Sambuca, Giardino “Mastodontico”: inaugurazione del nuovo spazio “incantato”

Apre domenica 22 aprile alle ore 16.30 il giardino “Mastodontico” di Sambuca: dalla preistoria ai frutti della tradizione, un nuovo stile outdoor invita ad esplorare il lungo Pesa; una festa musicale con la partecipazione della Bandaccia di Marcialla per l’inaugurazione.

Un giardino incantato lungo il fiume dalle origini preistoriche: è il nuovo spazio all’aperto che il Comune mette a disposizione delle famiglie per ritrovarsi, socializzare e condividere il tempo libero in un’area arcaica del territorio.

Tradizioni e frutti antichi si concentrano nel Parco dell’Abate, un’ampia zona a verde, estesa su 3mila metri quadrati dove la preistoria e la vita animale che abitava la Valdipesa milioni di anni fa, come il celebre Mastodonte, antenato dell’elefante, incontrano la natura contemporanea, tra i nuovi percorsi sensoriali aperti e accoglienti di Sambuca.

Le piante parlano di identità locale e narrano le origini e i frutti della terra, che connotano con i loro profumi e i loro sapori, le diverse stagioni dell’anno e scelgono una delle zone di maggior pregio del Chianti per entrare in contatto con lo stile outdoor della frazione tavarnellina.

Dall’utilizzo della cassa di espansione alla realizzazione di un parco urbano e di un’area naturalistica che risponde alla necessità di ampliare le opportunità del territorio invitando famiglie e visitatori a riscoprire e vivere il lungo Pesa, esplorare boschi e ambienti tipici del paesaggio fluviale del Chianti. Si è conclusa l’opera che ha mirato alla realizzazione di un ampio parco in via San Giovanni Gualberto, antistante il complesso residenziale dell’Abate, che recupera la tradizione florovivaistica della terra toscana con la piantumazione di varie specie vegetali.

Si tratta di una grande festa di comunità, arricchita dagli interventi musicali della Bandaccia di Marcialla, che inaugurerà il parco proponendo un’originale contaminazione ambientale in cui il giardino all’italiana si combina con il landscape di origine britannica. Un contesto di qualità che invita ad allungare lo sguardo verso il paesaggio fluviale della Pesa.

“Il giardino all’europea, nato da un’opera di recupero di una zona degradata, che mescola e fonde stili diversi, da quello geometrico all’impostazione inglese affidata all’accostamento degli elementi naturalil, è un parco che accoglie le coltivazioni originarie della macchia chiantigiana, quali corbezzolo, corniolo, gelso, melograno, lazzeruolo, sorbo, vite da uva, oltre ai classici nocciolo, peri selvatici, meli, nespolo. Un ambiente è riservato poi alle essenze inebrianti di varie specie di fiori, tra cui il gelsomino”.

Al taglio del nastro, oltre al sindaco Baroncelli, saranno presenti l’architetto Marco Parrini, autore del progetto, e il presidente del Consorzio Marco Bottino. La Pro Loco offrirà ai partecipanti una ricca merenda.

Il parco dell’Abate nasce in una terra antichissima: tra le foreste di Sambuca 2,5milioni di anni fa vivevano infatti i mastodonti di Sambuca, pachidermi simili agli elefanti. Il passaggio degli animali preistorici è testimoniato dal rinvenimento, avvenuto proprio in questa zona nel 1967, di un palato con due molari. Si trattava di mammiferi di 6-8 tonnellate e alti alla spalla circa 2.50 metri, con dimensioni vicine agli attuali elefanti africani, e dominarono gli ambienti euroasiatici. Il resto fossile, rinvenuto a Sambuca e appartenuto ad una specie di Mastodonte (Anancus arvernensis), è custodito oggi presso il Museo di Geologia e Paleontologia .

Un investimento, pari a 150mila euro, reso possibile dalla collaborazione tra il Comune di Tavarnelle e il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno. Ad aver permesso il finanziamento il contributo del Consorzio e gli oneri comunali di urbanizzazione.

#Giornodellamemoria: Consorzio, “Ebrei costretti a lavorare per bonifica Piana fiorentina”

Dalle prime indagini oltre 30 persone furono avviate al lavoro coatto; il Consorzio avvia una ricerca per ricostruire e commemorare una vicenda storica finora poco nota

Nella ricorrenza della Giornata della Memoria del 27 gennaio e ad 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali che colpirono le persone di religione ebraica in Italia il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ricorda che tra il 1942 e il 1943 parte degli ebrei fiorentini maschi furono obbligati al lavoro coatto presso l’allora Consorzio di Bonifica della Piana di Sesto. Dalle prime indagini, rese note dallo stesso Consorzio,sulla questione risulterebbe che in tutto furono avviati al lavoro coatto oltre 30 persone e alcune di loro furono poi, nel novembre 1943, arrestate e deportate trovando la morte in campo di concentramento.

Una vicenda nota da poco solo agli storici addetti ai lavori e completamente rimossa dalla memoria storica del Consorzio, che grazie ad una ricerca appena avviata da un proprio dipendente si sta cercando di ricostruire. Da qui l’impegno a fare luce anche questo passaggio della storia del Consorzio e l’appello per la collaborazione di studiosi e storici contemporanei per dare contorni sempre più certi agli avvenimenti: “Vorremmo coinvolgere diversi soggetti, dall’Istituto Storico della Resistenza al Comune di Sesto Fiorentino, così come la comunità e i centri di raccolta e di documentazione ebraici per arrivare a presentare una ricostruzione storica dei fatti più strutturata e precisa – spiega il Presidente del Consorzio Marco Bottino – Alle persone ingiustamente costrette a lavorare nella bonifica e poi tragicamente deportate e condotte incontro alla morte potremmo infine dedicare un’opera idraulica o altro luogo significativo della nostra attività rendendolo non solo strumento di difesa idraulica ma monumento in difesa della dignità del lavoro e della libertà”.

E adesso un lavoro vero per i Migranti Bonificatori

Marco Bottino, Presidente del Consorzio bonifica medio valdarno – da coordinatore dei tre consorzi dell’Arno – parla dell’iniziativa di questa mattina martedì 12 dicembre 2017 sui “Migranti bonificatori”. E rilancia: adesso dopo il contributo straordinario che hanno dato in questi mesi dovrebbero avere un lavoro. L’integrazione passa solo da qui.

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