Piombino, Aferpi: sindacati, Di Maio ci convochi o faremo protesta a Roma

Un’iniziativa di protesta a Roma nel mese di ottobre con gli operai Aferpi, “se entro la fine di settembre non arriverà una convocazione da parte del ministero del Lavoro per la proroga dell’attuale decreto ministeriale che garantisce la cassa integrazione speciale per i lavoratori Aferpi e Piombino Logistics fino a dicembre 2018”.

E’ quanto annunciano i sindacati Fim, Fiom e Uilm di Piombino (Livorno), al termine di una serie di assemblee dei lavoratori tenute oggi. I sindacati chiedono anche “interventi speciali per il lavoratori dell’indotto che hanno terminato ogni forma di sostegno al reddito”. “Se le prime settimane di settembre sono state dedicate dall’Esecutivo alla delicata vertenza Ilva – osservano i sindacati in una nota unitaria -, oggi non ci sono più spiegazioni per questo continuo silenzio del Governo su Piombino. Auspichiamo che il Governo si attivi da subito con una convocazione entro la fine di settembre”.

Quanto al progetto Jindal, i sindacati sottolineano che “pur valutando positivamente il progetto del nuovo imprenditore, che dovrà essere monitorato costantemente per garantire non solo la prevista ripartenza dei tre treni di laminazione ma anche il ritorno nel più breve tempo possibile a produrre acciaio, restiamo prudenti e allo stesso tempo preoccupati per come saranno gestiti i prossimi anni”, perché “visti i ritardi per lo sviluppo di nuove attività del porto e la ripartenza delle infrastrutture, sappiamo che il progetto Jindal avrà bisogno di anni per poter realizzarsi in toto. Per questi motivi c”è la necessità per ancora molti anni di ammortizzatori sociali”.

Con l’arrivo della prima nave Jindal, riparte produzione

Piombino, come da programmi è attraccata al porto, domenica mattina, la prima nave dall’India, la Vega Lea proveniente da Chennai, con un carico da 18 mila e 600 tonnellate di semiprodotto, che permetterà di cominciare la produzione di rotaie ‘made in Jindal’ nello storico stabilimento ex Lucchini e poi ex Aferpi.

È il primo carico di semiprodotto Jindal che arriva a Piombino, da quando, a fine luglio, la fabbrica è passata da Cevital al gruppo indiano, colosso mondiale dell’acciaio.

“In questi giorni lo stabilimento torna a riprendere vita dopo mesi in cui era completamente morto: adesso ci sono le condizioni, con un imprenditore siderurgico dell’esperienza di Jindal, per rinascere e ridare un futuro siderurgico e nuove prospettive di lavoro al nostro territorio”. Ha commentato Lorenzo Fusco, segretario Uilm di Livorno, l’arrivo stamani della nave. Una data importante dunque quella di oggi per Piombino, che segna un ritorno concreto alla produzione dopo alcuni mesi in cui lo stabilimento con tutti e tre i treni di laminazione (rotaie, barre e vergella) era rimasto completamente fermo. In realtà nell’ultima settimana lo stabilimento aveva già iniziato a riprendere lentamente vita con la riaccensione del forno del treno rotaie per laminare alcuni blumi rimasti in ‘eredità’ da Cevital.

Ma era fondamentale ripartire al più presto con la produzione massiccia: ci sono infatti ancora da soddisfare 45mila tonnellate di ordini rimasti inevasi nei mesi scorsi a causa del mancato acquisto di Cevital dei blumi necessari. Nel frattempo, nello stabilimento sono iniziati i primi interventi anche sugli altri due treni di laminazione (barre e vergella), in vista di una possibile ripartenza prevista, come sembra, per la fine di ottobre.

Stamani una quarantina di lavoratori degli impianti dell’acciaieria e della cokeria fermi da ormai oltre 4 anni, che non avevano più rimesso piede in azienda da aprile 2014, sono rientrati in fabbrica. “Sono tutti piccoli ma positivi passi – ha sottolineato Fusco – che dovranno diventare la normalità.

Adesso ci aspettiamo l’annuncio dell’arrivo di semiprodotto costante per tutti i treni di laminazione, così da potere ‘riaggredire’ il mercato e riprendere quei clienti persi ormai da troppi anni e discutere seriamente e concretamente della rotazione del massimo numero di lavoratori, per i quali sarà necessario anche un’adeguata formazione.

Decisivo sarà, la conferma a fine settembre, quando è prevista la presentazione delle offerte, di un cliente come Ferrovie dello Stato. Ovviamente sarà importante il prezzo con il quale sarà fornito il semiprodotto per rendere il nostro stabilimento competitivo sui mercati, nell’attesa di tornare a produrre a Piombino l’acciaio necessario”.

I sindacati, oltre alla ripartenza costante dei treni di laminazione, auspicano l’avvio degli smantellamenti dei vecchi impianti per dare prospettive a tutti quei lavoratori dell’indotto.

“Fondamentale poi – conclude il sindacalista della Uilm – sarà accelerare gli studi per gli investimenti per i forni elettrici che permetteranno di tornare a produrre acciaio garantendo la piena occupazione.

In questo frangente attendiamo la convocazione non più rimandabile, o altrimenti dovremo organizzarci come sindacato per ottenere la convocazione, già più volte richiesta al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio per garantire ammortizzatori sociali adeguati (sia in termini di durata che di valore economico) per l’intera durata del progetto Jindal”.

Aferpi: Jindal, a Piombino “vogliamo investimento di successo”

Oggi Sajjan Jindal, patron del gruppo Jindal, ha incontrato gli operai della Aferpi sottolineando che quello di Piombino “è il primo investimento in Ue e vogliamo che sia un investimento di successo” aggiungendo  “vi garantisco che sarà uno dei più importanti siti di produzione di acciaio in Europa”.

Quello di Piombino “è il primo investimento in Ue e vogliamo che sia un investimento di successo”. Lo ha detto Sajjan Jindal, patron del gruppo Jindal agli operai della Aferpi di Piombino (Livorno) che ha incontrato oggi, al teatro Metropolitan della cittadina toscana.

“Mi è stato detto che Piombino ha una grande storia nella produzione di acciaio, che è stato il primo impianto a produrre acciaio”, ha sottolineato “vi garantisco che sarà uno dei più importanti siti di produzione di acciaio in Europa”.

“Vogliamo portare al massimo della capacità”, ha aggiunto “gli impianti di laminazione esistenti, e far sì che il porto si sviluppi con la sua capacità operativa. E poi vogliamo costruire una nuova acciaieria nel massimo rispetto ambientale. Questo è il mio desiderio ed è quello che voglio realizzare”.

“Piombino”, ha proseguito “è una splendida città con splendida gente, è la prima volta che ne visito il centro storico, e vogliamo sviluppare un impianto siderurgico che abbia lo stessa bellezza della città per vivere in armonia in questo territorio”.

Il patron di Jsw ha spiegato di aver avuto un grande supporto da parte “delle istituzioni, da parte della Regione, della città, del commissario e dall’attuale governo e quello precedente”.

Jindal “è partito nel modo giusto, ha voluto incontrare i lavoratori e la cittadinanza. Continui su questa strada e dalla Regione Toscana avrà il massimo della collaborazione possibile”. Lo ha detto il presidente della Toscana Enrico Rossi. Un risultato che premia, ha anche detto Rossi, “il grande impegno dei lavoratori, e la loro lotta e la loro fermezza. Come Regione ci siamo impegnati fino in fondo, con tutte nostre forze. La Regione monitorerà lo stato di avanzamento. Saremo puntuali e attenti. Spero che oltre l”obiettivo di tornare a colare acciaio ci sia anche uno sviluppo del porto”.

Inoltre “ringrazio l’ex ministro Calenda che molto si è dato da fare e anche il neo ministro del Lavoro Di Maio che ha stipulato con noi e Jindal l”accordo di programma – ha anche aggiunto Rossi -. Ci sono le premesse, e avrò la coscienza a posto con me stesso il giorno in cui leggerò che a Piombino si è tornati a colare acciaio come avevo promesso nel 2012. Abbiamo avuto problemi e interruzioni non banali, ma mi sembra che ora siamo vicini a questo obiettivo”.

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