Svastiche naziste su sede Anpi Carrara

Carrara, la sede dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) è stata imbrattata la notte scorsa da svastiche naziste, vergate con bomboletta spray nera sulle targhe del cancello.

La sede dell’Anpi si trova in un edificio del centro della città ed ospita anche la filarmonica cittadina dedicata a Giuseppe Verdi.

Il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, ha espresso solidarietà all’Associazione dei Partigiani: “Esprimo a nome mio e dell’Amministrazione comunale la più forte indignazione per il vile attacco subìto dall’Associazione a cui va la nostra più sentita solidarietà.

Non si tratta solo di un attacco all’Associazione dei Partigiani ma anche a tutta la nostra città, medaglia d’Oro al Valor Civile, e ai valori costituzionali nati dalla Resistenza al nazifascismo”

Carrara: forza blocco e investe maresciallo, ricercato

Ricerche in corso a Carrara e nella provincia circostante, di un malvivente che ieri sera ha forzato con l’auto un posto di blocco dei carabinieri e, durante la manovra spericolata, ha investito un maresciallo dell’Arma, poi medicato all’ospedale di Marina di Massa per una ferita alla spalla.

Secondo quanto riportano stamani i giornali locali, sarebbero stati sparati almeno due colpi di pistola, sembra in aria, per convincere il malfattore a fermare la fuga. Gli spari sarebbero
stati riferiti da testimoni ma su questo aspetto sono ancora in corso gli accertamenti degli investigatori. Dopo le cure al pronto soccorso, il sottufficiale è stato
dimesso.

Il malvivente era ricercato per una serie di furti su auto in sosta di proprietà di ciclisti che ieri partecipavano ad una gara tra Carrara e Massa.

“Ho già espresso telefonicamente la mia solidarietà, la mia vicinanza ed il mio affetto al comandante della Stazione dei Carabinieri di Avenza, luogotenente Filippo Mirabella che ho avuto occasione di conoscere e di apprezzare, durante la mia attività di magistrato, per la sua professionalità, per il suo impegno e per il suo coraggio. Sono fiducioso nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine che sapranno consegnare alla Giustizia gli autori del reato”. Lo dichiara il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, riguardo all’episodio di Carrara. “Il tema della sicurezza sarà per me una priorità – ha aggiunto – e continuerò nel lavoro fatto in questi anni di Governo durante i quali abbiamo inasprito le pene dei reati di furto in abitazione e rapina, lavorato per rendere il processo penale rapido e per garantire la certezza della pena. Il mio impegno sarà quello di fornire mezzi, risorse, personale alle forze dell’ordine per rafforzare il controllo del territorio renderlo capillare anche attraverso un sistema di vide sorveglianza”.

10.000 euro in banconote false, falsari in manette a Massa

Le indagini sono risalite sino alla stamperia, situata a Milano. Gli inquirenti hanno portato alla luce un traffico di falsi a livello nazionale. L’inchiesta era partita nel 2016 e in questi due anni ci sono stati altri 4 arresti.

Oltre 400 banconote false, per un valore di 10 mila euro, e quattro ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e una ai domiciliari) ai ‘commercianti’ delle valute contraffatte che sono stati colti in flagranza di reato: è il risultato di un’operazione condotta dalla squadra mobile di Massa Carrara e dalla guardia di finanza, nell’ambito di una operazione coordinata dalla procura di Massa Carrara.

Gli arrestati, tutti residenti tra Massa, Lucca e La Spezia, sono due venditori ambulanti di frutta e verdura, un ristoratore, e un cittadino straniero disoccupato che è finito ai domiciliari. Le indagini hanno portato a scoprire la stamperia del denaro falso, che si trovava a Milano, dalla quale partivano corrieri con l’incarico di vendere le banconote false agli acquirenti, sparsi per tutta Italia. Gli acquirenti acquistavano tagli da 50, 20 e 10 euro, che pagavano, con soldi veri, rispettivamente 20, 4 e 2 euro.

Le false banconote, molto veritiere ma con lo stesso numero di serie, venivano poi rivendute ai ‘commercianti’ che le immettevano sul mercato. I soldi viaggiavano da nord a sud, passando per Massa Carrara, su furgoni carichi di frutta e verdura, nascosti nelle sponde del mezzo o dentro giocattoli per bambini, per lo più puzzle. Nelle intercettazioni i ‘commercianti’ parlavano di ‘casse di meloni’ riferendosi ai 50 euro, di ‘finocchi’ per identificare i tagli da 20 euro e di ‘fragole’ per i pezzi da 10.

L’inchiesta era partita nel 2016 e in questi due anni ci sono stati altri 4 arresti: il primo, a Massa, di due acquirenti che avevano appena ricevuto una ingente somma direttamente dalla stamperia milanese. Il terzo arresto è avvenuto sulla strada della Cisa, quando la polizia stradale fermò un furgone con a bordo un corriere che aveva nascosti 5000 euro falsi, mentre un altro corriere fu fermato poco dopo a bordo di un treno.

Carrara vuole riqualificare cave dismesse

Questo l’intento del sindaco di Carrara Francesco De Pasquale. La giunta comunale ne ha fatto il punto centrale del proprio programma di governo. Lo stesso sindaco ha effettuato dei sopralluoghi per verificare l’applicabilità del progetto.

Recuperare le cave dismesse per un loro nuovo utilizzo da un punto di vista ludico, culturale e turistico. E’ uno dei progetti centrali nel programma della giunta guidata dal sindaco di Carrara (Massa Carrara) Francesco De Pasquale.

De Pasquale ha voluto rendersi conto di persona della possibilità di una concreta realizzazione di questa iniziativa e ha effettuato un primo sopralluogo alla cava n.1 ‘Canal d’Abbia’, nel bacino di Pescina-Boccanaglia, interamente inserita nel parco e dismessa, a un’altitudine di circa 920-930 metri e alla cava n. 2 ‘Boccanaglia A’, ancora in attività.

Accompagnato dagli assessori all’ambiente Sarah Scaletti e all’urbanistica Maurizio Bruschi e da alcuni dipendenti, il sindaco ha voluto dare il via al percorso che porterà a un nuovo utilizzo dei bacini dismessi al fine di esaltarne le potenzialità da un punto di vista paesaggistico, turistico e ricreativo.

Si tratta di un progetto ambizioso che è entrato in una fase operativa, ma che prevede tempi lunghi per la sua realizzazione dato che le difficoltà non sono certo poche. Il bacino di Campocecina, spiega una nota, sembra il più idoneo a questa vocazione caratterizzata dalla possibilità di un utilizzo finalizzato ad ospitare iniziative turistiche e culturali: oltre a comprendere cave che sembrano teatri naturali con panorami unici al mondo, la zona di Campocecina si trova al di fuori del complesso estrattivo, quindi, presenta minori problemi, come ad esempio quelli legati alla viabilità nell’ottica di una futura implementazione della fruizione turistica.

Inchiesta Lunigiana: Cassazione, resta in carcere brigadiere

Il brigadiere arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Massa sui presunti pestaggi all’interno delle caserme, rimarrà in carcere. Sull’uomo pesano 20 capi di imputazione, è considerato il leader del gruppo di violenti.

Resta in carcere il brigadiere dei carabinieri arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Massa sui presunti pestaggi, abusi e violenze che avvenivano all’interno delle caserme di Aulla e Licciana Nardi (provincia di Massa Carrara).

Lo ha deciso la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dal legale del militare, l’avvocato Gian Paolo Carabelli, e confermando così lo stato di carcerazione del brigadiere, su cui pesano oltre 20 capi di imputazione, tra cui concussione, lesioni, omessa denuncia, favoreggiamento, abuso di ufficio, violenza sessuale.

Il brigadiere, considerato il leader del gruppo che operava in Lunigiana, è in carcere da giugno 2017. L’inchiesta, che si è chiusa ad ottobre scorso, vede indagati complessivamente 37 carabinieri (otto furono raggiunti da misure cautelari: il brigadiere in carcere, altri tre carabinieri ai domiciliari, gli altri sospesi dal servizio e con divieto di dimora). Tra gli indagati anche l’ex comandante provinciale di Massa Carrara, Valerio Liberatori. La procura non ha ancora formulato la richiesta di rinvii a giudizio.

Incendio in una palazzina, tre famiglie evacuate

Le fiamme hanno avvolto una palazzina a Montignoso, comune in provincia di Massa Carrara. All’origine del rogo, secondo i vigili del fuoco, un fornello rimasto acceso in cucina. Sindaco evacua tre famiglie.

Un incendio, avvenuto a Montignoso, comune in provincia di Massa Carrara, ha interessato l’interno di un appartamento di una palazzina di tre piani. All’origine del rogo, sviluppatosi stamani, secondo i vigili del fuoco intervenuti sul posto, un fornello rimasto acceso in cucina. Sono in corso accertamenti.

L’immediato intervento dei vigili del fuoco ha comunque circoscritto le fiamme alla sola cucina dell’appartamento al primo piano, impedendo che l’incendio si propagasse negli altri tre locali.

Nonostante questo il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti, con i tecnici del comune e gli stessi vigili del fuoco, ha preferito far evacuare la palazzina intera, dove abitano tre nuclei famigliari, per effettuare accertamenti sui solai e i pavimenti dell’immobile. Le famiglie hanno trovato sistemazione in casa di parenti e amici, anche se il comune si era reso disponibile a fornire alloggi di emergenza.

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