Elba: Legambiente, “basta con l’indecente discarica a San Giovanni”

Legambiente si rivolge ad Amministratori e candidati relativamente alla situazione di degrado in cui verte il “piazzale del Chiccero” di San Giovanni: occorre un progetto di salvaguardia e valorizzazione dell’intera costa.

Riportiamo di seguito il comunicato dell’associazione ambientalista.

Legambiente aveva già più volte denunciato negli anni scorsi il degrado dell’area comunale di San Giovanni a Portoferraio,  usata come discarica prima di residui dell’alluvione del 2002 e dei fanghi di dragaggio portuale, poi diventata ricettacolo di ogni tipo di rifiuti abbandonati dagli incivili che inquinano la nostra isola e ne imbrattano bellezza e paesaggi.

Ma la situazione odierna è quella di uno stato di volontario abbandono con una indecente discarica, tubi sparsi, resti di barche, cumuli di detriti edili, imbarcazioni dappertutto, quasi si volesse, con un intollerabile degrado, favorire interventi urbanistici massicci per porre “rimedio” allo sfacelo con un bel po’ di cemento. E i progetti in questo senso nel passato non sono mancati e fanno costantemente la loro ricomparsa….

Eppure il “piazzale del Chicchero” di San Giovani dovrebbe essere il biglietto da visita di Portoferraio: quest’area martoriata dall’incuria pubblica e dal vandalismo privato  è il balcone sul mare di fronte alla Cosmopoli medicea e al porto, rappresenta il raccordo tra l’area naturalistica e turistica delle saline e terme di San Giovanni, l’omonima frazione, la splendida area archeologica della fattoria romana di San Giovanni, recentemente scoperta e dove sono in corso scavi archeologici di grande importanza, e la Villa Romana delle Grotte.

Ma quel piazzale trasformato in una vergognosa discarica diffusa e in un deposito di barche è anche l’ideale raccordo tra le Zone umide di San Giovanni e di Schiopparello – Le Prade, dove in questi giorni vengono avvistati gru, fenicotteri e altri rari uccelli migratori e stanziali.

Lasciare che la bellezza venga trasformata in una discarica è imperdonabile, per questo Legambiente continua a chiedere che il “piazzale del Chicchero” venga bonificato dalle sue vergognose discariche, per questo continuiamo a chiedere che il Comune di Portoferraio tuteli davvero un’area naturalistica di enorme importanza che va da Punta della Rena fino ai Magazzini, chiedendo che sia istituita una Zona di protezione speciale che salvaguardi le Zone umide costiere e le emergenze archeologiche, con la prospettiva di una loro prossima inclusione nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la creazione di un percorso naturalistico, paesaggistico e storico/archeologico che vada da Cosmopoli fino al Volterraio.

Lo abbiamo chiesto alle Amministrazioni comunali precedenti, lo abbiamo chiesto a quella attuale, senza ottenere risposta. Ma siamo testardi e lo chiederemo anche ai candidati a sindaco che si presenteranno alle prossime elezioni comunali portoferraiesi. Perché la bellezza non può essere sfregiata in questo modo e perché quella bellezza è anche un’occasione economica per la Portoferraio del futuro.

Elba

Rio Marina: distrutto il pontile minerario, “pezzo di storia morto per incuria”

La denuncia di legambiente Arcipelago in merito alla mareggiata che ha distrutto il “ponte delle caricazioni” di Vigneria, uno dei più noti e suggestivi simboli di Rio Marina e del suo passato minerario.

“Una morte annunciata di un altro prezioso pezzo di storia dell’Elba, lasciato tristemente a marcire tra incuria e menefreghismo politico mentre si pensava a faraonici e lucrosi progetti che quella storia avrebbero distrutta e ulteriormente banalizzata, oltre a quanto purtroppo sono purtroppo già riusciti a fare – si legge nella nota diffusa dall’associazione ambientalista – Contro quei progetti e per la salvaguardia e la valorizzazione della memoria Legambiente si è battuta, e continuerà a farlo insieme ai cittadini – purtroppo non sempre molti – che sanno che la storia e la cultura sono le radici anche economiche del nostro futuro.

Speriamo solo che la morte di un pontile dopo una lunga agonia causata dal disinteresse serva a cambiare strada e a pensare a un futuro per Rio fatto di cura del territorio, di recupero di una storia e di una bellezza di cui andar fieri, di una svolta nella gestione delle aree minerarie. Legambiente ci sarà, speriamo che anche altri si attivino”, conclude la nota.

Elba: nate decine di tartarughe marine tra bagnanti e un matrimonio

Uscite da sotto un telo da mare, hanno invaso la piccola spiaggia di Capoliveri mentre era in corso un matrimonio.

Quanto accaduto il 18 agosto intorno alle 19,15 nella piccola spiaggia elbana di Straccoligno, vicino a Capo Perla, nel Comune di Capoliveri è un nuovo miracolo che ha per protagoniste le tartarughe marine e che si ripete dopo l’eccezionale nidificazione del 2017 a Marina di Campo. Le differenze sono molte ma le assonanze sono quelle di una bella fiaba ecologica.

Nel 2017 la tartaruga venne avvistata mentre depositava le sue preziose uova tra gli ombrelloni e le sdraio da Federico, il guardiano dei Bagni da Sergio – e in suo onore venne chiamato Federica – questa volta a Straccoligno nessuno si era accorto dell’arrivo sulla spiaggia 50/60 giorni fa di una tartaruga marina, ma il bambino che sulla spiaggia libera ha visto per primo muovere il telo da mare di mamma e babbo e poi uscire le tartarughine si chiama anche lui Federico.

Se a Marina di campo i primi 50 piccoli rettili marini (alla fine se ne contarono 107) avevano aspettato  la notte per uscire in ordinate fila dal nido, a Straccoligno  in 50/60 hanno invaso brulicanti la spiaggia con il sole ancora splendente, tra la sorpresa dei bagnanti e la meraviglia dei bambini. Un picciolo e disordinato e pacifico esercito grigio-nero che, facendo lo slalom tra le gambe dei bimbi e degli adulti, mentre si festeggiava un matrimonio, ha deciso di raggiungere il mare come questi antichissimi rettili fanno da milioni di anni. Uno spettacolo anarchico e meraviglioso – ma anche un po’ pericoloso –  al quale, grazie all’allarme subito lanciato da alcuni cittadini avveduti, ha messo ordine l’ufficio marittimo di Porto Azzurro della Capitaneria di Porto di Portoferraio, che ha delimitato l’area del piccolo cratere nella sabbia mista a ghiaia dal quale erano uscite le tartarughe e disegnato con il nastro bianco e rosso i confini della “pista” protetta che le tartarughe – che si prevede continueranno a nascere per altri  4/5 giorni –  percorreranno per raggiungere il mare.  Una zona protetta che successivamente è stata transennata dal solerte intervento dell’ufficio tecnico e degli operai del Comune di Capoliveri (presente anche il Sindaco Ruggero Barbetti) in collaborazione con quello del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, mentre venivano allertati Osservatorio toscano per la biodiversità, Università di Siena e i volontari organizzati da Legambiente Arcipelago Toscano, subito accorsi per mettere in sicurezza il nido e per avviare l’opera di sorveglianza notturna e diurna e di informazione a turisti e cittadini.

Come ha scritto sulla sua pagina Facebook Letizia Marsili dell’Università di Siena, «La potenza della natura! Sono nate dove volevano, quando volevano, senza curarsi del fatto che noi non le avevamo considerate!» e Isa Tonso di Legambiente Arcipelago Toscano conferma: «Ogni giorno all’alba, per quasi tre mesi di fila, abbiamo cercato le tracce delle tartarughe in 8 grandi spiagge elbane  e mamma tartaruga è andata a nidificare dove meno ce l’aspettavamo: nella piccola spiaggia di Straccoligno, a una decina di metri dal mare, a un paio di metri dalla strada di accesso alle case, scavando il suo nido tra sabbia e ghiaie. E’ una notizia meravigliosa che ripaga tutte le volontarie e i volontari che hanno sperato che il miracolo di Marina di Campo si ripetesse. Ora l’Elba è davvero l’Isola delle tartarughe! Ci aspetta qualche giorno notte di vigilanza per fare in modo che le tartarughine raggiungono il mare il più tranquillamente possibile. Chiunque vuole collaborare è ben accetto, basta chiamare al 3407113722».

E l’ultima tartarughina della serata ha avuto qualche difficoltà a scavarsi la strada verso il mare: è uscita solo a notte tarda (accolta come una star) e poi ha penato un po’ ad orientarsi. Attratta dalle luci del matrimonio si era smarrita tra i tavoli del rinfresco  e la nova fiaba delle tartarughine dell’Isola d’Elba è finita con la sposa che, vestita di bianco, è entrata a piedi scalzi in mare per  restituirgli la piccola creatura perduta, augurandole e augurandosi probabilmente di trovare la stessa fortuna nel mare della vita e del futuro. Verrebbe da dire che queste cose succedono solo all’Elba.

Riqualifica Punta Polveraia: “recupero non sia pretesto per opere impattanti”

La commissione ambiente approva all’unanimità la mozione avanzata da Sì Sinistra che sollecita la Regione a vigilare e valutare il progetto di recupero. Soddisfazione di Legambiente Arcipelago.

La Regione Toscana si impegni a vigilare e valutare con attenzione il progetto di trasformazione dell’ex struttura militare del faro di Punta Polveraia all’Isola d’Elba (Livorno), in un albergo di lusso, e “verificare la coerenza del progetto con il Piano paesaggistico (Pit)” e altri aspetti prima di concedere le autorizzazioni. Lo chiede una mozione di Sì Toscana a sinistra, approvata oggi all’unanimità dalla commissione ambiente del Consiglio regionale.
Costruito nel 1909, spiega una nota, il faro è una ex struttura militare di due piani che si estende per 2.769 metri quadrati. Tramite un bando di Difesa servizi Spa, società interamente controllata dal ministero della Difesa, il faro è stato assegnato in concessione ad Alfa Promoter, per la realizzazione di una struttura di lusso. La mozione impegna la Giunta toscana anche a “richiedere puntuali verifiche a Difesa servizi, ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni delle attività culturali e del turismo, e al Parco nazionale arcipelago toscano, prima che siano autorizzate le trasformazioni previste dall’aspirante concessionaria”.
“Il recupero di un bene così prezioso dal punto di vista storico e paesaggistico non può essere il pretesto per realizzare opere impattanti – spiega Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a sinistra -. Oltretutto il disciplinare di gara con cui sono stati messi a bando i fari della Marina militare, compreso quello di Punta Polveraia, è chiarissimo sui criteri per l’assegnazione, che nel caso del progetto presentato da Alfa Promoter non sembrano affatto rispettati”.
“Grande soddisfazione e sollievo per il voto in commissione ambiente del Consiglio regionale contro il progetto di rifacimento del faro di Patresi” che è “sbagliato, inutilmente invasivo e in contrasto con il Piano del parco nazionale dell’Arcipelago toscano e con gli strumenti urbanistici del Comune di Marciana (Livorno)”.
E’ quanto esprime Legambiente Arcipelago toscano in merito alla mozione approvata oggi dalla commissione regionale, presentata da Sì Toscana a sinistra, in merito alla trasformazione del faro di Punta Polveraia all’Isola d’Elba. Legambiente sottolinea, in una nota, che il voto in commissione regionale, “conferma che un bene storico, culturale e ambientale delicato e importante come il faro di Punta Polveraia possa e debba essere restaurato e riutilizzato in maniera sostenibile e senza deturparne l’aspetto e il paesaggio circostante”.
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