“George Tatge, Il Colore del Caso” in mostra a Pistoia.

George Tatge è un fotografo molto noto per le sue fotografie in bianco e nero. Una bella mostra a Pistoia raccoglie il suo nuovo e sorprendente lavoro a colori.

George Tatge ha pubblicato molto, molto ha esposto, e ha vinto molti premi prestigiosi con le sue immagini in bianco e nero eleganti, poetiche e spesso leggermente surreali. Adesso, una mostra davvero bella a palazzo Fabroni a Pistoia ci dà l’opportunità di conoscere tutto un nuovo aspetto del suo lavoro: la fotografia a colori.

Il colore è veramente un nuovo campo della sua ricerca. Sorprendente. Anche per lui.

Ma andiamo con ordine. George Tatge, classe 1951, è di madre italiana e padre americano. E’ nato a Istambul. Dopo una gioventù passata tra l’Europa e il Medio Oriente, ha seguito studi (di letteratura) americani. Poi arriva la fotografia. E nel 1973, con la sua prima mostra a Milano, l’ Italia. Roma, Todi, e finalmente Firenze.

Fino a questa mostra tutto il lavoro di George Tatge è stato con la fotografia in bianco e nero. Per questo la mostra “George Tatge, Il Colore del caso”, curata con la consueta eleganza e finezza da Carlo Sisi, è una sorpresa e una rivelazione.

La mostra infatti, pensata proprio per le sale di palazzo Fabroni,  raccoglie 74 immagini recenti, tutte a colori. E che colori!

Si tratta di immagini strepitose che rivelano una sensibilità al colore completamente insospettabile in un fotografo che ha sempre lavorato con il bianco e  nero.

E’ George Tatge stesso a dirmi che usare il colore “e’ stato un tuffo improvviso dopo essere stato scosso dalla visita alla mostra di Odilon Redon, Prince du rêve, al Grand Palais nel 2011.”

E chiunque abbia visto quella mostra o conosca e ami Odilon Redon sa che parliamo di opere meravigliose e mozzafiato. Non si potrebbe desiderare miglior “battesimo” al colore di quello attraverso l’artista francese.

Sia nel caso dei pastelli di Redon che in quello delle fotografie di George Tatge, è impossibile restituire a parole le sensazioni create dai lavori. Si tratta di pura poesia visiva, sottile e potente al tempo stesso. L’unico modo per capire che cosa sia la poesia del colore di George Tatge è andare a immergersi di persona in questa mostra.

Queste nuove fotografie a colori vanno viste dal vero. Perchè sprigionano una poesia contagiosa.

C’è pura gioia nel colore di George Tatge. Per lui quando fotografa. E per noi che guardiamo. Non è troppo romantico affermare che queste sue immagini hanno davvero la capacità di rendere felici. Di una felicità che appunto non si può rendere con le parole ma che riempie il cuore di chi ha la fortuna di vedere questa mostra.

Ma perchè il titolo parla de “Il Colore del Caso”? Perchè George Tatge ama gironzolare, andare a zonzo senza una meta fissa. In modo da lavorare con il caso e la fortuna. Che possono essere generosi ma che bisogna saper riconoscere ed apprezzare. Il che richiede un modo di porsi che non si può improvvisare e che bisogna al contario coltivare.

Coltivare e saper rendere. Per questo concludo con qualche nota tecnica importante.

 

Anche per il nuovo lavoro con il colore George Tatge usa la sua macchina fotografica prediletta, cioè il banco ottico Deardorff 13×18.

La Deardorff è una macchina mitica tra i fotografi professionisti. E’ una macchina grande, pesante e complessa da usare dato che non ha nessuno degli automatismi per leggere e definire l’esposizione ormai in dotazione a qualsiasi macchinetta. In più, chi la utilizza vede l’inquadratura capovolta. E quindi per forza deve lavorare lentamente, con la testa, con gli occhi e con il cuore.

Un banco ottico però offre la massima precisione e resa possibile in fotografia. Per tutto questo viene usata soprattutto in studio. Invece lui se la porta dietro e fotografa in esterni.

Per fotografare, appunto, la poesia del caso. Un caso che è cercato con occhio sapiente, anzi con due occhi; ma che sempre caso è.

Non perdete “Gerge Tatge, Il Colore del Caso”. Ne uscirete ispirati, toccati, e sì, colmi di gioia.

 

Margherita Abbozzo.

Tutte le fotografie sono state fatte da me in mostra. Quella di copertina è un dettaglio di George Tatge, Cenci Rossi, Prato 2013, courtesy dell’artista. “George Tatge, il Colore del Caso” è a Palazzo Fabroni, Pistoia, fino al 15 marzo.  Info pratiche qui. E alla pagina Fb @museicivicipistoia.

Primo Maggio : le fotografie di Ferruccio Malandrini

 

Primo maggio dei lavoratori, piccolo mondo antico? Le fotografie di Ferruccio Malandrini nella mostra Primo Maggio Mensano aperta a Siena alla Biblioteca Comunale degli Intronati ci fanno fare un gran tuffo nel passato.

Un passato che in queste settimane di confusione politica generale sembra lontano lontano lontano.

Si tratta di 80 fotografie realizzate sempre il primo maggio, sempre a Mensano – comune di Casole, provincia di Siena – negli anni che vanno dal 1963 al 1975.

Raccontano i valori di una società e insieme, come scrive Pietro Clemente nel catalogo, “il rito di affermazione di una nuova identità, quella della dignità del mondo del lavoro, operaio o rurale che sia. E non è una gita fuori porta, ma un rito pubblico, con comizio e abito da cerimonia”. E la banda, e la merenda tutti insieme.

The way we were.

 

Che poi chissà.

Eppure in tutte le fotografie di Ferruccio Malandrini – classe 1930, gran fotografo e principe dei collezionisti di fotografie –

davvero splende il sol dell’avvenir e soffia il vento – anche se non infuria la bufera. Il vento di quella fede in un futuro migliore e più giusto che ha forgiato tanti italiani, per almeno tre generazioni.

 

 

Una fede che adesso, mah. E però, come scrisse il poeta inglese Tennyson: ‘Tis better to have loved and lost than never to have loved at all.

Buon primo maggio a tutti!

Margherita Abbozzo.

Tutte le foto sono di Ferruccio Malandrini. Il ritratto di Malandrini è di George Tatge.

La mostra è stata organizzata una prima volta nell’agosto del 1980 a Siena durante i quindici giorni della Festa de l’Unita’, e nel 1983 presso la biblioteca della Standford University di Firenze. Nel gennaio del 2017 le fotografie sono state nuovamente stampate e alcune nuove immagini arricchiscono la prima edizione.

La mostra è ad ingresso gratuito e si può visitare fino a sabato 26 maggio 2018. Orari: da lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00, il sabato dalle 9.00 alle 13.00. La domenica e i giorni festivi la mostra è chiusa.

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