Maggiani Chelli: addio all’instancabile voce delle vittime di mafia

All’apparenza così fragile ed eterea, nei fatti così instancabilmente tenace nella ricerca della verità. Giovanna Maggiani Chelli confondeva con quel suo aspetto delicato e minuto ma bastava sentirla parlare una volta per capire quanta lucidità e forza c’erano nel corpo e nell’animo.

Ci ha lasciato dopo una lunga malattia nella sua casa di La Spezia, e proprio nella città ligure sono previsti i funerali in forma privata. “E’ stata una donna volitiva, forte e di grande coraggio, ha seguito tutti i processi e le udienze sull’attentato che si sono svolte a firenze e fuori”, così la ricorda Walter Ricoveri vicepresidente e cofondatore dell’associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’.
Fu ‘spina nel fianco’ di inquirenti e opinione pubblica affinché si facesse piena luce sull’attentato mafioso del 27 maggio 1993 a Firenze che causò cinque vittime, decine di feriti e ingenti danni.
Stimata nelle istituzioni e nella magistratura, venne nominata cavaliere della Repubblica per il suo impegno incessante fino all’ultimo. Non si contano le interviste fatte a Controradio, perché il silenzio è connivenza, l’oblio della memoria sarebbe stata un’altra morte per le vittime di mafia. E allora Giovanna, madre di una ragazza coinvolta nell’attentato, con grande energia e capacità di analisi, è stata anima dell’associazione, stimolando  per anni la massima attenzione sulle stragi di Cosa nostra e sui mandanti occulti.

“E’ morto Salvatore Riina il boia di via dei Georgofili. Abbiamo speso la nostra vita e non ce l’ha fatta Salvatore Riina a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro ed è morto a 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti”. Così nel novembre del 2017 commentava la notizia della morte del capo di Cosa Nostra sottolineando come fin da quel 1993  i passaggi da 41 bis a carcere normale, abbiano denotato “quanta forza nellambito dello Stato sia stata spesa per assecondare i desiderata della mafia, ma questo è un capitolo ancora tutto aperto. Vogliamo sapere chi aveva in quel 1993 promesso a Riina ,in cambio di morti, l’abolizione del 41 bis”. Una richiesta di verità lunga 26 anni e mai sopita.
“Abbiamo tempo, abbiamo eredi e con fede aspettiamo che chi fino a ieri ha cercato mille scuse per non fare il proprio dovere, ora con indagini accurate proceda a rinvio a giudizio dei “concorrenti di Cosa nostra” per la strage di via dei Georgofili e per le stragi del 1993 – scriveva sul sul suo blog su il Fatto –  Indagini inerenti i mandanti oltre Cosa nostra sono state aperte per la terza volta a Firenze. Noi chiediamo solo un dibattimento: nel bene o nel male abbiamo bisogno di verità”.

Giovanna non ci sarà più ad aspettare risposte ma le coscienze di tutti noi sì. Anche per lei.

Chiara Brilli

Strage Georgofili: morta Giovanna Maggiani Chelli

E’ morta la notte scorsa, dopo una lunga malattia, nella sua casa di La Spezia, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell”Associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’. Aveva 75 anni.

Fu ‘spina nel fianco’ di inquirenti e opinione pubblica affinché si facesse piena luce sull’attentato mafioso del 27 maggio 1993 a Firenze che causò cinque vittime, decine di feriti e ingenti danni. Morirono Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le figlie Nadia, 9 anni, Caterina, 50 giorni di vita, e lo studente Dario Capolicchio, 22. Giovanna Maggiani Chelli, che era madre di una ragazza coinvolta nell’attentato, che fece parte della strategia stragista di Cosa Nostra nel 1992-1993, non perse mai un’udienza dei processi contro Riina e gli altri mafiosi.

Fu tra i fondatori dell’associazione dei familiari che la ricorda con un altro esponente, Walter Ricoveri :”Donna pervicace,intelligente, di grande energia, con grande capacità di analisi, è stata anima della nostra associazione, ha stimolato per anni la massima attenzione sulle stragi e sulla mafia. Era stimata nelle istituzioni e nella magistratura, venne nominata cavaliere della Repubblica per il suo impegno, la sua attività è stata incessante fino a ora”. I funerali si svolgeranno domani a La Spezia in forma privata.

“Si è battuta senza sosta per 26 anni convivendo con il dolore perché giustizia fosse fatta fino in fondo”. Così il sindaco Dario Nardella ha ricordato Giovanna Maggiani Chelli. “Giovanna – ha aggiunto il sindaco – era la ‘voce’ delle vittime dell’attentato del 27 maggio 1993. Una donna coraggiosa e tenace che contagiava nella sua passione civile per la ricerca della verità”. “E a tutti noi ha affidato un compito da portare avanti – ha concluso -, continuare nella battaglia perché sia fatta luce completa su quella tremenda pagina della storia della nostra Repubblica”.

Cordoglio anche da parte del vicesindaco di Firenze Cristina Giachi: “Intransigente e coraggiosa ma anche sensibile e delicata – ha detto – Giovanna è stata una donna di principi, donna di coraggio, lontana dai compromessi e schietta a qualunque costo”.

Caso Battisti, Ass. Georgofili: “Temiamo attacco a 41 bis”

“Esprimiamo le nostre perplessità sul fatto che Cesare Battisti andrà in prigione all’ergastolo ostativo in regime di 41 bis, temiamo attraverso il caso Battisti un attacco al 41 bis per i mafiosi rei di strage terroristica. La legge è uguale per tutti e se il 41 bis non verrà applicato a Battisti, per accordi precedenti, tutti i 41 bis in Italia, anche quelli del gruppo di fuoco di Bagarella e dei F.lli Graviano, temiamo possano diventare ‘precari'”.

Lo scrive Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, riguardo all’arresto del terrorista Cesare Battisti in Bolivia.
“Gli accordi del Governo Gentiloni per volere del ministro Orlando ci furono – scrive ancora -. Semmai Battisti fosse venuto in Italia l’ergastolo ostativo per lui era escluso, perché il Brasile non prevedeva né ergastolo e tanto meno il 41 bis”.

E, prosegue la nota, “non ne facciamo una questione per il latitante Battisti, possiamo comprendere i familiari delle vittime e il perseguimento della giustizia ma nulla più. Come sempre auspichiamo una nostra lettura esasperata, ma il 41 bis, soprattutto il 4 bis, sono qualcosa sotto tiro in questo Paese, sotto tiro della mafia dal 27 maggio 1993, e da quella politica che deve salvaguardare i segreti della strage di via dei Georgofili: la strage per l’annullamento del 41 bis.”

Strage Georgofili: “Dell’Utri rimanga in carcere”

“Riina è morto in carcere con tutte le patologie che aveva, e chiunque abbia legami con la mafia deve morire in carcere, perché le nostre vittime sono morte nel loro letto,a causa di “collusioni mafiose” che hanno indotto Riina a massacrare i nostri figli per avere annullato il carcere duro, attraverso probabili intercessioni di nascenti partiti politici”. Lo sfogo arriva da Giovanna Maggiani Chelli, presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili.

“Se i condannati per mafia come Marcello Dell’Utri – aggiunge Maggiani Chelli – possono andare a casa ai domiciliari, nella casa loro, fra le amorevoli braccia della famiglia, cosa possiamo pensare noi le vittime di mafia? Neppure sotto il Ministro Orlando, da noi sempre criticato, mai era arrivati a tanto”.

“I tribunali di sorveglianza sono qualcosa che noi siamo costretti a guardare con avversità -prosegue la presidente dell’Associazione – perché la mafia ci ha rovinato la vita e le collusioni con la mafia sono state la causa di dolore e disperazione, perché non hanno mai consentito a causa di trasversalità, completa giustizia per le nostre vittime”.

“Non possiamo capire tutti i mal di pancia dei carcerati per mafia, perché abbiamo malati e disperati di vita, con delle patologie causa-effetto della strage di via dei Georgofili da rendere “ridicolo” ogni mal di cuore. Lo Stato – conclude Maggiani Chelli – ci deve un processo sulla scia di indagini in corso per i “concorrenti della mafia” per la strage di via dei Georgofili e forse solo allora sapremo chi è innocente rispetto alle stragi del 1993″.

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