Livorno dedica parco pubblico a Ilaria Alpi

In memoria della giornalista Ilaria Alpi sarà dedicato il parco pubblico di fronte alla caserma dei paracadutisti Vannucci di Livorno.

Lo ha deciso la giunta del sindaco Filippo Nogarin che ha approvato l’intitolazione di sette aree verdi comunali a donne passate alla storia per il loro valore civile, sociale o professionale, dando seguito all’indirizzo di una mozione votata all’unanimità dalla Commissione pari opportunità (e al percorso analogo promosso dalla Consigliera di parità della Provincia di Livorno Cristina Cerrai) sulla riduzione dello squilibrio attuale della toponomastica cittadina.

Il 94% delle strade, vie e piazze di Livorno, intitolate a persone – si spiega dal Comune – è infatti dedicato a uomini. Tre delle nuove attribuzioni saranno decise dagli studenti delle scuole Carducci, mentre la giunta ha già stabilito di intitolare oltre al parco in memoria di Alpi, all’attivista Lgtb Sylvia Rivera l’area verde in piazza del Luogo Pio e alle storiche direttrici d’orchestra livornesi, Irene Morburgo e Palmira Orso, i due spazi alberati di piazza Magenta.

Per le altre tre donne illustri indicate nell’atto di giunta – la martire del libero pensiero Ipazia di Alessandria, le pittrici Frida Kahlo e Artemisia Gentileschi – i ragazzi delle scuole Carducci, promotori del progetto sulla tassonomia femminile, dovranno decidere la relativa intitolazione scegliendo tra tre aree verdi indicate dall’amministrazione

Piazza Alpi Hrovatin, via al progetto partecipato

Si terrà domani 14 giugno alle Piagge la festa di avvio del progetto partecipato Apriti Piazza!, sostenuto da più di mille firmatari e finanziato dall’Autorità della partecipazione della Regione Toscana.

Secondo gli organizzatori “il percorso vuole raccogliere idee e stimoli dagli abitanti del quartiere per progettare insieme un ampio spazio che oggi ospita gli edifici della Comunità delle Piagge e un grande prato. Due anni fa l’area è stata intitolata alla memoria dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia nel 1994 mentre indagavano su un traffico di rifiuti tossici”.
Proprio ieri per altro  è scomparsa la madre di Ilaria, che ha speso tutte le energie possibili nel cercare la verità sulla morte della figlia. In occasione dell’inaugurazione della piazza, Luciana Alpi fece arrivare il suo saluto alla Comunità delle Piagge, che domani le dedicherà un affettuoso ricordo.

“Il percorso di Apriti Piazza!, che entrerà nel vivo a settembre, prevede una serie di workshop con i cittadini, e si concluderà a dicembre con la presentazione alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione” fanno sapere dalla Comunià.
Oltre agli incontri pubblici di progettazione partecipata, sono previsti scambi con esperti, laboratori e altre azioni collettive conviviali.
Domani sarà lanciato il progetto di arte collettiva “Un tappeto per la piazza”: con i canovacci delle cucine degli abitanti delle Piagge verrà cucito un grande tappeto, decorato da parole che racchiudono i desideri per questo luogo, e che poi verrà steso sul prato di piazza Ilaria Alpi – Miran Hrovatin.

Di seguito il programma della giornata

>> GIOVEDI’ 14 GIUGNO ALLE ORE 18 <<
FACCIAMO FESTA
in Piazza ILARIA ALPI – MIRAN HROVATIN

(tra via Lombardia, via della Sala, il maneggio, la discoteca Viper; contenente la bottega delle economie solidali e il Centro sociale).

18,30: Musica dei ragazzi dell’ensemble “Blue Flue” della Scuola secondaria di primo grado Paolo Uccello, Le Piagge
19,00: Aperitivo/cena
20,00: Informazioni sulle tappe del processo partecipativo e chiacchiere sulla piazza che vogliamo
21,00: Presentazione del libro L’irruzione degli invisibili. Il ’68 e la nascita di nuovi mondi in America Latina, con l’autore Raul Zibechi.


http://open.toscana.it/web/apriti-piazza-/home
Info: 3297444356

Ilaria Alpi, il pm: “nuove intercettazioni irrilevanti”

Nessuna svolta nel caso dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenuto nel 1994 in Somalia: le intercettazioni erano state girate alla procura di Roma dai colleghi di Firenze.

Il pm di Roma Elisabetta Ceniccola ha ribadito la richiesta di archiviazione al gip per l’indagine sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l’operatore del Tg3 uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio, sostenendo che le nuove intercettazioni giunte dai pm di Firenze nelle scorse settimane sono sostanzialmente irrilevanti e non rappresentano uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti.
Il giudice Andrea Fanelli si è riservato di decidere nei prossimi giorni.

La conversazione giunta a piazzale Clodio risale al 2012 e riguarda due cittadini somali residenti in Italia che parlando del caso Alpi affermano “l’hanno uccisa gli italiani”: si tratta di una intercettazione presente nelle carte di una inchiesta congiunta delle procure di Firenze e Catania che sette anni fa portò all’arresto di 55 persone, tutte somale, accusate di traffico di esseri umani.

Ilaria Alpi: intercettazione che riapre ‘caso’ in indagine procura Firenze 

E’ tra le carte di un’inchiesta della procura di Firenze su un traffico di camion dismessi dell’Esercito italiano verso la Somalia l’intercettazione in cui gli indagati fecero anche riferimento alla giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa nel 1994 a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin, che ora potrebbe essere alla base della riapertura delle indagini.

Alcune settimane fa la procura di Firenze ha trasmesso alla procura di Roma gli atti dell’inchiesta sul traffico di mezzi militari italiani che ha visto 15 indagati, per 4 dei quali, tutti somali, il pm Giuseppina Mione ha chiesto il processo. L’intercettazione riguarda una breve conversazione tra due indagati, somali, nella quale si farebbe cenno anche all’omicidio di Ilaria Alpi.
L’intercettazione compare la prima volta in un’inchiesta della procura di Firenze dedicata al sistema per il trasferimento di valori Hawala, effettuato attraverso persone di fiducia mediante compensazioni monetarie o patrimoniali, fuori dai circuiti bancari autorizzati e pertanto illegale. L’inchiesta era coordinata all’epoca dal pm della Dda di Firenze Ettore Squillace Greco, adesso procuratore capo a Livorno. Successivamente gli stessi elementi investigativi sono stati ripresi nell’inchiesta del pm Mione sul traffico di mezzi dismessi dell’Esercito, che venivano demilitarizzati in Italia ed illecitamente esportati in Somalia, paese sotto embargo, con pagamenti fatti tramite Hawala. Per questa inchiesta il pm Mione ha chiesto il giudizio immediato per quattro somali. Complessivamente gli indagati sono 15, tra cui alcuni italiani.
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