Ex Gkn: Invitalia potrebbe entrare in capitale Qf

Oggi l’incontro al MISE Fiom e collettivo ex GKN: “dove sono gli investitori? Dovevano essere al tavolo… “. Per l’azienda tutto procede come da programma

Il ministero dello Sviluppo economico si è dichiarato disponibile a intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per il successo della reindustrializzazione della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), ora Qf Spa. E’ quanto si apprende da fonti vicine al dossier, al centro dell’incontro di oggi convocato proprio dal Mise, secondo cui si sta ancora valutando un possibile ingresso di Invitalia nel capitale di Qf Spa attraverso il ‘Fondo Salvaguardia’, ideato dalla viceministra Alessandra Todde. Le linee del piano industriale presentato lo scorso 24 marzo dall’imprenditore Francesco Borgomeo sono state confermate all’incontro di oggi, e secondo quanto si apprende il Mise ha confermato la piena fiducia nel progetto. La prossima riunione del tavolo del Ministero dovrebbe essere convocata nel giro di due settimane.

Per la ex Gkn, oggi Qf, “l’accordo deve essere rispettato, i soggetti interessati alla reindustrializzazione si presentino al tavolo”. Così la Fiom e la Cgil dopo che oggi si è tenuto un incontro al Mise al quale dovevano essere presenti i soggetti interessati alla reindustrializzazione dello stabilimento di Cambi Bisenzio (Firenze). Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom nazionale, Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze, Prato e Pistoia, e Silvia Spera, area politiche industriali per la Cgil nazionale, sottolineano, in una nota, di prendere atto che “oggi tali soggetti non erano al tavolo. La loro partecipazione era prevista, da accordo, entro marzo 2022, siamo alla fine del mese di aprile e non abbiamo traccia di questi soggetti. In questa situazione non ci sono le condizioni per procedere all’accordo di cassa integrazione per transizione, in quanto a oggi mancano gli investitori, la presentazione di un piano industriale vincolante e ben dettagliato e di un piano riguardante la formazione professionale necessaria per la transizione industriale, che sarà finanziata anche da fondi pubblici”.

I rappresentanti Fiom e Cgil osservano che “la cassa per transizione è uno strumento che dura 24 mesi e non possiamo lasciare senza certezze i lavoratori. L’assenza degli investitori non può essere giustificata dall’attesa dell’interlocuzione con il Governo. Inoltre siamo interessati a conoscere le dimensioni di eventuali finanziamenti derivanti dalle risorse del Pnrr”.Per i sindacati “bisogna che venga palesato il vero motivo per cui gli investitori erano assenti oggi. Riteniamo perciò che sia opportuna una nuova convocazione del tavolo con tutte le parti interessate, con la garanzia della presenza dei soggetti reindustrializzatori e con gli elementi essenziali del piano”. “Nel frattempo – concludono – siamo disponibili a utilizzare un ammortizzatore sociale che garantisca la copertura salariale dei lavoratori come la cassa integrazione ordinaria”

“Il piano va avanti e procede nel rispetto dei tempi previsti: i partner industriali che svilupperanno il piano insieme a Borgomeo avranno alcune interlocuzioni al ministero e dopo queste sarà superato il patto di riservatezza a cui tutti sono vincolati”. Lo afferma Qf Spa, la società dell’imprenditore Francesco Borgomeo che ha rilevato la fabbrica Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), in una nota diffusa al termine dell’incontro di oggi convocato dal Mise. Qf Spa ha annunciato il rinnovo della Cassa integrazione ordinaria “per non fare forzature sulla richiesta di cassa per transizione”, e che c’è “il rispetto pieno dei tempi previsti nell’accordo del 19 gennaio”, che prevede il closing dell’operazione di ingresso di un nuovo investitore, e di reindustrializzazione della fabbrica, entro agosto. “Siamo determinati – afferma Qf – e convinti. Se lavoratori e istituzioni continueranno a sostenere il nostro progetto siamo sicuri del buon esito di questa complessa ed impegnativa vicenda”

Bekaert: “Passi avanti per reindustrializzazione”, sindacati non soddisfatti

“Positivi passi avanti fatti per la reindustrializzazione e i ricollocamenti” della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze): è quanto sostiene l’azienda, una cui delegazione ha incontrato oggi al ministero dello Sviluppo economico istituzioni e sindacati. Bekaert ribadisce che “il lavoro di tutte le parti coinvolte procede serrato per favorire la continuità occupazionale per i 224 dipendenti” che si trovano ancora in Cassa integrazione straordinaria.

Le attività di ricerca e selezione di possibili soggetti reindustrializzatori in corso, sostiene Bekaert in una nota, “hanno prodotto molteplici contatti, con alcune concrete possibilità di reindustrializzazione”. Secondo l’azienda, “tra le ipotesi più rilevanti su cui si sta lavorando (di concerto col Mise e Invitalia) quella di un’azienda italiana, attiva nel settore delle lavorazioni metalliche, che ha presentato un piano industriale per la produzione a Figline di ‘filo di tubo’, con la previsione di assumere nel primo anno di attività 90 lavoratori Bekaert, numero che si vorrebbe poi portare a crescere nel triennio successivo. Confermato anche l’interesse della multinazionale Bielorussa Bmz, con la quale proseguono fitti contatti informativi a tutti i livelli, propedeutici alla presentazione del piano industriale”.

Bekaert ha anche ricordato che “le ulteriori attività di ricerca e supporto per i lavoratori interessati, finalizzate alla loro continuità occupazionale, sono, oltre alla reindustrializzazione, il ricollocamento attivo, l’outplacement e la riqualificazione”.  Sul fronte del ricollocamento attivo dei lavoratori a condizioni incentivate a favore dei datori di lavoro, spiega l’azienda, “sono state intercettate sin ora 193 offerte di lavoro compatibili con i profili dei lavoratori, di cui 39 ancora disponibili, e sta proseguendo il matching tra domanda e offerta e il lavoro. I distaccati o ricollocati presso altre aziende sono attualmente 52, mentre per altri 8 è in corso l’iter di attivazione del distacco o si è in attesa dell’esito del colloquio o dell’assunzione”.

Sindacati ancora non soddisfatti.”Delle 14 aziende contattate al momento solo 2 hanno presentato una reale manifestazione di interesse”, lamentano Raffaele Apetino coordinatore nazionale Fim Cisl, e Alessandro Beccastrini, segretario generale della Fim Cisl Toscana. Entrambe le società, spiegano Apetino e Beccastrini, “hanno presentato bozza di piani industriali che prevedono però da subito solo il rientro di 90 lavoratori. Come Fim Cisl riteniamo che bisogna fare in fretta ed entrare nel merito dei due piani perché il tempo non gioca a mostro favore, anche perché gli ammortizzatori sociali scadono a fine dicembre”.

Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil di Firenze, si è detto non soddisfatto del confronto e ha annunciato che “la cooperativa dei lavoratori presenterà un piano industriale nelle prossime settimane”, e che “due soggetti industriali indiani, di cui non conosciamo il nome a causa del vincolo di riservatezza, hanno manifestato il loro interesse”. Per Calosi bisogna “salvaguardare tutti i 224 lavoratori” ancora in Cig, “utilizzando anche nuovi ammortizzatori sociali. Diversamente da ciò non siamo disposti a firmare alcun accordo”.

Per la reindustrializzazione della Bekaert di Figline Valdarno “al momento si stanno valutando circa 28 documenti, con 4 manifestazioni di interesse di cui, in particolate, due risultano in stato avanzato di interlocuzione”. Lo afferma in una nota il ministero dello Sviluppo economico. Le manifestazioni di interesse provengono dalla bielorussa Bmz, da un’azienda italiana, e da due investitori indiani. L’ipotesi Bmz, ricorda il Mise, è stata anche al centro del vertice bilaterale tra il ministro Luigi Di Maio e il premier bielorusso Sergei Rumas dello scorso 6 febbraio, ed è proseguito con una serie di riunioni tecniche; Bmz si è anche recata con una sua delegazione a Figline per visitare lo stabilimento. “L’obiettivo di tutte le parti coinvolte è quello di giungere in tempi brevi all’individuazione di un solido investitore, in modo da salvaguardare i livelli occupazionali e produttivi del sito di Figline Valdarno”, ha dichiarato il vicecapo di gabinetto del Mise Giorgio Sorial.

Nell’incontro odierno al Mise sulla Bekaert, “che ritengo insoddisfacente, non sono emerse novità significative rispetto a marzo. C’è la conferma che le opzioni più avanzate per la reindustrializzazione arrivano da due aziende, una italiana e una bielorussa, e ciascuna ricollocherebbe un massimo di 90 lavoratori sui 224 rimasti in cassa integrazione”. Lo afferma il sindaco di Figline e Incisa (Firenze) Giulia Mugnai.

“Abbiamo quindi richiesto che il tavolo presso il Mise venga convocato nuovamente entro la fine di settembre – aggiunge Mugnai in una nota -, in modo da conoscere quali sono le opzioni che, combinate assieme o integrate, possono dare una tutela a tutti i lavoratori”. Per il sindaco, “le preoccupazioni continuano ad aumentare perché il tempo stringe e noi abbiamo la necessità di dare una risposta a quelle persone che sono coinvolte direttamente nella vertenza, ma anche a tutto il territorio: quello che chiediamo, infatti, è che siano create le condizioni per dare una prospettiva di sviluppo nel lungo periodo per salvaguardare i livelli occupazioni dell’intera vallata”.

Aferpi, Jsw Steel Italia: “Piombino resta impianto strategico”

“Piombino resta un impianto strategico per Jsw. L’incontro convocato al Mise ha portato una rinnovata fiducia nel rapporto tra l’azienda indiana e il Governo italiano e impresso un’accelerata nel percorso già avviato”.

Così, in una nota, Jsw Steel Italia, proprietaria dell’acciaieria ex Aferpi di Piombino (Livorno) commenta l’incontro di martedì a Roma per fare il punto sul piano industriale, e occasione per comunicare gli investimenti garantiti fino ad oggi: “Dall’attivazione dei tre laminatoi con l’impiego di 700 lavoratori, all’investimento in capitale circolante di 170 milioni di euro”.

Jsw rende inoltre noto che “sono in corso una serie di studi e di progetti, l’efficientamento energetico per un investimento di 3 milioni di euro, i progetti per il controllo qualità e prodotto per essere in linea con i mercati per un totale di 1,5 milioni di euro, gli investimenti per l’incremento della produttività all’interno dei treni di laminazione per un valore di 5 milioni di euro. E ancora, sul treno barre è previsto un investimento sul blocco di finimento e sui garret e su tutta la parte di riscaldo delle billette e dei blumi su tutti e tre i treni di laminazione per un totale di 10 milioni di euro. Questo è solo l’inizio di un progetto di rilancio che vede Piombino protagonista di un nuovo corso industriale”.

L’incontro al Mise ha permesso anche di fare il punto sui prossimi passi del piano industriale. La prossima settimana, spiega la nota di Jsw Steel Italia, “è previsto l’incontro promosso dal Governo con Invitalia per definire le linee di utilizzo dei 33 milioni di euro come sancito dall’Accordo di programma”. Si parlerà, invece, di energia il 23 luglio in un incontro “a Roma con il sottosegretario Davide Crippa”. L’azienda ricorda che con l’accordo di programma “il Governo si è impegnato a garantire all’impianto di Piombino le stesse condizioni di accesso al conto energetico per rendere quella che è l’unica fabbrica italiana che produce rotaie” competitiva “sul piano dell’offerta con i competitor internazionali”.
Sul tavolo poi la questione legata alla progettazione dell’impianto per la tempra delle rotaie. Il 5 marzo, con sollecito il 18 marzo “Jsw Steel Italia ha consegnato al Comune di Piombino l’istanza per ottenere la variante al regolamento urbanistico, contenente gli aspetti programmatici, gli interventi di progetto, il layout generale dell’impianto e le indicazioni dei trend del mercato generale che supportano la scelta strategica di procedere con questa implementazione di progetto”. L’azienda ribadisce infine la volontà di puntare su Piombino “e sulle sue peculiarità produttive che l’hanno resa un riferimento europeo nel settore della produzione delle rotaie. L’investitore indiano vuole valorizzare questa grande storia e rendere l’acciaieria di Piombino un player fondamentale nel mercato internazionale degno di portare il made in Italy nel mondo”.
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