Sindacati a Enel: “Personale allo stremo, assumere”

I sindacati del settore elettrico, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil, manifestano “forte preoccupazione e indignazione per i gravi disagi dei giorni scorsi nel servizio di fornitura della corrente elettrica, registrati in numerosi comuni della Toscana a seguito di eventi metereologici avversi sempre più frequenti”.

“Purtroppo, ad oggi, continuiamo a costatare un forte ritardo nelle assunzioni con un numero per noi insufficiente rispetto alle esigenze dei territori, con il risultato di un disagio ai clienti e ai lavoratori. Le risorse umane sono ridotte ai minimi termini – aggiungono
i sindacati in una nota – e ciò incide fortemente sulle capacità dell’azienda E-distribuzione, società di Enel che gestisce la rete elettrica, nel rispondere, in maniera adeguata, alle sempre più frequenti criticità meteo.

Non si può solo fare affidamento al senso di dovere dei lavoratori che in queste occasioni
mostrano il loro attaccamento al mantenimento del servizio e ai clienti. E’ solo grazie a ciò che in questi difficili frangenti l’azienda è riuscita a non rendere ancora più pesante e critica
la situazione. Gli attuali ritmi di lavoro, i turni ed i contemporanei reperibili sono sicuramente un aspetto che dovrà essere rivisto e garantito come da Contratto nazionale, a
garanzia anche della sicurezza dei lavoratori stessi”.

I sindacati chiedono a E-distribuzione “una forte e rapida inversione di rotta per rendere le linee elettriche sempre più resilienti a situazioni climatiche sempre più diverse dal
passato, con assunzioni operative e impiegatizie adeguate alle reali esigenze. Richiamiamo infine alla responsabilità e alla consapevolezza del proprio ruolo anche la politica, che deve
richiedere e pretendere da E-distribuzione, in qualità di concessionaria di una infrastruttura essenziale per il nostro Paese, il rispetto di elevati standard di qualità sul servizio
offerto ai clienti”.

Geotermia, Cisl: “Mazzata per la Toscana, governo si appresta a cancellare incentivi”

Grande preoccupazione per il Decreto ministeriale che azzera gli incentivi a questa tipologia di produzione energetica; che in Toscana copre oltre il 30% del fabbisogno e occupa 1800 persone

“Il governo si appresta a cancellare gli incentivi alla geotermia convenzionale, quella che oggi in Toscana copre oltre il 30% del fabbisogno energetico e che da lavoro a circa 1800 persone, tra occupazione diretta e indotto: per la nostra regione sarebbe un disastro.”

A lanciare l’allarme sono il segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza e il segretario regionale della Flaei-Cisl, Graziano Froli.

“Nel Decreto Ministeriale “Fer 1” che regolerà gli incentivi alle energie rinnovabili, passato dal Mise al Ministero dell’Ambiente – spiegano i segretari toscani Cisl e Flaei – non c’è traccia degli incentivi riservati alla produzione geotermica, in quanto saranno trattati nel successivo decreto ministeriale “Fer 2”, ma già dal primo decreto è chiaro che non saranno previsti incentivi per la Geotermia convenzionale.”

“Questa – continuano Cerza e Froli – sarà l’ennesima mazzata nei confronti di un’energia naturale, rinnovabile e fra le più monitorate dal punto di vista ambientale nel panorama delle FER, che da oltre 100 anni permette la salvaguardia e lo sviluppo di una parte importante del territorio toscano. La fine degli incentivi potrebbe causare il disimpegno dei principali produttori che oggi investono in quest’area oltre 300 milioni di euro all’anno; e affidandosi al solo mantenimento dell’attuale situazione si assisterebbe ad un inevitabile declino di un tessuto sociale già oggi in notevole difficoltà.”

“Da anni – aggiungono Cisl e Flaei – cerchiamo di sostenere le iniziative che possano portare, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, nuovi investimenti sui territori geotermici toscani, perché senza investimenti certi e duraturi non potrà esserci occupazione stabile e la geotermia toscana potrebbe iniziare un declino irreversibile. Abbiamo grande preoccupazione anche in vista del prossimo rinnovo delle concessioni, che avverrà attraverso gara europea entro il 2024; il rischio è che i bandi aprano la strada a nuovi soggetti che guardano solo allo sfruttamento massimale dei giacimenti, causando gravi ripercussioni sul territorio, in assenza di una politica che tenga conto della necessità di remunerare gli investimenti, ma anche del lavoro, della salute e del territorio.”

Da qui l’appello lanciato da Cerza e Froli: “Chiediamo al governo di apportate le necessarie modifiche al decreto ministeriale, per ridare dignità e prospettive alla geotermia italiana e toscana in particolare.”

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