Sindacati: “Personale Ata scarso per aprire scuole in Toscana”

A due giorni dalla riapertura delle scuole i sindacati lanciano l’allarme: “Il personale Ata assegnato alle scuole toscane risulta assolutamente insufficiente per garantire l’erogazione del servizio scolastico, aprire gli istituti, per la gestione quotidiana degli stessi”, “serve organico aggiuntivo altrimenti sarà mobilitazione”.

I segretari generali dei sindacati Flc Cgil Pasquale Cuomo, di Cisl Scuola Roberto Malzone, di Uil Scuola Carlo Romanelli, di Snals Confsal Fabio Mancini e di Gilda Unams Silvana Boccara sottolineano che “alla scuola non servono solo le risorse del Pnrr per finanziare progetti extracurricolari, ma occorrono risorse umane per garantire le attività di sorveglianza e di pulizia”. “La condizione generale – affermano – può diventare ingestibile”. Le scuole toscane, che partono da un organico di collaboratori scolastici pari a 8.605 unità, hanno ottenuto un organico aggiuntivo di soli 417 posti in deroga per l’anno scolastico 2022/2023.

“Dopo le nostre richieste di integrazione, lo stesso Ufficio Scolastico regionale ha concesso altri 67 posti in deroga – scrivono in una nota -, considerando che gli istituti scolastici presenti sul territorio sono 478, nemmeno un collaboratore scolastico per istituto” ma le organizzazioni sindacali fanno pure notare che i singoli “plessi scolastici sono circa 2.300 in tutta la regione e che quindi l’Usr ha ritenuto di assegnare la ‘miseria’ di un solo collaboratore scolastico in deroga ogni cinque plessi!”.

Inoltre “considerando la mancata autorizzazione dell’organico Covid per il corrente anno scolastico possiamo dire che avremo circa 3.300 unità di personale in meno rispetto al 2021/2022 senza che sia cambiato nulla rispetto alle esigenze perché bisognerà gestire gli stessi ambienti con le stesse precauzioni”, “a ciò si aggiunga il crescente numero di alunni
in situazione di disabilità e il numero di contagi che non accenna a diminuire” mentre “anche le segreterie scolastiche sono in sofferenza, oberate da impegni sempre più gravosi; su di esse ricadrà l’onere aggiuntivo di contribuire a realizzare diverse misure del Pnrr”.

🎧 Scuola in Toscana: 13 mila cattedre a precari, 500 rinunce

Scuola in Toscana: “I precari sono ancora una volta i protagonisti della ripartenza”. La Flc Cgil sta delineando in queste ore la fotografia della situazione dell’organico a due giorni dall’apertura delle classi. Ascolta l’intervista ad Emanuele Rossi, segretario FLC CGIL FIRENZE)

“La fotografia delle cattedre coperte da precari della scuola mostra che ancora una volta sono loro i protagonisti di questa ripartenza. In questa giorni ci sono state le nomine di incarico e sono stati individuati i colleghi e il numero è impietoso”, spiega Rossi ai nostri microfoni anticipando i principali dati che il sindacato sta elaborando in base a quanto fornito in queste ore dall’Ufficio scolastico regionale.

“Per la Toscana circa 13 mila cattedre coperte da precari perché gli studenti abbiano un docente. A Firenze 3 mila cattedre a tempo determinato e questo vuol dire docenti che cambiano scuola ogni anno, studenti che devono ricostruire con loro relazioni, precarietà senza fine in un sistema che non funziona”.

“Se ci affidiamo al calo demografico (300 mila studenti in meno negli ultimi due anni) e alla dispersione scolastica (+11,1% in Toscana)  per coprire il fabbisogno di organico rispetto al numero degli studenti siamo alla dismissione del futuro ,al fallimento della scuola, una resa incondizionata”, ribadisce Rossi che rendo noto anche come siano 500 circa le rinunce dei docenti precari su Firenze.

🎧Scuola, Cgil: “Oltre 1850 posti di ruolo disponibili non coperti”

In Toscana, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Scolastico Regionale e rielaborati da Flc Cgil, su circa 6.400 assunzioni programmate di docenti oltre 1.850 – tra tutte le province – non si concretizzano per le inadeguatezze sui concorsi. Tra le materie più colpite, Italiano e sostegno.

Stando ai dati pubblicati dall’Ufficio scolastico regionale e rielaborati da Flc Cgil, solo poco più di 4mila cattedre verranno coperte: “Questo significa che ci sono circa 1.850 posti di lavoro (pari a quasi il 30% del totale) messi a disposizione dallo Stato che non verranno
occupati, e che ancora una volta dovranno essere coperti ricorrendo alle supplenze”.

La causa di questa situazione sarebbero, affermano i sindacati, le inadeguatezze dei concorsi. “I concorsi banditi dallo Stato in questi anni non sono stati in grado di abilitare all’insegnamento un numero adeguato di docenti – spiega il sindacato in una nota -, tra procedure farraginose, quiz iper-nozionistici più adatti a un format televisivo che alla scuola, ritardi nel concludere le selezioni, criteri di valutazione dei candidati disomogenei fra le commissioni di concorso”.

Per la Flc Cgil “è un drammatico paradosso: avere posti disponibili per le assunzioni, avere
aspiranti docenti formati e con le carte in regola e non riuscire a far incontrare domanda e offerta di lavoro, nonostante il grande lavoro svolto dal personale dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana. Con l’ulteriore paradosso che saranno proprio quegli stessi docenti esclusi dalle assunzioni a garantire le attività didattiche ai nostri studenti, con incarichi annuali e contratti a tempo determinato. Le conseguenze? I docenti lavorano senza essere stabilizzati e gli studenti ogni anno si trovano professori diversi. Inoltre, in tempi di crisi, rinunciare a oltre 2mila posti di lavoro stabile è assurdo”.

Delle circa 1.850 mancate assunzioni 100 riguarderebbero Arezzo 100, oltre 300 Firenze, 100 Grosseto, 200 Livorno, 250 Lucca, 100 Massa Carrara, 270 Pisa, 150 Prato, 230 Pistoia, 150 Siena. Quanto alle materie scolastiche, “da evidenziare il numero enorme di posti rimasti vacanti in italiano alle scuole medie (370), mentre alle superiori sono un centinaio. Dato altamente preoccupante sugli insegnanti di sostegno: sono oltre 300 i posti in Toscana che saranno non coperti da personale di ruolo, che si andranno a sommare alle altre migliaia di cattedre di sostegno attivate ogni anno con personale a tempo determinato. Tra le materie più ‘scoperte’, inoltre, scienze motorie e alcune discipline scientifico/tecnologiche”.

“Tutto ciò poteva essere evitato se Governo e Parlamento avessero accolto la proposta della Flc Cgil di stabilizzare in vista dell’avvio dell’anno scolastico tutti i docenti con almeno tre anni di servizio (come prevede anche la normativa europea che più di una volta ha sanzionato lo Stato italiano), predisponendo per loro un percorso di formazione e abilitazione da svolgersi durante l’anno scolastico, con prova finale. Ancora una volta facciamo appello a tutte le forze politiche che si candidano alle elezioni affinché riportino la scuola a essere effettivamente una delle priorità del nostro paese, a partire dalla questione del precariato, nell’interesse di lavoratori, studenti e famiglie”.

Simona Gentili ha intervistato Pasquale Cuomo, segretario generale della FLC CGIL Toscana, ed Emanuele Rossi, segretario generale della FLC CGIL Firenze

🎧 Sciopero scuola, Flc Cgil: “Circa due terzi attività scolastiche non effettuate”

Firenze – Un’alta adesione allo sciopero nazionale della scuola, confermata dai primi dati in arrivo e da Emanuele Rossi di Flc Cgil.

Dai primi dati che arrivano, lo sciopero della scuola previsto per lunedì 30 maggio ha confermato l’altra partecipazione prevista. Già nei giorni scorsi, infatti, si era parlato di un’adesione elevata con insegnanti, sindacati, presidi e in generale tutti i lavoratori i in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative italiane, che si sono dati appuntamento in Piazza Santissimi Apostoli a Roma.

Centinaia i pullman arrivati da tutta Italia. Alle 11.30, in base ai primi dati a disposizione, quasi il 10% di docenti e Ata ha aderito. A livello fiorentino abbiamo intervistato Emanuele Rossi di Flc Cgil che ha affermato, “circa i due terzi delle attività scolastiche non sono state effttuate”.

In podcast l’intervista completa a cura di Lorenzo Braccini. 

“Dai primi rilievi in Toscana sembra esserci una rilevante adesione in tutti gli ordini di scuola – spiega anche Pasquale Cuomo, segretario generale Flc Cgil Toscana – e sono molti gli istituti comprensivi chiusi. Una delegazione toscana è in piazza Santi Apostoli a Roma. L’alta adesione dimostra le ragioni dello sciopero, il Governo non ignori la voce che si è levata da lavoratori e lavoratrici della scuola”.

Nel Fiorentino, chiusi il comprensivo di Borgo San Lorenzo, gli istituti superiori Gobetti e Agnoletti e la sede di Sesto fiorentino del liceo artistico Porta romana, mentre nella sede principale a Firenze adesione “di circa due terzi” dei lavoratori. Sempre nel Fiorentino, “attività didattica quasi completamente sospesa” al comprensivo Primo Levi di Impruneta, tutte le sedi sono rimaste chiuse al comprensivo di Pelago, mentre all’istituto superiore Saffi una succursale è chiusa. Non hanno aperto per mancanza di personale anche l’istituto superiore Marco Polo, il plesso secondario dell’istituto Leonardo da Vinci, l’istituto superiore Peano e le sedi del liceo Castelnuovo. Adesione allo sciopero rilevante anche nel resto della regione: a Livorno “80% di scuole chiuse”, mentre il sindacato registra “buoni dati” di adesione a Pisa, Prato e Grosseto dove alcuni plessi sono rimasti chiusi

Lo sciopero è stato indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. Tra le motivazioni, c’è in primis l’opposizione al decreto numero 36 del 30 aprile 2022 emesso dal Governo che dovrebbe terminare il suo ier di approvazione nel mese di giugno. Secondo i sindacati il decreto legge non tutela i precari che dovranno svolgere un percorso di reclutamento definito come “un percorso ad ostacoli”. Poi, ancora si chiede il rinnovo dei contratti collettivi, sia quello (scaduto) 2019-2021, sia quello 2022-2024. E poi, sempre secondo la protesta, non ci sarebbero adeguamenti delle cosiddette classi pollaio che, anche a Firenze, spesso vedono aule con 31-32 studenti.

🎧 Lunedì 30 maggio sciopero generale della scuola, manifestazione a Roma

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda Unams hanno presentato le ragioni dello sciopero  in protesta col Decreto legge del Governo che apre criticità su formazione, valutazione, reclutamento, rinnovo contrattuale, classi sovraffollate e taglio degli organici. A Firenze interessati 20mila tra docenti e Ata

Lunedì 30 maggio  gli oltre 20.000 lavoratori docenti e ATA della provincia di Firenze, come del resto per tutti i lavoratori della scuola in Italia,  si asterranno dal lavoro, per o sciopero generale della scuola.  Le lavoratrici e i lavoratori di Firenze parteciperanno con delegazioni alla manifestazione nazionale di piazza Ss.Apostoli a Roma, che avrà inizio alle 10,30, ma non si escludono anche altre iniziative locali messe in piedi autonomamente da gruppi di lavoratori.

“Siamo di fronte quindi a una reazione ampia e diffusa, che monta di ora in ora, dovuta principalmente alla pubblicazione del Decreto Legge 36/22 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 1 maggio) e ai provvedimenti sulla scuola lì inseriti: uno riguardante la formazione degli insegnanti (e la loro presunta valutazione), l’altro riguardante il reclutamento degli insegnanti” dicono i sindacati.

Ma quali sono le ragioni dello sciopero? Innanzitutto la questione dei corsi di formazione. “Il sistema di formazione degli insegnanti disegnato dal Decreto prevede che – solo in parte grazie ai fondi del PNRR – la formazione deve essere svolta rigorosamente fuori orario di lavoro, nel proprio tempo libero da impegni di scuola, che tutti i docenti possono farla, ma solo il 40% dei partecipanti riceverà una gratificazione economica, peraltro risibile, a seguito di non ben precisate valutazioni, che  i soldi per tale gratificazione saranno ricavati dal risparmio ottenuto attraverso il taglio di 9.600 cattedre, o alla c.d. Carta del Docente, un voucher attualmente destinato ai docenti di ruolo per l’acquisto di libri, iscrizione a corsi di formazione e aggiornamento, strumenti e software digitali per la didattica” denunciano ancora i sindacati. Secondo cui “Si tratta di una riproposizione – peggiorata – della Legge 107/2015 (c.d. Buona Scuola), perché in quell’occasione almeno erano stati stanziati fondi aggiuntivi, seppur per un’operazione anche in quel caso deprecabile e controproducente.
In questo caso addirittura si introduce un sistema che “cannibalizza” la scuola stessa, attraverso una sorta di “autotrasfusione” di risorse: per gratificare POCHI docenti, ci rimette la scuola DI TUTTI, con l’ulteriore taglio delle cattedre (oltre alla sottrazione di fondi già stanziati per i docenti)2.

Poi c’è la questione del  nuovo sistema di reclutamento che si vuole introdurre. “E’ strutturato su ben quattro livelli di selezione (con continue prove in entrata e in uscita, anche attraverso veri e propri quiz), paragonabile a un percorso a ostacoli che non esiste in nessun’altra categoria di lavoratori. Più di un lavoratore precario, nelle recenti assemblee, l’ha definito una “gara di sopravvivenza” e altri l’hanno giudicato più estremo di un survival reality” sottolineano ancora i sindacati. Secondo i quali “questo sistema così farraginoso e inutilmente involuto non servirà neanche a ridurre la “supplentite”, perché non prevede alcun percorso rapido di stabilizzazione dell’esercito di precari storici (quelli con almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali), senza i quali le classi delle nostre scuole sarebbero irrimediabilmente scoperte”

Lo sciopero è stato indetto anche per reclamare il rinnovo sia del Contratto collettivo del triennio 2019-2021 (già scaduto), sia di quello 2022-2024, con lo stanziamento di risorse adeguate per riconoscere il lavoro dei docenti e del personale ATA.

Infine la questione degli organici e delle cosiddette “classi pollaio“. “Giusto un anno fa nel Patto per la Scuola il Ministero dell’Istruzione e Palazzo Chigi si erano impegnati a ridurre il numero di alunni per classe (ricordiamo che in provincia di Firenze si hanno classi che raggiungono anche i 31/32 studenti)” sottolineano i sindacati. Secondo cui “niente di tutto questo è stato realizzato, né è presente nei piani del governo, che nel Documento di Economia e Finanza varato lo scorso aprile ha già previsto di diminuire ulteriormente il numero di docenti e personale ATA attraverso la diminuzione di mezzo punto di PIL, equivalente a circa 7 miliardi, accampando la motivazione della diminuzione delle nascite e quindi degli alunni (fenomeno effettivamente molto evidente: nella sola provincia di Firenze nell’a.s. 2022-2023 avremo in classe duemila studenti in meno)”.

 

Scuola, l’allarme del sindacato: a Firenze meno 2000 studenti e 71 cattedre

Previsto per il 30 maggio lo sciopero della scuola a livello nazionale. A Firenze la più colpita sarà la primaria: -900 bambini iscritti.

Il decremento demografico investirà la scuola nei prossimi anni, ma i segnali sono già presenti nella nostra società. Così come in tutta Italia, anche a Firenze, il prossimo anno scolastico inizierà con meno allievi. La più colpita è la scuola primaria che a Firenze vedrà 900 alunni in meno, rispetto al 2021/2022, poi la scuola dell’infanzia che registrerà quasi 700 bambini iscritti in meno. La secondaria di primo gradi avrà un meno 400. Le scuole superiori, invece, non sono ancora raggiunte dal calo demografico.

A livello nazionale il trend, come detto, è in linea. In totale nel nostro Paese ci saranno 130.000 alunni iscritti in meno alle prime di ogni ordine e grado. Secondo la Flc Cgil che ha lanciato questo allarme, sono oltre 400.000 gli studenti persi negli ultimi cinque anni. E la situazione non sembra destinata a migliorare. “Secondo questo trend nel 2030 avremo un milione e 300mila studenti in meno”, afferma la Flc-Cgil in una nota, in cui spiega le ragioni dello sciopero che i sindacati della scuola hanno indetto per il 30 maggio.

Per la Cgil “invece di affrontare il fenomeno con politiche strutturali a favore di genitorialità, ampliamento dell’offerta di servizio socio-educativi, politiche per la piena e buona occupazione, osserviamo che la crisi demografica è utilizzata dal Governo per proseguire sulla strada del definanziamento della scuola”: il Def approvato dal Consiglio dei Ministri ad aprile “sancisce una diminuzione della spesa pubblica in istruzione di mezzo punto percentuale sul Pil entro il 2025”.

Tra le ripercussioni “la prima e più grave conseguenza risiede nella diminuzione dell’organico dei docenti, che nel nostro territorio il prossimo anno vedrà ben 71 cattedre in meno: 38” per il taglio lineare calcolato in base alla diminuzione degli studenti, altre 33 derivanti “dalla necessità di ‘fare posto’ alle nuove figure di insegnanti di educazione motoria alla primaria”, introdotti dall’ultima Legge di Bilancio”. Tutto ciò si tradurrà nella perdita di “24 sezioni dell’infanzia, 28 classi di primaria, 21 di secondaria di primo grado, con evidenti ricadute su studenti e famiglie”. Nessun decremento invece per il personale Ata ma “grave” è “la mancata riconferma del cosiddetto ‘organico Covid’, cioè quel contingente aggiuntivo “che ha assicurato in questi anni supporto, igienizzazione, controllo e vigilanza sugli studenti. Il quadro è impietoso e smentisce tutte le narrazioni del governo, evidentemente propagandistiche, sulla centralità e l’importanza della scuola per le generazioni future”.

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