Pergola: Boni e Yilmaz in “Don Chisciotte”

Al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 19 a domenica 24 marzo, (ore 20:45 – domenica ore 15:45), Alessio Boni è Don Chisciotte e Serra Yilmaz è Sancho Panza nel Don Chisciotte di Cervantes adattato da Francesco Niccolini e diretto da Alessio Boni, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer. Una produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana.

Il dissolvimento dell’antico mondo e la contraddittorietà del presente sono trattati come materia di trasformazione parodistico-fantastica della realtà.

“Tre sono le parole cardine – afferma Alessio Boni – su cui abbiamo puntato e in cui ci siamo immersi totalmente per costruire questa messinscena: ironia, poesia e il codice onirico, l’incantesimo che crea la spettacolarizzazione. Le scene sono costruite con dei quadri narrativi che ti immergono nel racconto, con una grande semplicità, quasi fanciullesca, la stessa che provano i bambini”.

Don Chisciotte combatte per un ideale etico, eroico, che ha arricchito di valore ogni suo gesto quotidiano e l’ha reso immortale. Dopotutto, sono proprio i ‘folli’ abbastanza da credere nella loro visione del mondo che meritano di essere ricordati in eterno.

Il coraggio, la follia, l’amore per la vita. Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi dalla rete di regole predeterminate che, a loro volta, ci determinano – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati ‘pazzi’. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia.

Forse, ci vuole pur una qualche forma di pazzia, ancor prima che di coraggio, per compiere atti eroici. Quella che permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite. Don Chisciotte combatte contro l’inadeguatezza della nobiltà, un mondo che non lascia spazio all’immaginazione e annichilisce ogni aspirazioni. Un simbolo di libertà e utopia.

“Abbiamo deciso di mettere in scena Don Chisciotte – spiega Alessio Boni ad Angela Consagra nel foglio di sala dello spettacolo – perché si tratta di un romanzo iconico e visionario, come fosse frutto di un sogno. Attraverso il teatro possiamo approfondire la conoscenza dell’opera, raccontare di nuovo questa storia. Don Chisciotte è un personaggio che ha scavallato le varie epoche, è il protagonista di un romanzo moderno: per la prima volta – precisa – uno scudiero sta accanto a un cavaliere errante e i due si parlano da pari, il linguaggio rude del contado e quello alto dell’aristocrazia trovano un compromesso e si intrecciano”.

La gestazione dello spettacolo è stata lunga. Boni, insieme al gruppo con cui aveva già trasposto per la scena I Duellanti di Joseph Conrad, ha iniziato a studiare il romanzo un anno e mezzo fa per riuscire ad adattare per il palcoscenico la figura ideale di Don Chisciotte, che lotta con la poesia, ma anche con la parte più prosaica della vita, in continuazione, senza fermarsi mai. Con una sorta di armatura e su un vecchio ronzino si mette in viaggio, seguendo un unico obiettivo: rimettere in sesto il mondo che, secondo lui, ormai è completamente decaduto.

“Don Chisciotte è la storia di un magnifico folle, ma è una follia declinata nella versione più alta e nobile del termine – precisa Boni – rappresenta la qualità più bella dell’essere umano, è quello che tutti noi vorremmo essere, ma che, a causa delle vicissitudini della vita, dei compromessi e delle delusioni, poi siamo costretti a non diventare mai fino in fondo”.

La sua è una battaglia contro le ipocrisie e le insolenze dei potenti. Inseguendo anche l’amore, una donna vista una sola volta e subito idealizzata con il nome di Dulcinea del Toboso, divenuta, nella sua testa, la dama dei desideri. Il Siglo de Oro è visto dall’uomo più puro, l’anziano hidalgo idealista, che confonde realtà e fantasia.

“Il nostro spettacolo è un viaggio per riportare il pubblico all’infanzia – commenta Alessio Boni – a quel tipo di inconscio primordiale senza calcoli né pregiudizi, dove non si sta a vedere quanto le persone che abbiamo di fronte siano riuscite a conquistare nella vita, quantificandone i guadagni. Oggi, purtroppo – conclude – continuiamo a valutare le persone in base a quello che possiedono, perché il Dio denaro ormai ci ha forgiato tutti, e invece Don Chisciotte va controcorrente da questo punto di vista: infatti, non a caso, questo è il vero motivo per cui è il terzo libro più letto al mondo dopo la Bibbia e il Corano”.

Giovedì 21 marzo, ore 18, Alessio Boni, Serra Yilmaz e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordinano Riccardo Ventrella e Matteo Brighenti. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Lo spettacolo sarà al Teatro Era di Pontedera martedì 26 e mercoledì 27 marzo, ore 21.

Pergola

INFO:

Teatro della Pergola , via della Pergola 30, Firenze

055.0763333

biglietteria@teatrodellapergola.com

Dal lunedì al sabato: 9:30 / 18:30 – domenica chiuso

Sinibaldi racconta Don Chisciotte al Libro della Vita

Domenica 24 febbraio 2019, ore 11.00, Marino Sinibaldi parla di Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes al Libro della Vita presso il Nuovo Auditorium di Scandicci.

Marino Sinibaldi è un giornalista, critico letterario e conduttore radiofonico italiano. Nato nella popolare borgata romana di Valle Aurelia, si è diplomato al Liceo Terenzio Mamiani di Roma e ha studiato alla Facoltà di lettere e filosofia della Sapienza.

Aderì a Lotta Continua, insieme a Gad Lerner e a Luigi Manconi, con i quali ha pubblicato alcuni saggi sul movimento degli studenti e la contestazione degli anni Sessanta e Settanta.
L’attività pubblicistica era iniziata contemporaneamente a quella di bibliotecario che ha svolto per oltre vent’anni presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma. Successivamente si è dedicato full time al giornalismo e alla conduzione di programmi radiofonici e televisivi per i quali ha ricevuto numerosi riconoscimenti.

Il 3 agosto 2009 è stato nominato direttore di Radio 3 dal Consiglio di amministrazione della Rai. È membro del direttivo del Premio Strega e del Consiglio di amministrazione della Fondazione Bellonci. Dal gennaio 2014 al 2017 è stato presidente del Teatro di Roma.

Alonso Chisciano, un signore di campagna appartenente alla bassa nobiltà e residente nella povera regione della Mancia, decide, ispirato dalle avventure dei romanzi cavallereschi, di cui è instancabile lettore, di diventare cavaliere e partire in cerca di avventure.

Assunto il nome di Don Chisciotte il cavaliere esce in sella al suo ronzino, ribattezzato Ronzinante, e dà il via alle proprie imprese: gli esiti, però, si rivelano sin dal principio fallimentari e, picchiato e ammaccato, Don Chisciotte è costretto a tornare a casa.

Una volta guarito, il cavaliere non si dà per vinto: accompagnato da un contadino della zona nominato suo scudiero con il nome di Sancio Panza, Don Chisciotte intraprende nuove avventure che puntualmente si trasformano in disfatte, tra cui la battaglia contro i mulini a vento è senza dubbio la più famosa.

Il romanzo poi si interrompe e riprende con una nuova sezione, ambientata dieci anni più in là con il tempo. I due, pieni di fiducia e aspettative, arrivano a Barcellona dove il cavaliere della Bianca Luna (ovvero l’amico Carrasco) sfida don Chisciotte, sconfiggendolo e ordinandogli di tornare al suo paese. Fedele ai dettami della cavalleria, don Chisciotte obbedisce e, tornato a casa, si ammala e muore.

Il Libro della Vita è un ciclo progettato e promosso dal Comune di Scandicci in cui ospiti provenienti dal mondo della letteratura, della cultura e dello spettacolo raccontano il libro che gli ha cambiato la vita. La rassegna, ospitata nel Nuovo Auditorium di Scandicci, si propone come evento culturale metropolitano che mette al centro la lettura.
Uno spazio che si apre la domenica mattina, curato da Raffaele Palumbo, un’occasione per innamorarsi di un libro, una piccola grande scuola di lettura, eterogenea per linguaggi, temi, libri, personaggi, stili. E soprattutto democratica.
Quest’anno la rassegna si arricchirà di tre nuovi appuntamenti sulle Città della vita, un momento in cui tre ospiti racconteranno i luoghi significativi del loro cammino.

Grazie al Libro della vita, il Comune di Scandicci ha conseguito la qualifica di Città che legge, assegnata dal Centro per il libro e la lettura. Il riconoscimento certifica il costante impegno dell’Amministrazione nella diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.

Exit mobile version