🎧 Giani: a Piombino un polo siderurgico integrato, aspettiamo supporto Governo

“Questa è la proposta della Toscana, intendiamo portarla a tutti i tavoli a cui saremo chiamati”, ha affermato Giani al tavolo. “Lavoriamo per un polo siderurgico integrato e competitivo Piombino  merita l’attenzione e il sostegno del governo”, ha aggiunto il presidente.

La Toscana, da oggi, ha una posizione ‘ufficiale’ sul tavolo nazionale che riguarda Piombino, fatto di scelte di politica industriale e di investimenti ambientali, infrastrutturali e per il porto. Lo spiega Gianni Anselmi, il consigliere che supporta il presidente Eugenio Giani per le aree di crisi complessa e che rende note in conferenza stampa le posizioni emerse al tavolo di questa mattina convocato dal Mise. Posizioni richiamate dallo stesso Giani, che nelle scorse ore aveva scritto al ministro Giancarlo Giorgetti ricordando, tra l’altro, che anche Liberty Magona potrebbe rientrare in un’operazione di riassetto congiunto o parallelo all’ingresso dello Stato tramite Invitalia o Cdp in JSW Steel Italy. E ricordando anche che sebbene Piombino sia il punto di riferimento per i lunghi e le rotaie, gli acciai piani sono contemplati fin dal 2008, perciò questo Governo sarebbe il primo ad escluderli.

“Questa è la proposta della Toscana, intendiamo portarla a tutti i tavoli a cui saremo chiamati”, ha affermato Giani al tavolo. “Lavoriamo per un polo siderurgico integrato e competitivo, è una partita che merita l’attenzione e il sostegno del governo”, ha aggiunto il presidente.

Piombino, ribadisce Anselmi in conferenza stampa, non  può stare “in un ruolo ancillare, deve semmai essere collocata nel quadro della siderurgia italiana, dal momento che si teorizza l’intervento del capitale pubblico”.

Il governo, presente al tavolo con la viceministra Alessandra Todde e con il ministero del lavoro, per oltre due ore ha ascoltato sindacati dei metalmeccanici, locali e nazionali, la parola di JSW Steel Italy per voce del vicepresidente Marco Carrai e, appunto, le istituzioni locali e regionali.

Sul tavolo ciò che è noto da almeno un anno: la necessità di un piano industriale credibile e quella di comprendere chiaramente le intenzioni di Mr. Jindal fino all’attuale contratto (scaduto) di JSW con Rfi per la fornitura di rotaie per il sistema infrastrutturale italiano. E ciò che è stato indicato stamani dalla Toscana: “Le nuove commesse di Rfi vanno inserite in un piano industriale chiaro e le scelte di dimensionamento degli impianti e degli investimenti debbano essere coerenti con i fabbisogni industriali e non influenzate da logiche esterne”.

Significa che la dotazione di un forno elettrico con capacità di 0,8 milioni di tonnellate annue non appare sufficiente, e anzi: “Non sarebbe davvero giustificabile un forno elettrico a Piombino con una capacità inferiore a 1,2 milioni di ton/anno, quando invece è possibile garantire la sicurezza di una produzione locale con sbocchi di mercato certi”. Il mancato rispetto di questa soglia minima significa escludere gli acciai piani da Piombino, quando invece esistono le condizioni per attivare una filiera corta locale tra JSW Steel e Liberty Magona. Il che vale, come noto, anche per la riattivazione di forniture di vergella verso l’ex-impianto Bekaert di Figline Valdarno, in precedenza rifornito proprio da Piombino, una volta adeguate le linee di laminazione alle specifiche tecniche necessarie per le trafilature eseguibili in Valdarno.

“Come Regione siamo disponibili a supportare un ragionamento di filiera nazionale, ma non al contrario, ovvero ad asservire il dimensionamento dell’attività siderurgica su Piombino solo agli interessi delle imprese di altri territori”, ha ripetuto Anselmi richiamando la discussione nel confronto con il Mise, che ha posto l’accento anche sulla scadenza delle concessioni portuali a luglio 2021, “rinnovabili solo a fronte di una visione complessiva sulla filiera siderurgica che sfrutti anche la competitività portuale”. In quest’ottica bisogna anche rinnovare gli accordi di programma nazionali che regolano le politiche e gli investimenti pubblici per l’area di crisi industriale di Piombino.

“Il governo – ha precisato Anselmi – ha la possibilità di  attivare una vera e propria operazione di reshoring su Piombino, sostituendo importazione con produzione locale al servizio sia degli acciai lunghi di JSW Steel Italy Piombino sia dei laminati zincati e preverniciati di Liberty Magona, universalmente riconosciuti come tra i migliori sul mercato italiano”.

Il tavolo non è stato chiuso: entro due settimane è attesa una nuova convocazione.

Jsw: Fim-Cisl, su Piombino nessun segnale incoraggiante

Si è svolto oggi in videoconferenza al Mise il tavolo JSW. All’incontro – presieduto dalla Viceministra Alessandra Todde – hanno partecipato l’azienda, il Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il sindaco di Piombino, Invitalia e le organizzazioni sindacali. Todde dice “Piombino strategica, Governo pronto a rilancio”

Si è svolto oggi in videoconferenza al Mise il tavolo JSW. All’incontro – presieduto dalla Viceministra Alessandra Todde – hanno partecipato l’azienda, il Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il sindaco di Piombino, Invitalia e le organizzazioni sindacali. “Ho preso in mano il dossier JSW non appena ricevute le deleghe e ho ritenuto opportuno interloquire con tutte le parti coinvolte perché da diversi mesi il tavolo non veniva convocato al Mise”, dichiara la Viceministra al Mise Alessandra Todde. “La visione industriale dell’azienda non è sufficientemente chiara e bisogna lavorare urgentemente su questo aspetto – ha aggiunto la viceministra -. Il governo non ha alcuna preclusione a supportare un progetto di rilancio per Piombino, a patto che sia un progetto utile per l’interesse nazionale e non c’è alcun dubbio che lo stabilimento di Piombino sia da considerare strategico per il Paese e per il territorio”. “Non dobbiamo assolutamente parlare di un intervento tattico sullo stabilimento industriale, ma dobbiamo lavorare in modo che il sito sia reso a tutti gli effetti competitivo senza illudere i lavoratori e tutto il territorio. L’azienda deve mettersi all’interno di un percorso di negoziazione rispetto agli strumenti che il Governo può mettere a disposizione, perché questa non è una vertenza semplice. Sono convinta che da questa operazione di rilancio si debba riuscire a servire l’interesse nazionale e non solo quello dell’azienda. Mantengo aperto il tavolo, in modo che le varie interlocuzioni tra le parti proseguano. Riconvocherò il tavolo entra i primi di giugno” ha concluso la Viceministra Todde

“Non registriamo a oggi segnali incoraggianti” sulla vertenza Jsw di Piombino: lo denuncia in una nota il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò dopo il tavolo in videoconferenza di oggi tra organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, governo e Invitalia, alla presenza anche degli enti locali. “Siamo ancora – sostiene D’Alò – in una fase interlocutoria, con Jindal che, dalle informazioni in nostro possesso, pare abbia dato al Governo un ultimatum per la definizione degli asset. Non c’è quindi ancora chiarezza, sulla governance della società e del piano industriale di cui non abbiamo traccia: quali gli investimenti, gli obiettivi qualitativi e quantitativi delle produzioni. In particolare su forno elettrico, sulla cui capacità produttiva, 1,2 milioni di tonnellate, non si ci sono certezze”. Dunque, conclude il segretario Fim, “chiediamo al governo rapidità, bisogna che lo stesso riprenda in mano la vertenza con un ruolo da protagonista nella gestione dei vari passaggi, anche in materia di concessioni portuali, perché si possa vedere una soluzione all’interno di un piano nazionale sulla siderurgia tenendo insieme produzione, salvaguardia dell’occupazione ed il rilancio del sito toscano”.

Bekaert: Jindal e Trafilerie, al tavolo del Mise due nomi per Figline

Bekaert: Trafilerie Meridionali e Jindal, attraverso il suo partner industriale Obsa. Sono questi i due nomi in campo per la reindustrializzazione dell’ex Bekaert di Figline Valdarno (Firenze). È la novita’ che affiora al termine della riunione in videoconferenza tenuta dal ministero dello Sviluppo Economico sulla annosa vertenza che coinvolge 120 lavoratori.

Il gruppo Jindal, in particolare, intende integrare la propria presenza sul mercato siderurgico su due fronti: la verticalizzazione con Trafilerie per la produzione di hose wire e il coinvolgimento di Obsa per i cavi destinati alle telecomunicazioni. Interesse per la ripresa del dialogo viene espresso da Fim-Cisl Toscana che attraverso il suo segretario generale in Toscana, Alessandro Beccastrini, ritiene adesso “fondamentale il ruolo del governo, perche’ deve presentare al piu’ presto alla multinazionale belga avanzamenti concreti, che possano convincerla a usufruire di altro tempo attraverso la cassa Covid”.

Del resto e’ forte la preoccupazione per la chiusura netta manifestata finora dalla proprieta’ uscente ad andare oltre la scadenza del 4 maggio per la Cig. L’incontro e’ stato aggiornato fra tre settimane. E in vista di questo appuntamento il segretario di Fiom-Cgil di Firenze e Prato, Daniele Calosi, torna a chiedere “il ritiro dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori per poter approfondire la situazione senza questa imminente scadenza. Data la presenza al tavolo di Invitalia riteniamo inaccettabile parlare di finanziamenti pubblici a fronte di licenziamenti certi”.

Inoltre, avverte Calosi, “visto che e’ uscito il nome di Jindal, chiediamo ai vertici dell’acciaieria se l’interessamento sia o meno reale visto che, ne’ Jsw, ne’ Trafilerie Meridionali, e neanche Obsa, si sono mai palesati agli incontri”.

Aferpi: riunione al Mise per rilancio interventi

Affrontati i temi delle infrastrutture, della viabilità, delle ferrovie e degli investimenti di Aferpi e delle altre aziende interessate ad insediarsi nel porto.

Buone notizie per Piombino: dalla riunione tenutasi al MISE questa mattina arrivano rassicurazioni sugli investimenti e le prossime tappe del processo di industrializzazione del sito ex-Lucchini.  “Per garantire le condizioni favorevoli all’investimento dell’impresa siderurgica indiana e non mettere a rischio il previsto piano di riassorbimento occupazionale di circa 2.000 lavoratori – ha dichiarato il vice capo di gabinetto Giorgio Sorial – occorreva dare concretezza agli impegni di mera natura programmatica presi dal precedente governo. Oggi sono stati compiuti decisivi passi in avanti – ha proseguito Sorial – da un lato sono state sbloccate le risorse necessarie per proseguire nell’azione di rilancio industriale del territorio, dall’altro sono state poste le basi affinché il piano di investimenti di Jsw prosegua senza rallentamenti – e conclude – L’attenzione del ministero rimarrà alta” affinchè tutti gli impegni “proseguano nel rispetto dei tempi programmati”. In particolare, si legge nella nota, “la riunione ha rappresentato un momento di condivisione delle azioni avviate dal Mise sui molteplici fronti previsti” dall’accordo sottoscritto con Jsw Steel Italy all’accesso a costi energetici vantaggiosi”.

E’ stata inoltre illustrata la “procedura che potrebbe portare all’assegnazione di oltre 30 milioni di euro per i progetti di tutela ambientale.

Si è, infine, condiviso lo stato di avanzamento degli impegni assunti dagli altri soggetti istituzionali presenti al tavolo”. Durante la riunione presentato poi il percorso che “porterà in tempi brevi al rinnovo dell’Accordo di programma dell’area di crisi industriale scaduto nel 2018, passaggio che consentirà di destinare all’apertura di un nuovo sportello gli oltre 18 milioni di euro di economie disponibili a valere sulla legge 181/89.

Dalla riunione è venuto l’impegno a riunire nuovamente il tavolo, a cadenza mensile, per seguire la progressione di tutte le questioni sul tappeto. È stata questa la principale preoccupazione del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha anche chiesto che gli sia rinnovato l’incarico di commissario per il porto, scaduto da circa un anno.  Secondo la Regione, un eventuale rinnovo consentirebbe al presidente di sollecitare, con maggiore autorevolezza, i passi da fare per giungere alla realizzazione dei numerosi progetti che insistono sull’area, a partire dalla presenza di General Electric, passando per quella di Manta logistic e del bacino di demolizione e di refitting delle navi. La Regione, nella prossima riunione di Giunta, adotterà la delibera che permetterà di arrivare alla variante al Piano regolatore che possa consentire ad Aferpi di realizzare un nuovo laminatoio.

Secondo il presidente della Toscana non è l’investimento complessivo atteso e su cui insiste, ma sarà pur sempre un impegno da 30 milioni di euro capace di creare comunque nuovi posti di lavoro. Nel corso dell’incontro è stato sottolineato come restino da assegnare da parte di Invitalia 18 milioni di euro destinati alle agevolazioni per le imprese, mentre per ciò che riguarda i protocolli di insediamento, la Regione dispone di sette milioni di euro e presto riaprirà il bando per le aziende interessate.

Aferpi: Rossi annuncia firma ufficiale contratto cessione da Cevital a JSW

E’ stato firmato ufficialmente il contratto per la cessione di Aferpi da Cevital al gruppo indiano Jindal Steel West. Ne dà notizia il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “La firma di oggi è un successo dei lavoratori e della loro lotta senza la quale non saremmo a questo punto – commenta Rossi in una nota -. E’ un successo anche della serietà delle istituzioni, Comune, Regione e Stato. Ringrazio l’ex ministro Calenda e l’attuale ministro Di Maio”.

Con la firma ufficiale del contratto di cessione di Aferpi, passano a Jindal anche gli oltre 2000 addetti. Non ci sarà subito il reimpiego di tutti i lavoratori. Si inizierà con 435 lavoratori ai laminatoi a settembre, cresceranno a 600, conteggiando anche gli impieghi per le demolizioni, fino a 1500 con l’allestimento degli impianti di produzione dell’acciaio.

In base all’accordo, spiega il governatore toscano Enrico Rossi, Jindal si impegna a produrre acciaio costruendo due forni elettrici per una produzione di almeno due milioni di tonnellate. In cambio, le istituzioni, a fronte di un piano da un miliardo e 50 milioni di investimenti, si impegnano a sostenere con un contributo di 33 milioni del Ministero dello sviluppo economico progetti di tutela ambientale e di risanamento, a cui si aggiungono 30 milioni della Regione Toscana per l’efficienza energetica e ambientale del ciclo produttivo e altri 30 milioni, sempre regionali, per progetti di ricerca e formazione.

Sul piano ambientale, l’azienda si impegna sulle demolizioni e a riorganizzare lo stabilimento in modo da allontanare le produzioni dal centro di Piombino e a fare i risanamenti ambientali. La Regione e il suo presidente mantengono il ruolo di coordinamento del comitato esecutivo che ha il compito di monitorare e agevolare l’attuazione dell’accordo di programma.

Inoltre, spiega Rossi, “Jindal si è mostrato molto interessato anche al porto di Piombino realizzato dalla Regione Toscana. Presenterà presto un piano e potrà avere le concessioni dalla Port Authority”. “Avevo preso impegno che a Piombino o si sarebbe tornati a colare acciaio o mi sarei dimesso – conclude il governatore. Sono contento di quest’accordo per i lavoratori e per la Toscana. Vigileremo perché si attui compiutamente”.

La giornata di oggi segna la fine di una vicenda, quella dell’acciaieria di Piombino, diventata di interesse nazionale e non priva di accese controversie. Fino a qualche mese fa l’allora Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda aveva ritenuto insufficiente la lettera d’intenti di Cevital sulla ripresa delle attività produttive di Aferpi e aveva dato mandato al commissario dell’ex Lucchini Piero Nardi di avviare le procedure per la rescissione del contratto.

In occasione di uno degli ultimi incontri con l’amministratore delegato di Aferpi e Cevital, Said Benikene, l’azienda algerina aveva consegnato una lettera sostenendo di essere in contatto per un imprecisato partner cinese ed esponendo il programma di realizzare un forno elettrico in 23-24 mesi e di riattivare l’altoforno in 7 mesi. Nessuna indicazione era stata data però sull’entità dell’investimento e del suo finanziamento e agli occhi del ministero Cevital risultava ancora una volta inattendibile.

É a quel punto che la JSW Steel di Sajjan Jindal e la British Steel iniziarono a pensare ad un accordo per partecipare insieme all’acquisizione e alla ristrutturazione dello stabilimento, mentre Aferpi continuava a pagare per propria parte i dipendenti per evitare che dall’inadempienza si passasse ad una dichiarazione di insolvenza.

Il sindaco Massimo Giuliani ha commentato così la notizia: ”Il lavoro di due Governi, della Regione, del Comune, dei sindacati e dei lavoratori ci permette oggi con l’avvento di questo grande gruppo industriale, di poter rialzare lo sguardo. Ovviamente dobbiamo supportare Jindal nel percorso ma dobbiamo anche svolgere un’attenta opera di controllo, critica e di stimolo.”

“Infine, in particolare – ha concluso Giuliani – debbo riconoscere il sapiente ruolo svolto dall’ex ministro Carlo Calenda che è riuscito a portare ad una conclusione positiva una situazione molto compromessa, e a quello del governatore Enrico Rossi per essere sempre stato presente”.

Piombino, Rossi: “obiettivo la stesura dell’accordo di programma in tempi rapidi”

“Intendiamo arrivare in tempi brevi alla stesura dell’Accordo di programma con le istituzioni per dare e avere un quadro di certezze circa gli impegni reciproci in materia ambientale che possano creare le condizioni per gli investimenti sull’area industriale di Piombino da parte del gruppo indiano che si appresta ad acquistarla”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha spiegato così il significato della riunione che ha tenuto questa mattina presso i suoi uffici di Palazzo Sacrati Strozzi con le organizzazioni sindacali, presenti anche il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani e il consigliere regionale Gianni Anselmi.

“Spero – ha detto il presidente – che rispetto all’atteggiamento del nuovo Governo prevalga il principio della continuità amministrativa. La Regione Toscana è stata parte attiva e ha svolto un ruolo decisivo per arrivare a questo punto. Adesso è il momento di chiudere l’Accordo di programma. Penso poi che sarebbe il caso di fare anche un accordo tra Stati, tra Italia e India per avere certezze sui reciproci impegni. E, nel caso in cui per qualche motivo l’acquisto non dovesse andare in porto (ma le cose mi sembrano ben impostate e credo usciremo con una soluzione in tempi brevi) sono senz’altro per la nazionalizzazione del sito industriale piombinese, come del resto aveva ipotizzato anche Matteo Salvini in campagna elettorale, proprio a Piombino”.

Parlando con i giornalisti,  Rossi ha aggiunto che sarà necessario chiudere anche l’accordo con il Ministero del lavoro per avere la riconferma delle misure di protezione sociale e ha detto di essere preoccupato che non ci siano esuberi e che i lavoratori non siano lasciati per strada.

“Per il resto – ha poi concluso – dobbiamo lavorare perché l’attività riprenda a pieno ritmo. Noi stiamo ragionando sulla opportunità di andare anche ad un Accordo di carattere locale che riguardi i tempi, la questione degli esuberi che non vogliamo, come partire da subito con le demolizioni per creare già da quest’anno una maggiore occupazione e la richiesta che entro il 2019 si dia avvio ai lavori per la realizzazione dell’altoforno elettrico”.

E’ questo il quadro della situazione e delle prospettive che è stato fatto con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali “con piena soddisfazione da parte di tutti” e il presidente ha annunciato che la Regione (presente oggi anche con il consigliere per i problemi del lavoro, Gianfranco Simoncini e con il responsabile della segreteria del presidente, Paolo Tedeschi) nei prossimi giorni sarà nuovamente a Roma per proseguire il lavoro.

“Infine – ha sintetizzato con una battuta – su Piombino adesso bisogna avere anche un po’ di fortuna, anche se fare più in fretta di come abbiamo fatto finora, è difficile”.

 

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