Il Capodoglio Giovanni all’Orto Botanico contro la plastica

Firenze, un testimonial d’eccezione contro l’inquinamento da plastica dei nostri mari. È il Capodoglio Giovanni, installazione artistica che riproduce il cetaceo a grandezza naturale con 2.220 contenitori usati. Firmato da Edoardo Malagigi, è esposto da oggi fino al 6 ottobre all’Orto Botanico.

Il Capodoglio Giovanni è stato inaugurato venerdì all’Università di Firenze con una cerimonia in Aula Magna, a cui hanno partecipato tra gli altri i il rettore Luigi Dei, il presidente del Sistema Museale di Ateneo Marco Benvenuti ed il direttore generale della Fondazione CR Firenze Gabriele Gori.

L’installazione rappresenta un capodoglio che vive realmente nel Santuario Pelagos, area marina protetta nel Mar Mediterraneo settentrionale. “Giovanni” è stato individuato per la prima volta nel 2016 dall’Istituto di ricerca Tethys, istituto che da trent’anni fa ricerca e ha visto il progressivo inquinamento da plastica nei mari.

Per la sua realizzazione sono stati recuperati, grazie al contributo del Gruppo Hera, 2.220 contenitori usati, dai quali sono stati ricavati circa 4.500 elementi da assemblare per ricostruire la superficie esterna dell’animale. L’opera – ben 12 metri di lunghezza – ha un impatto molto forte sui visitatori, in modo da rendere la drammaticità del problema ambientale e sensibilizzare le coscienze.

I contenitori usati sono di materiale poliaccoppiato formato da tre diversi elementi: carta, plastica e alluminio. La carta è facilmente riciclabile mentre la plastica e l’alluminio attaccati richiedono processi di smaltimento complessi e costosi.

Realizzato in collaborazione con l’associazione CUT | Circuito Urbano Temporaneo con il contributo di Fondazione CR Firenze, Il Capodoglio Giovanni, a cura di Valeria D’Ambrosio e Stefania Rinaldi, si pone come fase conclusiva di Whale HUB, progetto di audience development e new media strategies sviluppato per il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze e incentrato sulla Sala della Balena.

Il progetto Whale Hub è nato grazie a “Valore Museo” – programma promosso da Fondazione CR Firenze e volto a potenziare l’innovazione e i nuovi pubblici dei musei fiorentini – che ha finanziato una borsa di studio assegnata a Valeria D’Ambrosio. Whale HUB ha cercato di avvicinare nuovi pubblici alla conoscenza scientifica veicolata attraverso l’arte contemporanea attivando strategie di partecipazione attiva del pubblico che hanno coinvolto artisti e giovani creativi.

Il Sessantotto a Firenze. I luoghi l’arte e la comunicazione della protesta

Martedì 30 ottobre alle 18 sbarca al Museo Novecento una ricerca sui luoghi, le immagini, le parole dei movimenti di protesta del sessantotto nella città di Firenze a cura di Pinangelo Marino

È stato uno dei momenti topici del secolo breve. Quale miglior luogo del Museo che celebra l’arte del XX secolo per parlare del sessantotto a cinquant’anni di distanza? Martedì 30 ottobre alle 18 sbarca al Museo Novecento una ricerca sui luoghi, le immagini, le parole dei movimenti di protesta nella città di Firenze a cura di Pinangelo Marino.

Un incontro che ricorre a strumenti moderni di comunicazione, in un possibile dialogo con le nuove generazioni e che parte dalla presentazione del portale nato dal lavoro di Adriana Dadà, storica e vicepresidente dell’Archivio il sessantotto, che presenterà “I luoghi del ’68 a Firenze”, un lungo lavoro di ricerca sul Sessantotto nell’area fiorentina, che è stato documentato principalmente attraverso periodici, volantini, manifesti e documenti, integrati dalle interviste di coloro che hanno vissuto quel periodo.

I materiali sono stati analizzati e riproposti con gli strumenti della comunicazione attuale (siti, app, geolocalizzazione) e dell’intervento artistico, restituendo, sotto nuove forme, i contenuti e le modalità della comunicazione che hanno cambiato la società di allora. Alla presentazione del portale farà seguito la proiezione di Noi eravamo il cambiamento, video sull’Accademia di Belle Arti nel ’68 con interviste a Delio Contemori, Andrea Granchi e Edoardo Malagigi.

A seguire Tommaso Tozzi, docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, introdurrà “Arte e comunicazione attraverso la rilettura del ’68”, frutto della collaborazione con l’Archivio il sessantotto, che ha visto il diretto coinvolgimento degli allievi dell’Accademia.

Adriana Dadà, già ricercatrice e docente di Storia Contemporanea dell’Università di Firenze, si è sempre occupata di movimenti sociali e partiti, oltre che migrazioni di ieri e di oggi. Autrice di uno dei pochi saggi storici sul ’68 a Firenze (“L’emergere di nuovi soggetti sociali: studenti, giovani, donne, in La Camera del Lavoro di Firenze dalla Liberazione agli anni Settanta”, 1991), ha costruito, con la collaborazione di Tommaso Tozzi, un nuovo modo di comunicare la storia dei movimenti del“lungo’68”  fiorentino con il portale I luoghi del ’68 a Firenze, frutto di una ricerca ancora in corso che è stata editata in formato multimediale e in augmented reality.

Tommaso Tozzi, docente di Teoria e Metodo dei mass media dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha diretto dal 2003 al 2012 la Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte e uCan – Centro di Ricerca e Documentazione sull’Arte e le Culture delle Reti presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Direttore Responsabile del progetto EduEDA- The Educational Encycolpedia of Digital Art, con Adriana Dadà ha pubblicato “L’immagine nella protesta nel ’68 e oggi. L’immaginario visuale del sessantotto tra reale e virtuale”, 2016 e “Cantieri in movimento, Immagini della protesta nel ’68 e oggi”.

Evento inserito nel programma dell’Estate Fiorentina 2018.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

L’ingresso non prevede l’accesso al percorso museale

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