Rufina: minacce, insulti e botte a una 19enne, denunciate due coetanee

Due ragazze di 17 e 18 anni, per mesi, hanno bullizzato una ragazza loro coetanea (19enne), prima con  molestie sui social: prendendola di mira su Facebook e Instagram; poi con insulti, minacce, pedinamenti per strada fino ad aggredirla. Per questo i carabinieri della stazione di Rufina, nel Fiorentino, hanno denunciato le due giovani per atti persecutori, violenza privata e lesioni.

Le due stalker avevano iniziato alla fine di Novembre sui social per poi approfittare di ogni occasione per aggredirla anche fisicamente. Strada, autobus o treno che fosse, per la studentessa diciannovenne queste due ragazze erano diventate un vero e proprio incubo, culminato in un ultimo faccia a faccia a metà luglio quando, incuranti del fatto che la ragazza fosse in compagnia della madre, l’hanno aggredita, bloccandola, tirandole i capelli con insulti, più volte, nonostante i tentativi della madre e di alcuni passanti di frapporsi fra le tre.

L’immediata denuncia dell’episodio ai carabinieri e gli approfondimenti svolti a seguito della delega della procura della repubblica di Firenze (titolare del fascicolo il pm Giacomo Pestelli) hanno portato alla luce questo scenario di vessazioni che andava avanti ormai da mesi: per la diciottenne, il gip del tribunale di Firenze, Maurizio Caivano, ha emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai suoi familiari nonché il divieto assoluto di comunicazione mentre la posizione della minore è al vaglio della competente procura per i minorenni.

Instagram sblocca video con ‘Modella’ di Goncharova

Instagram ha sbloccato il video promozionale sulla mostra di Palazzo Strozzi dedicata a Natalia Goncharova, in programma dal 28 settembre al 12 gennaio 2020. L’opera ‘incriminata’ è “Modella (su sfondo blu)”. La stessa Fondazione Palazzo Strozzi, tramite il proprio social media manager, aveva contattato il social network facendo notare la situazione.

L’artista Natalia Goncharova (1881-1962) è un’esponente delle Avanguardie del primo ‘900, censurate e processata in Russia a causa della sua arte. E’ stata la prima artista russa ad esporre dipinti di nudo femminile. L’accusa è quella di aver offeso la pubblica morale e di pornografia, anche se fu sempre assolta. La vicenda ha fatto scalpore poichè ad essere censurata è un’opera d’arte. Il motivo della misura adottata dal social network Instagram è la presenza di “immagini raffiguranti nudità e porzioni di pelle eccessive” relativo all’opera ‘Modella’. Quest’ultima è infatti presente nel video di presentazione della mostra e sarà esposta anche nella mostra a Firenze.

Il direttore generale della Fondazione, Arturo Galansino, aveva commentato: “Come successo l’anno scorso con Marina Abramovic anche Natalia Goncharova, artista delle avanguardie di primo ‘900, viene censurata dai social media. Si può dire che, dopo oltre un secolo, l’opera di Natalia riesce ancora a scandalizzare come aveva fatto ai suoi tempi”. “Si innesca così  inevitabilmente – ha continuato -una domanda: può un algoritmo determinare un principio di censura all’interno di uno dei principali mezzi di comunicazione e informazione del mondo?”.

Palazzo Strozzi, Instagram censura video mostra Goncharova

Il social network Instagram avrebbe censurato il video promozionale della mostra che dal prossimo 28 settembre al 12 gennaio 2020 celebra Natalia Goncharova (1881-1962) in Palazzo Strozzi impedendo la pubblicazione a causa di “immagini raffiguranti nudità e porzioni di pelle eccessive”.

Lo denuncia la Fondazione Palazzo Strozzi precisando che il riferimento è all’opera “Modella (su sfondo blu)” che sarà esposta nella rassegna. Natalia Goncharova, evidenzia Palazzo Strozzi, “viene censurata oggi come nel 1910 quando in Russia fu la prima donna a esporre dipinti di nudi femminili mostrando il suo spirito anticonformista. Fu accusata e processata per offesa alla pubblica morale e pornografia ma venne sempre assolta”.

“Come successo l’anno scorso con Marina Abramovic anche Natalia Goncharova, artista delle avanguardie di primo ‘900 viene censurata dai social media. Si può dire che, dopo oltre un secolo, l’opera di Natalia riesce ancora a scandalizzare come aveva fatto ai suoi tempi…”, afferma Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

“Sui social media – continua il direttore – vediamo costantemente immagini o video di nudo ma in questo caso viene bloccata l’immagine di un dipinto che appartiene alla storia dell’arte moderna. Si innesca così inevitabilmente una domanda: può un algoritmo determinare un principio di censura all’interno di uno dei principali mezzi di comunicazione e informazione del mondo?”

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