Edilizia: sindacati, lo sblocco opere Toscana vale 15mila addetti

?Firenze, i sindacati toscani chiedono alla Regione e al Governo che le principali opere infrastrutturali in Toscana vengano portate a compimento, si otterrebbero così 15mila nuovi posti di lavoro in cinque anni.

Le richieste dei sindacati: “Sbloccare le principali opere infrastrutturali in Toscana, tra cui Tirrenica, Alta velocità di Firenze, Darsena Europa, interventi su aeroporti di Firenze e Pisa, varrebbe 6 miliardi di investimenti, 15mila nuovi posti di lavoro in 5 anni nel settore delle costruzioni che salgono a 98mila considerando l’intero indotto (sempre in cinque anni)”

A dirlo sono i segretari toscani di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil in occasione della mobilitazione nazionale che in Toscana ha visto tra presidi a Firenze, Arezzo e Livorno. A Regione e Governo i sindacati toscani chiedono di portare a compimento le opere infrastrutturali strategiche per la Toscana e favorire il trasporto su ferro, di intervenire per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e nell’edilizia scolastica, di salvaguardare il know how toscano nei settori manifatturieri come legno e laterizi, di combattere le irregolarità, il dumping contrattuale e l’illegalità e tutelare la sicurezza sul lavoro, con l’introduzione della Patente a punti e l’inasprimento delle pene.

“Vogliamo che le nostre rivendicazioni siano condivise e oggetto di un’azione comune con le istituzioni locali a partire dalla Regione stessa”, hanno detto i segretari toscani Giulia Bartoli (Fillea Cgil), Simona Riccio (Filca Cisl) ed Ernesto D’Anna (Feneal Uil).

“Insieme – aggiungono – abbiamo iniziato alcuni percorsi che devono vedere la luce come un protocollo con le grandi stazioni appaltanti, l’applicazione della congruità, il contrasto alle irregolarità e al dumping contrattuale, la regolarità negli appalti, provando, insieme ad arginare alcuni effetti dello Sblocca Cantieri. Siano portate a compimento le opere strategiche, infrastrutturali e non”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato i sindacalisiti dei tre sindacati confederali Giampi, Garletti e Tesi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/11/191115_02_PRESIDIO-EDILIZIA_CIAMPI-GARLETTI-TESI.mp3?_=1

Lavoro: il 5 luglio sciopero settore lapideo per rinnovo contratto

Venerdì 5 luglio sciopero per tutta la giornata dei lavoratori toscani del settore lapideo-industria, con manifestazione regionale a Carrara.

La protesta è stata indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil a causa dello stallo nelle trattative con Confindustria Marmo macchine e Anepla per il rinnovo del contratto nazionale scaduto lo scorso 31 marzo e, si spiega, “per alcune proposte delle stesse controparti che i sindacati giudicano ‘inaccettabili'”. In Toscana il rinnovo del contratto del comparto lapideo interessa circa 3000 lavoratori.

In una nota i sindacati spiegano che “quello del 5 luglio a Carrara è il primo passo di una mobilitazione nazionale sulla vertenza”. I segretari di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Toscana, Giulia Bartoli, Simona Riccio ed Ernesto D’Anna, definiscono poi “gravissima l’assenza fisica e politica degli industriali del territorio di Carrara al tavolo delle trattative nazionali.

Non si capisce se sia una strategia degli industriali nazionali o una propria volontà di lasciare ad altri territori la decisione di determinare scelte importanti per il settore del marmo. Inoltre, l’unica data proposta per il prossimo incontro dagli industriali è il 18 luglio, quattro mesi dopo l’ultimo incontro svolto in ristretta, evidenziando un atteggiamento dilatorio rispetto ai tempi per il rinnovo contrattuale che produce un evidente ed inaccettabile danno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e troppo a ridosso del periodo feriale, non utile a determinare un rinnovo del Contratti in tempi adeguati”.

Lapideo, il 5/7 sciopero lavoratori . Manifestazione Cgil-Cisl-Uil a Carrara

Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno indetto per venerdì 5 luglio uno sciopero generale (intera giornata) dei lavoratori toscani del settore lapideo-industria con manifestazione regionale toscana a Carrara. Il motivo della protesta è lo stallo nelle trattative con le controparti (Confindustria Marmo Macchine e Anepla ) per il rinnovo del Contratto nazionale (scaduto lo scorso 31 marzo) e alcune proposte delle stesse controparti che i sindacati giudicano “inaccettabili”.

Quello del 5 luglio a Carrara è il primo passo di una mobilitazione nazionale sulla vertenza: inoltre, i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Toscana (Giulia Bartoli, Simona Riccio ed Ernesto D’Anna) giudicano “gravissima l’assenza fisica e politica degli industriali del territorio di Carrara al tavolo delle trattative nazionali. Non si capisce se sia una strategia degli industriali nazionali o una propria volontà di lasciare ad altri territori la decisione di determinare scelte importanti per il settore del marmo. Inoltre, l’unica data proposta per il prossimo incontro dagli industriali è il 18 luglio, quattro mesi dopo l’ultimo incontro svolto in ristretta, evidenziando un atteggiamento dilatorio rispetto ai tempi per il rinnovo contrattuale che produce un evidente ed inaccettabile danno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e troppo a ridosso del periodo feriale, non utile a determinare un rinnovo del Contratti in tempi adeguati”.

Come si evince dal comunicato stampa “in Toscana il rinnovo di questo contratto interessa circa 3000 lavoratori. All’interno della trattativa ci sono state alcune posizioni datoriali assai preoccupanti secondo i sindacati:

–  intanto, ad esempio, il fatto che il contratto a tempo indeterminato non sia più la forma contrattuale prevalente, aprendo di fatto la strada ad una deregolamentazione sui tempi determinati e in somministrazione, oltre alla richiesta di deroghe ai limiti percentuali di numero di contratti precari per azienda (tra cui la stagionalità), fino al 30%;

– un aumento salariale sbagliato nella forma e nella quantità. Nella forma perché i datori di lavoro non vogliono assolutamente confermare il modello con cui si era chiusa la scorsa tornata di rinnovo (senza verifiche). Nella sostanza, perché propongono soli 53 euro nel triennio con verifiche “ex post”, che determinerebbe un aumento incerto oltre che scarso, inaccettabile anche dopo il rinnovo del Cemento che riconferma salario certo per tutti i lavoratori;

– scarse risorse anche sul salario differito, sanità integrativa e Previdenza complementare

– nell’agenda di Marmomacchine e Anepla mancano completamente i capitoli Ambiente e Sicurezza, sistema di classificazione ad aree, armonizzazione operai/impiegati, legalità e appalti, riduzione e flessibilità orario, disagio e turni”.

“La sicurezza è un tema centrale, in questo settore si muore di lavoro più che in altri e questo dovrebbe essere di interesse comune e non relegato ad un tema superfluo e trattato meramente sul costo: chiediamo più formazione. Inoltre, sugli appalti, servono una regolamentazione, un impegno chiaro e un’assunzione di responsabilità: sempre di più fasi di lavorazione vengono appaltate a ditte esterne e cooperative che non applicano il contratto del lapideo ma contratti meno costosi e con meno tutele per i lavoratori anche in Toscana. Negli ultimi mesi abbiamo difeso il lavoro, un lavoro regolare, dove si rispettano le norme, un lavoro che deve continuare dalle cave al piano e anche questa iniziativa vuole tutelarlo”, dicono i sindacati, aggiungendo: “Ripartiamo da Carrara, chiediamo una convocazione urgente del tavolo nazionale o proseguiremo con le iniziative. Il marmo è una ricchezza, il cui valore va redistribuito al territorio e a chi lo produce”.

Il programma della manifestazione di venerdì 5 luglio prevede un concentramento allo Stadio dei Marmi alle 10:30; partenza della manifestazione verso la sede di Confindustria di via XX settembre; presidio con interventi di lavoratori, delegati e sindacalisti; conclusione dei segretari nazionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil (Gianni Fiorucci, Federico Salvatore e Fabrizio Pascucci).

Firenze: sportelli affollati ma niente caos per reddito cittadinanza

E’ iniziata con sportelli affollati, ma senza il temuto assalto, la prima giornata a Firenze per presentare domanda per il reddito di cittadinanza. Nonostante i timori della vigilia, Caf e Poste del capoluogo segnalano un’affluenza negli uffici sotto controllo che permette di svolgere le procedure regolarmente, senza problemi.

Anche se la domanda per il sussidio può essere inoltrata anche online, in molti stamani a Firenze hanno preferito recarsi personalmente in un ufficio postale o in uno dei centri di assistenza fiscale. Anche perché, fa sapere Giacomo Martelli, presidente delle Acli toscane “le persone non conoscono i requisiti, sono impreparati, vengono per chiedere informazioni
e ritirare il modulo per fare domanda”.
I tre sportelli Acli di Firenze sono pieni, ma non c’è caos. L’organizzazione e gli appelli alla calma dei giorni scorsi potrebbero dunque aver dato i loro frutti. Gli uffici delle Acli in toscana sono stati “piuttosto affollati – ha spiegato Martelli – ma molti vengono a chiedere il modulo e dicono che torneranno”. Martelli si è detto colpito dall’età “elevata dei richiedenti, molti oltre i 50 anni”.
Le Poste, per esempio, hanno invitato a presentarsi a scaglioni, in ordine alfabetico e questa mattina non segnalano confusione negli uffici.
Si erano preparati in anticipo anche i Caaf Cgil che nei giorni scorsi hanno inviato mail e sms a chi ha un reddito inferiore ai 9.360 euro per prendere un appuntamento e fare domanda.
“Nel pomeriggio di ieri – ha spiegato Daniele Mercati, responsabile Caaf Cgil Toscana – abbiamo preso 400 appuntamenti in un paio d’ore, di cui 200 solo a Firenze”. Situazione tranquilla anche nei Caf Cisl: i 19 sportelli di Firenze e provincia segnalano una situazione gestibile, dopo giorni di forte affluenza in cui le persone hanno fatto la fila per chiedere informazioni. Senza caos anche gli sportelli dei Caf Uil per i quali il presidente Ernesto D’Anna parla in generale di “gestione ordinaria. Gli uffici più affollati sono quelli di Piombino e Pontedera”.
Infine, l’Inps fa sapere di non aver ricevuto alcuna segnalazione di criticità.
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