Saldi, da Confartigianato: “Previsioni discrete per Firenze”

“Le nostre previsioni per questi saldi” a Firenze “sono discrete.” Lo afferma il presidente di Confartigianato Imprese Firenze Alessandro Sorani, in vista dell’avvio dei saldi il 4 gennaio. Mentre secondo Confcommercio Toscana, le famiglie spenderanno una media di 368 euro ciascuna per i saldi invernali 2020.

“Si nota un leggero ribasso nella propensione all’acquisto rispetto all’ultimo anno – aggiunge il presidente di Confartigianato Sorani -, ma restiamo sempre in territorio positivo per quanto riguarda l’andamento dei consumi nel periodo dei saldi. Il vero problema è la vicinanza estrema della partenza dei saldi con il periodo delle feste, che di fatto sono ancora in corso, e con il Black friday che è appena un mese indietro”.

“Serve una riflessione sulle date di partenza che tenga conto dei profondi mutamenti sociali e climatici –  evidenzia Sorani – che sono emersi negli ultimi anni e rischiano di causare ulteriori difficoltà ad una rete di botteghe tradizionali già alle prese con consumi interni poco vivaci”.

Per Sorani, “è vero che le feste sono un incentivo ai consumi, perché i giovani sono a casa e le famiglie in ferie ma per gli acquisti ci sposta verso gli Outlet e non verso il centro della città”. Altro aspetto da considerare, osserva ancora, “è l’andamento del clima: dovrebbero essere saldi di fine stagione, in realtà sono diventati saldi di inizio stagione. Questo colpisce soprattutto i commercianti dell’abbigliamento e degli accessori che si ritrovano a svendere prodotti invernali con l’inverno appena iniziato, senza avere avuto il tempo di proporli a prezzo pieno.

“Per tutti questi motivi – conclude Sorani nella nota -, Confartigianato chiede maggiore flessibilità e concertazione per la data di partenza dei saldi”.

“La spesa pro capite dei toscani sarà di circa 160 euro, un dato superiore alla media nazionale, ferma a 140 euro a persona, ma comunque inferiore rispetto all’inverno 2019, quando era di 167 euro a persona”, osserva la presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Federica Grassini. Nel complesso, spiega una nota, in Toscana parteciperanno ai saldi il 60% delle famiglie (992.400 sul totale di 1.654.000 famiglie residenti), per un volume d’affari che dovrebbe toccare i 365 milioni di euro.

“La moda esce da un altro autunno-inverno difficile – aggiunge Grassini -, in cui alla già difficile congiuntura economica segnata da una perdurante contrazione dei consumi si è unito il fattore climatico poco adatto all’acquisto di capi pesanti, visto l’inverno eccezionalmente mite. Dal 2011, inoltre, in maniera sempre più marcata i consumi della moda si sono concentrati nei periodi dei saldi e delle vendite promozionali come il Black friday”.

Secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, i prodotti più richiesti durante le vendite di fine stagione saranno capi spalla, giubbotti e sneakers, “tutto all’insegna della comodità e di un look versatile, che si adatta a tutte le occasioni solo cambiando gli accessori”, sottolinea Grassini. Le donne nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 55 anni dovrebbero confermarsi le clienti più assidue.

Saldi invernali: Confcommercio, in Toscana saranno in linea con quelli 2018

Lo prevede il 75% dei negozianti intervistati, il 15% si aspetta un aumento delle vendite mentre il resto teme un lieve calo. La presidente regionale di Federmoda-Confcommercio Federica Grassini: “stagione faticosa, tra il grande caldo che è durato fino a novembre e la mania del Black Friday che a novembre ha fatto alzare gli affari ma diminuito i guadagni”. 167 euro, come lo scorso anno, il budget pro capite stimato dall’associazione di categoria.

I saldi invernali saranno “sanza ‘nfamia e sanza lodo” secondo la Confcommercio Toscana. Le aspettative dei commercianti toscani sono molto caute, ma è comunque un segnale positivo che la maggior parte di loro (75%, uno su quattro) preveda per le vendite di fine stagione che apriranno il 2019 un risultato analogo a quello 2018. Una sostanziale tenuta che dovrebbe scongiurare grossi tracolli ma che, in ogni caso, non basterà a colmare i vuoti della stagione.

“Sono stati mesi faticosi”, chiosa la presidente di Federmoda Confcommercio Toscana Federica Grassini, “prima per il meteo, con il caldo che è durato fino a novembre inoltrato e non ha agevolato per niente la vendita dei capi invernali; poi per la corsa al ribasso che, dal Black Friday in poi, ha limato molto il margine finale delle vendite. Chi ha aderito all’iniziativa a novembre ha avuto un fatturato in aumento, ma con ricavi davvero risicati, senza contare che si è giocato una parte delle vendite del Natale. Speriamo che non sia vanificato anche il risultato dei saldi”.

 Il budget stanziato dai toscani sarà lo stesso dello scorso anno: circa 167 euro a persona. Le percentuali di sconto saranno subito abbastanza alte, dal 30% in su. I prodotti più gettonati saranno capispalla, maglie griffate, sneakers e stivaletti. Tra i colori, quelli caldi lanciati dalle collezioni autunno inverno di quest’anno, come l’arancio, il bordeaux, il senape e tutte le sfumature del giallo.

 I clienti più affezionati, le donne nella fascia d’età compresa fra i 35 e i 50 anni. Ma gli uomini cominciano a farsi largo. “Prima la donna era il cliente più esigente in fatto di modelli e colori, anche nel periodo dei saldi, mentre l’uomo era più “basico”: si affezionava ad un capo ed era capace di comprare solo quello in uno stock di colori diversi”, racconta la presidente di Federmoda Confcommercio Toscana, “adesso invece anche gli uomini sono molto attenti alle tendenze”. Tra le donne, il cambiamento più eclatante riguarda le ‘over 60’: “guai a proporre linee classiche dedicate, come accadeva fino a qualche anno fa. Oggi a qualsiasi età si cercano colori, vestibilità attuale e di tendenza. Insomma, anche la moda aiuta a superare il concetto dell’età”

Se il 75% dei commercianti di moda toscani prevede saldi in linea con quelli dell’inverno 2018, il 15% conta su vendite più vivaci (tra il +5 e +10%), mentre il resto teme un lieve calo. Ad incidere sul risultato potrebbe essere, secondo Confcommercio, l’eccessivo proliferare delle promozioni più o meno corrette che ormai si avvicendano tutto l’anno. “Sembra che il mercato non si muova se non si scende a patti facendo leva sul prezzo”, sottolinea Federica Grassini, “ma il consumatore non è uno sciocco, ancora tiene d’occhio la qualità e infatti chi sta sul mercato attuando solo una politica aggressiva fatta di sconti e promozioni non mi pare faccia affari d’oro. Di certo, però, inquina il mercato e rischia di vanificare uno strumento prima molto importante come quello dei saldi”.

Agli operatori dei negozi di fascia medio-alta non resta che specializzarsi nella ricerca di capi sempre più originali, che aiutino i clienti a distinguersi dalla massa, poi nell’offerta di servizi personalizzati, dalla sartoria alla consegna a domicilio.

“In occasione dei saldi, le nostre associazioni territoriali hanno inviato agli operatori il solito vademecum con le regole per effettuare correttamente i saldi di fine stagione”, ricorda la presidente Grassini. Tra queste, l’obbligo di accettare carte di credito/debito e quello di indicare per ogni prodotto il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Per quanto riguarda il cambio della merce acquistata, è rimesso alla discrezionalità del negoziante, ovviamente a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, della riduzione o restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Ultima cosa da ricordare: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

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