Al Teatro Puccini Ascanio Celestini porta in scena “Barzellette”

Domani e sabato 22 febbraio, alle ore 21.00, Ascanio Celestini  sarà in scena al Teatro Puccini, con “Barzellette”. Lo spettacolo prende spunto dall’omonimo libro, edito da Einaudi. Musiche  di Gianluca Casadei.

Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene, per smontarlo e conoscerlo.

E poi, la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore. Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si prende la responsabilità di riscriverle, in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore. Appena ascoltata, può a sua volta diventare un raccontatore e dunque un nuovo autore che la cambia, reinterpreta e improvvisa.

Lo spettacolo ha una storia di base, che verrà usata come cornice, ma ogni volta le singole storie cambieranno, per salvaguardare la modalità improvvisativa. Infatti, il narratore ha un proprio repertorio, ma non lo riproduce mai per intero, né tantomeno con la stessa sequenza. Il testo di riferimento sarà un corpus di oltre duecento storie. Un grande contenitore che non viene mai mostrato per intero, ma sempre per frammenti: quelli utili alla narrazione di quella singola replica.

La storia è ambientata in una piccola stazione terminale. I treni arrivano e tornano indietro, perché i binari si interrompono. Un vecchio ferroviere parla al becchino del paese in attesa di un morto di lusso. Un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e, ora che è morto, sta tornando al paese per farsi seppellire. Nell’attesa il ferroviere racconta le sue barzellette, quelle che ha raccolto dai viaggiatori. Gente sconosciuta che arriva e riparte senza lasciare nient’altro che le proprie storie buffe.

E perché le ha raccolte? Per far ridere il capostazione.

Nel tempo il vecchio ferroviere s’è innamorato delle sue storielle e non sappiamo se un giorno le racconterà davvero all’uomo per il quale sono state raccolte. O forse gliele ha già raccontate.

Forse il capostazione è lui. Forse non c’è nemmeno una stazione, il treno non arriverà mai e il becchino è venuto per seppellire proprio il barzellettiere.

L’unica certezza è che quel vecchio non riesce a starsene zitto.

Lo spettacolo fa parte de Il Teatro?#bellastoria!, abbonamento ideato dalla Fondazione CR Firenze e riservato ai giovani tra i 14 e i 19 anni.

Lo spettacolo fa parte dell’abbonamento Passteatri 2020

 

INFORMAZIONI:

Teatro Puccini

Via delle Cascine 41

50144 Firenze

Tel. 055.362067    www.facebook.com/teatro.puccini

“Racconti d’estate”: Ascanio Celestini in un puzzle sentimentale di formidabile intensità

L’Istituto Ernesto de Martino (Villa San Lorenzo al Prato – via Scardassieri, 47 Sesto Fiorentino (Fi)) presenta “InCanto tutto l’anno 2018”, una rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività in Italia, giunto alla XXIIª edizione: domani, 9 giugno, a partire dalle 21.15, sarà Ascanio Celestini, accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, ad andare in scena con lo spettacolo “Racconti d’estate”.

“Racconti d’estate” spiegato attraverso le parole di Ascanio Celestini:
“Delle letture, un lavoro in corso, uno studio, un’improvvisazione, un incontro, uno spettacolo sbagliato. Una parte dello spettacolo è costruito da letture, una parte è improvvisato pescando dal mio repertorio. Alle volte la scaletta è scritta un’ora prima e cambia in corsa. Alcuni racconti provengono dalla tradizione popolare, altri sono completamente inediti. Certe volte sono fiabe moderne, altre volte sono trascrizioni di interviste attraverso le quali si ripercorre una storia realmente accaduta, ma un centro forse c’è sempre: è l’importanza delle parole. Quelle che ci servono per dire verso quale futuro ci stiamo incamminando”.

«Il nostro domani sarà più luminoso del nostro ieri. Ma chi ci garantisce che il nostro dopodomani non sarà peggio del nostro altroieri?». Questo scrive Venedikt Erofeev e noi che viviamo oggi pescando da ieri e dall’altroieri, ci interroghiamo sul domani e sul dopodomani con canti e racconti, ma anche con un po’ di rabbia e sconcerto.

“Si ride sempre per difesa. Il riso è un modo per mettere le mani avanti di fronte a cose che ci disturbano. Ridere è una forma del tragico. Celestini è bravo perché è molto tragico, lui parla di storie interne aggrappandosi alle parole”.
Edoardo Sanguineti

“Ascanio Celestini ha composto le tessere di un puzzle sentimentale, emotivo, politico, sociale di formidabile intensità: solo in scena, come sempre, partendo dal racconto di sé e dell’ansia che lo (ci) attanaglia, Celestini affronta di petto le contraddizioni, i nodi, le tensioni di questa Italia.”
Andrea Porcheddu

“Cinico perché realista, comico perché tragico, Ascanio Celestini riesce ancora una volta a tracciare i contorni di uno spazio di autonomia della parola e dell’ascolto, parlandoci di noi e di quello che non vogliamo cambiare, rimanendo seduti in una stanza troppo grande a fissare un rubinetto troppo distante, nelle cui gocce decidiamo di affogare.”
Lucia Medri

Per informazioni: www.iedm.it – iedm@iedm.it

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