”.

“Credo sia necessario – ha sottolineato la Bongiorno – creare una legge chiara in cui tutelare l’aggredito e non l’aggressore. Con questa misura diamo anche un messaggio chiaro a tutti coloro che pensano di venire in Italia indisturbati, entrare in casa altrui e compiere 38 furti come è accaduto ad Arezzo. Il principio è che sbaglia chi entra nella casa altrui. Chiunque dunque entra in casa di altri per rubare, violentare e uccidere deve accettare le conseguenze. Spero nei primi mesi del 2019 che questa nuova norma possa diventare legge”.

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