🎧 Ires, Cgil: Focus sull’Economia della Toscana

Firenze presentato il Focus Ires, Cgil, sull’Economia della Toscana con analisi provincia per provincia, da cui risulta che accelera la ripresa ma che il lavoro è ancora instabile.

“La fine del 2020 e l’inizio del 2021 hanno portato una ripresa che però deve essere consolidata: dobbiamo fare in modo che non sia solo un rimbalzo ma che si traduca in posti di lavoro e di lavoro stabile”, ha detto il presidente di Ires Toscana Gianfranco Francese.

In podcast le dichiarazioni del presidente di Ires Toscana Gianfranco Francese. 

“Per combattere le diseguaglianze – ha aggiunto Claudio Guggiari della segreteria Cgil Toscana – va sviluppato un processo di avanzamento del sistema produttivo che si basi sulla qualità: i dati presentati oggi sono emblematici, nel mercato del lavoro nonostante una ripresa si registrano forme di precariato, e con la precarietà non si fa sviluppo di qualità; occorre agire sugli ammortizzatori sociali, anche e soprattutto di fronte alla questione della transizione digitale ed ecologica, sugli investimenti di risorse pubbliche da distribuire non a pioggia ma in modo mirato e sulla leva fiscale per politiche redistributive”.

Lo studio Completo

Nel secondo trimestre del 2021 si è rafforzato un ciclo espansivo dell’economia mondiale ed in particolare di quella europea, di cui hanno beneficiato anche l’Italia e la Toscana. Un rimbalzo positivo atteso rispetto al disastroso andamento dell’economia mondiale nel 2020 rispetto al quale la diffusione della campagna vaccinale ha sicuramente indotto atteggiamenti al consumo più fiduciosi da parte delle famiglie che hanno alimentato una ripresa della domanda interna

Nella situazione appena descritta va registrato un andamento del Pil italiano segnato, nel secondo semestre 2021, da una crescita congiunturale superiore alle attese (2,7%). Un andamento che dovrebbe consentire un saldo finale positivo su base annua pari al 6% con la Toscana che dovrebbe posizionarsi sopra al dato nazionale con un consuntivo pari al +6,2%, mentre per il 2022 il Pil pro capite della Toscana secondo le stime resterà superiore di quello italiano (30.800 euro contro 29mila).

Malgrado ciò, la seconda parte dell’anno può essere caratterizzata negativamente sia dal perdurante clima di insicurezza legato al contenimento del virus, che dalla incerta normalizzazione delle catene di fornitura internazionali.

Proprio questo ultimo fattore può rappresentare una incognita negativa su una dinamica di recupero che ha caratterizzato l’andamento delle filiere manifatturiere in Toscana nel primo semestre 2021. La Toscana, infatti, nei primi sei mesi di quest’anno ha operato un forte recupero rispetto al trend delle esportazioni riferite al 2019 con un aumento del 4,6% Se il primo semestre 2020 segnava una contrazione, dovuta alla pandemia, del 25% rispetto all’anno precedente, il recupero registrato nei primi sei mesi del 2021 rispetto allo scorso anno è del 40% circa.

Continua al contrario la crescita rapida ed impetuosa del settore farmaceutico, con un’impennata dovuta all’occupazione di spazi produttivi lasciati da imprese impegnate in prodotti per la lotta al Covid. Forte crescita delle esportazioni anche in due settori della metalmeccanica, quello della costruzione di macchinari 10 rispetto al primo semestre 2019 e quello della costruzione di mezzi di trasporto 16 rispetto al primo semestre 2019. Solo il settore delle macchine elettriche continua ad avere un export inferiore al periodo corrispondente del 2019.

Vi sono, poi, altri due settori che non hanno recuperato rispetto al periodo prepandemico, il legno e carta (-8%) e l’estrazione di minerali non metalliferi (-16%).

I settori agroalimentari registrano, invece, circa 200 milioni di esportazioni in più rispetto sia al 2019 che al 2020.

Un andamento dei settori produttivi, rispetto all’anno orribile del 2020 che trova riscontro sia nella crescita del valore aggiunto in tutti i comparti (in particolare in quello delle costruzioni), sia nella diminuzione generalizzata dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Più problematico rispetto alle traiettorie della ripresa produttiva è il giudizio sull’andamento del mercato del lavoro.

Il gioco dell’oca dell’economia toscana: i dati per il 2019-2020 confermano un rallentamento

Non lasciano spazio all’ottimismo i dati di previsione sulla crescita dell’economia in Toscana, per quest’anno, e fino al 2020. Infatti, se il 2018 è stato un anno di bassa crescita per la nostra regione (+0,7%), le previsioni per il 2019 (+0,2%) e il 2020 (+0,6%) confermano un rallentamento.

A farlo sapere è Ires che questa mattina ha presentato i dati sull’economia in Toscana, presso la sede della Cgil a Firenze. Sempre restando ai dati di previsione, le unità di lavoro sono previste in calo in tutti i settori tranne che nelle costruzioni. Si prevedono in calo anche nei servizi, settore che negli ultimi anni aveva fatto da cassa di compensazione per gli altri settori.

Un quadro di costante rallentamento, dunque, dell’economia toscana fatto da revisioni al ribasso dei tassi di crescita del prodotto interno lordo che è tornato sensibilmente al di sotto del già non esaltante 1% registrato alla fine del 2017.  Una situazione che pare tutt’altro che scongiurata ancora nel 2019 anche per effetto delle tendenze recessive nazionali. Questo deterioramento delle performances regionali soffre anche il contesto internazionale ancora fortemente segnato dalle controversie commerciali tra USA e Cina che paiono, in questa fase, agire sia da causa che da effetto del rallentamento ciclo economico globale.

Come fosse un gioco dell’oca (tutt’altro che divertente) il 2019 sembra riportare la Toscana al punto di partenza con una crescita prevista del Pil allo 0,2%. Anche le esportazioni e gli investimenti registrano saldi negativi nel 2018 rispetto al 2019: gli investimenti passano da + 5,4% a + 2,8% e le esportazioni da +2,9% a +2,7%.

I consumi delle famiglie cedono l’1,3% passando da 1,8 a 0,5. Una tendenza alla cautela nei consumi confermata anche pe ril 2019 e alimentata da forti elementi di incertezza del contesto come testimonia anche l’ulteriore aumento dei depositi bancari. Prevista anche una diminuzione degli investimenti che si attesteranno a -1,7%.

Un 2019 in cui si prevede un calo generalizzato delle unità di lavoro in tutti i settori produttivi, tranne le costruzioni.

“Sull’economia toscana si conferma un rallentamento del 2018 sul 2017 e anche in prospettiva – dice Claudio Guggiari della segreteria di Cgil Toscana -. Molto dipende da dinamiche nazionali e internazionali, ma anche in Toscana abbiamo il dovere di provare a fare di più e meglio. Intanto bisogna continuare ad agire sulle infrastrutture materiali e digitali, rilanciare gli investimenti pubblici e privati, scommettere sulla formazione e su un turismo più diffuso e sostenibile, spingere per una maggiore dotazione strutturale delle nostre imprese anche attraverso un credito più accessibile, migliorare le condizioni di chi lavora.”

“E, su quest’ultimo punto – conclude Guggiari -, ci auguriamo di arrivare con le nostre controparti a degli avanzamenti contrattuali di sostanza e non a dover contrastare chi vuole fare ribassi sui costi del lavoro. Queste sono solo alcune delle nostre proposte, sappiamo che per ricreare le condizioni per una ripresa servono tanti ingredienti e un lavoro di squadra con gli attori istituzionali, sociali ed economici della Toscana”.

L’intervista di Lorenzo Braccini a Gianfranco Francese presidente di Ires Toscana e Claudio Guggiari, segretario Cgil Toscana.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/07/190710_03_ECONOMIA-TOSCANA.mp3?_=2

Cgil: in Toscana crollano i contratti a tempo indeterminato

Meno 19mila tra Luglio e Settembre, sale la disoccupazione: i dati dell’economia Toscana nel focus della Cgil

Continua la ripresa dell’economia toscana nel terzo trimestre 2017, “ma crolla la qualità dell’occupazione e aumentano le prestazioni di sostegno al reddito”: è l’analisi di Ires Toscana, contenuta nel focus realizzato per la Cgil. Il sindacato esprime preoccupazione per il crollo delle assunzioni a tempo indeterminato (58.723, con un saldo negativo di 19mila unità nel confronto con le cessazioni) che si collocano al 16,2% del totale degli avviamenti. Il tasso di disoccupazione, afferma Ires, secondo i dati Istat passa al 7,5% rispetto al 9,1% dello stesso trimestre 2016, ma i casi di “disoccupazione amministrativa” certificata dai Centri per l’Impiego portano i disoccupati da 129 mila a 245mila, con un tasso che passa dal 7,5% al 12,4%.

Aumenta del 21,3% il numero di percettori di prestazioni di sostegno al reddito; si abbatte invece il monte ore della Cassa Integrazione (-31,8%). Molti lavoratori, secondo il segretario regionale Cgil Mirko Lami, “perdono posti di lavoro e a tempo indeterminato, fanno un periodo di Cassa integrazione poi ritrovano lavoro a tempo determinato. Quindi cambia la qualità del lavoro, e qui bisognerebbe davvero concentrarsi per capire quanto e come cambia questa qualità del lavoro”.

“E’ il consolidamento di una tendenza che si era affermata nei primi sei mesi del 2017 – afferma Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana – per quanto riguarda il prodotto interno lordo della nostra regione, potrebbe addirittura entro la fine dell’anno avere un rialzo in positivo attestandosi intorno all’1,4% Tuttavia questo segnale positivo risente soprattutto di fattori esogeni alla nostra regione, come il basso prezzo del petrolio e i bassi tassi di interesse”. Secondo Francese, “quello che ci si attende in realtà, sia per il 2018 che per il 2019, è il rischio di un raffreddamento di questo andamento positivo del 2017, quindi con un tasso di sviluppo che potrebbe riportare la nostra regione comunque a non discostarsi molto dall’1%: quindi, dal nostro punto di vista, ancora molto lontani dalla svolta auspicata da tutti”.

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