🎧Firenze: nasce il museo dedicato al plastico ferroviario di San Giuliano

Aprirà al pubblico domenica 29 maggio 2022 a Firenze un nuovo progetto museale dedicato all’immaginario del treno. Un plastico ferroviario di 280mq concepito e realizzato dall’appassionato lavoro di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano.

Il plastico ferroviario sarà visibile a tutti, domenica 29 maggio 2022, nella sede dell’ex cinema Ariston in Piazza degli Ottaviani a Firenze. Il progetto, ideato da HZERO, concepito come un dispositivo narrativo immersivo che prende vita a due passi da Santa Maria Novella, ruoeterà attorno al plastico di 280mq. Un connubio di artigianalità e alta tecnologia.

In podcast le interviste al sindaco Dario Nardella e a Alberto Salvadori, curatore di HZERO, a cura di Lorenzo Braccini. 

Nel plastico i treni Marklin percorrono scenari realistici e fantasiosi, dai paesaggi montani delle Dolomiti alle coste dell’Isola d’Elba, realizzati con grande attenzione ai dettagli. Il progetto nasce da un’idea di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, che vi si è dedicato con passione  e dedizione a partire dagli anni Settanta.

“HZero nasce in quella che definirei come dimensione del sogno, un sogno di mio padre” ha spiegato Diego Paternò Castello di San Giuliano, figlio di Giuseppe e di Fiamma Ferragamo, all’evento di presentazione. “E’ un progetto che desiderava realizzare con grande determinazione – ha aggiunto – e in prima persona. Noi figli siamo felici di poter dare continuità e sviluppo a questo suo grande sogno. Negli ultimi anni di vita mio padre ha partecipato alla messa in forma iniziale del progetto; l’idea di poter cristallizzare oltre quarant’anni di lavoro e di passione in un museo nel cuore di Firenze lo emozionava profondamente”.

Il museo, che ha come curatore Alberto Salvadori, con progetto architettonico di Luigi Fragola, ed è sostenuto dalla Fondazione Fs, sorgerà negli spazi dell’ex cinema Ariston in piazza Ottaviani, a due passi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. “Ci sono veramente tutti gli ingredienti per un bel progetto – ha affermato il sindaco Dario Nardella -, che guarda al passato ma è capace anche di avere uno sguardo sul futuro”.

Firenze, Piazza della Signoria: drappo nero su statua David di Michelangelo

La statua del David in piazza della Signoria a Firenze è stata coperta con un drappo nero in segno di lutto per la guerra. Un gesto nel giorno della nascita di Michelangelo: 6 marzo 1475.

Sul drappo nero posizionato questa mattina, davanti alla sede di Palazzo Vecchio, il sindaco di Firenze insieme con alcuni rappresentanti della comunità ucraina ha esposto la bandiera gialla e blu e alcuni nastri degli stessi colori. “Oggi vogliamo ricordare Michelangelo nel giorno della sua nascita, il 6 marzo – ha detto Nardella -, con questo gesto che è un gesto di lutto e di dolore. E’ un gesto di lutto molto forte per ricordare le migliaia e migliaia di vittime che in questi dieci giorni già si sono contate. Vittime civili a Kiev e in tutte le altre città ucraine ma anche militari.”

“Vogliamo ricordare anche i militari russi, i giovani soldati russi mandati da Putin e dal suo governo a morire per una guerra folle, ingiusta e incomprensibile quindi per Firenze questo è un giorni di lutto e di dolore per tutti i morti”. Il sindaco ha ringraziato gli amici della comunità ucraina e anche due giovani russi presenti per “compiere questo gesto insieme a noi”.

“Il David di Michelangelo è il simbolo della libertà. E’ il David che combatte contro Golia, è il popolo ucraino che combatte per la libertà – ha continuato -. Noi siamo vicini agli ucraini perchè loro per noi sono il David di Michelangelo, sono il David che combatte contro la tirannia del Golia. Credo che questo sia un simbolo fortissimo, da Firenze vogliamo mandare questo grande segnale, questo grande messaggio, anzitutto di dolore e di profonda tristezza e di lutto per i morti di questa guerra, folle, ingiusta nel cuore dell’Europa”. Il primo cittadino ha inoltre invitato i fiorentini “a portare fiori contro la guerra”.

“All’inizio pensavo che essendo lontana non potevo fare nulla ma poi ho capito che non era cosi'”, ha spiegato Cristina, da 10 anni in Italia, “Siamo russi e siamo contro la guerra. E’ terribile”, ha sottolineato Ivan, 25 anni.

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