Bekaert, si fermano i metalmeccanici della provincia

?Firenze, due incontri importantissimi nella giornata di oggi e domani per la vertenza della Bekaert, oggi in Confindustria Toscana con l’azienda, ed il 5 a Roma al Mise.

E sempre oggi, in occasione dell’incontro tra le Organizzazioni Sindacali Fim, Fiom e Uilm e la dirigenza Bekaert in Confindustria Toscana, sono state proclamate quattro ore di sciopero, le ultime di ogni turno, di tutti i metalmeccanici di tutta la zona fiorentina, con manifestazione che si è tenuta in Piazza della Repubblica.

La richiesta è quella di ritirare le 318 procedure di licenziamento e aprire un tavolo di discussione per un destino diverso per lo stabilimento di Figline.

L’incontro precede quello, importantissimo, di domani 5 luglio a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico, dove dovrebbe essere presente l’azienda.

Ieri, congiuntamente al presidente della Regione Toscana e al Sindaco di Figline Incisa Valdarno, i sindacati hanno firmato un comunicato unitario in cui si è chiamata in causa Pirelli, chiedendogli di introdurre un elemento di garanzia e vincolare l’acquisto delle steelcord al sito di Figline.

“Stiamo attivando tutte le risorse in nostro possesso – si legge in un comunicato dell Cgil Toscana – affinché siano promosse tutte le azioni possibili, a tutti i livelli istituzionali e non, per scongiurare la delocalizzazione della produzione e dare un’alternativa alle 318 famiglie. Possiamo scrivere un futuro diverso per questi lavoratori che, malgrado il countdown dei giorni e la paura, continuano a lavorare e a gestire la produzione in totale autonomia, senza dirigenti all’interno dello stabilimento, ma abbiamo bisogno della vostra partecipazione, del vostro sostegno e della vostra solidarietà”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il Segretario Fiom di Firenze Daniele Calosi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/07/180704_05_MANIFESTAZIONE-BEKAERT_CALOSI.mp3?_=1

Bekaert: Consiglio regionale presenterà mozione unitaria

Una mozione unitaria sulla crisi della Bekaert di Figline Valdarno sarà discussa al termine della seduta odierna del Consiglio regionale. E’ quanto è stato disposto dal presidente dell’Assemblea, Eugenio Giani, in accordo con i gruppi consiliari, al termine dell’intervento di rappresentanti sindacali dell’azienda.

In aula sono intervenuti il segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, Daniele Calosi, Yuri Campofiloni, della Fiom Cgil, e Filippo Pecci della Rsu. “Una presenza a palazzo del Pegaso”, ha spiegato Giani, che rappresenta “nel nostro spirito tutta la realtà a cui vogliamo tributare la massima solidarietà”. “L’intento”, ha aggiunto Giani “era quello di dare voce a questi lavoratori, in un caso su cui ho riscontrato una solidarietà senza precedenti da parte di tutte le forze politiche del Consiglio”.

Per Calosi da parte di Bekaert “c’è stato disprezzo per le istituzioni: se l’azienda non si presenta al tavolo della trattativa dimostra cattiveria, quella stessa cattiveria che ha dimostrato davanti ai lavoratori”. Sulla stessa linea Pecci, della Rsu, che ha sottolineato come “le lettere di licenziamento sono arrivate a casa mentre la gente era a lavorare. Un comportamento inaccettabile e inammissibile”.

Campofiloni ha invece spiegato che dopo l’incontro di ieri al ministero a Roma, si è tenuta un’assemblea “ed è stato deciso di sospendere lo sciopero per tornare a lavorare. Ora lo stabilimento sta producendo: andremo avanti, non saremo noi a fermarlo. Con responsabilità i lavoratori stanno producendo al massimo per portare avanti la fabbrica”.

Bekaert, Calosi (FIOM): i lavoratori difenderanno azienda lavorando

Il segretario della Fiom Cgil di Firenze: “Direzione aziendale dimostra arroganza e disumanità. Proposta di ‘mitigation’ una vergogna. Stasera i lavoratori di riprenderanno la produzione. La mobilitazione comunque proseguirà”. Venerdì sera fiaccolata

Bekaert, Calosi (Fiom): “Direzione aziendale propone ‘mitigation’ , è una vergogna

Il segretario dlela Fiom Cgil di Firenze: “Direzione aziendale dimostra arroganza e disumanità. Proposta di ‘mitigation’ una vergogna. Stasera proporremo ai lavoratori di riprendere la produzione. La mobilitazione comunque proseguirà”. Venerdì sera fiaccolata

“La direzione aziendale della Bekaert  stamani non si è presentata all’incontro al Ministero a Roma dimostrando nuovamente arroganza e disumanità. Il Ministero ci ha informato che l’azienda, che ha incontrato ieri, si è resa solo disponibile a discutere con noi sindacati di quanto dare ai lavoratori come compenso economico a fronte della chiusura. Loro questa cosa offensiva la chiamano ‘mitigation’. Vergogna! La dignità del lavoro non può essere monetizzata” lo afferma Daniele Calosi segretario generale della Fiom CGIL di Firenze.

“Noi sindacati -dice Calosi-  assieme al Presidente della Regione Toscana e al sindaco di Figline Incisa, abbiamo invitato il Ministero a chiedere immediatamente il ritiro della procedura. Il Ministero convocherà le parti, azienda compresa, i primi giorni di luglio alla presenza del Ministro in persona. Stasera proporremo ai lavoratori di interrompere lo sciopero per riprendere la produzione, perché non si deve chiudere uno stabilimento che è produttivo. La mobilitazione e la lotta proseguiranno lo stesso con scioperi articolati e ancora più incisivi. Non molliamo”. Venerdì 29 luglio fiaccolata a Figline con partenza dallo stabilimento alle 20:30. Alle 21:30 Consiglio comunale straordinario in piazza Ficino.

Al tavolo di oggi, le organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm insieme a Francesca Re David e Maurizio Landini, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sindaco di Figline Valdarno Giulia Mugnai sono stati aperti nell’avviare un confronto a 360 gradi, ma partendo dal ritiro della procedura dei 318 licenziamenti e dal mantenimento della produzione Bekaert a Figline: “Non si può trattare con la pistola della chiusura e dei licenziamenti puntata alla tempia”, ha detto Calosi. Per salvaguardare la propria posizione nei mercati europei nella produzione dei rinforzi in acciaio per pneumatici, la multinazionale belga vuole cessare le attività nella fabbrica, acquistata nel 2014 da Pirelli.

Così, spiega la Fiom Cgil fiorentina, “dopo aver sfruttato per quattro anni le competenze dei metalmeccanici toscani, l’azienda decide che è meglio produrre dove il costo del lavoro è più basso, in Slovacchia e Romania. Ennesimo caso di un’azienda metalmeccanica che viene delocalizzata a Est a spese di produzioni e lavoratori italiani, che prima vengono sfruttati nelle loro conoscenze e poi scaricati. Due anni fa questa azienda aveva comprato alla Pirelli e la Pirelli aveva garantito al governo italiano che aveva venduto a una multinazionale intenta a mantenere la produzione in Italia: devono quindi fare cosa hanno detto e promesso due anni fa. Col caso Bekaert non è in gioco solo il posto di lavoro di 318 persone, ma anche l’interesse territoriale e nazionale di fronte agli interessi padronali delle multinazionali che investono in Italia”.

Bekaert, Calosi (Fiom): 300 lavoratori licenziati in mezz’ora

Il ministero dello Sviluppo economico convocherà martedì prossimo i sindacati e i rappresentanti della Bekaert, l’azienda belga che stamani ha annunciato la chiusura della sua fabbrica di Figline e Incisa
Valdarno (Firenze), con lettere di licenziamento già partite per i 318 dipendenti. Lo ha annunciato in una nota Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, spiegando che come Regione “lavoreremo a stretto contatto con il Mise

Intervista con il segretario della FIOM di Firenze, Daniele Calosi

Bekaert di Figline Valdarno: lavoratori occupano la fabbrica, martedì incontro al Mise

Il ministero dello Sviluppo economico convocherà martedì prossimo i sindacati e i rappresentanti della Bekaert, l’azienda belga che stamani ha annunciato la chiusura della sua fabbrica di Figline e Incisa
Valdarno (Firenze), con lettere di licenziamento già partite per i 318 dipendenti. Lo ha annunciato in una nota Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, spiegando che come Regione “lavoreremo a stretto contatto con il Mise

La Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno è stata occupata dai lavoratori, dopo che stamani la dirigenza ha comunicato la chiusura della fabbrica entro 75 giorni (già partite le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti). “Sapevamo che ci fossero dei problemi finanziari e di mercato, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura. I lavoratori sono arrabbiati, la loro età media è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l’indotto sono più di 400 le persone coinvolte”, dice Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze. L’occupazione ad ora è oltranza, ora dopo ora sarà valutato il da farsi. Sul posto, allo stabilimento (che produce cordicelle di metallo per pneumatici) di via Petrarca 104, c’è anche il segretario generale della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi che afferma: “Tra i lavoratori ci sono rabbia e delusione ma non rassegnazione. Siamo di fronte a un nuovo caso Embraco: questa scelta aziendale è dettata dalla logica della delocalizzazione, chiudono per produrre in paesi dove costa meno farlo. Chiedo a tutti di stringersi intorno ai 318 lavoratori, la mobilitazione sarà intensa. Al tavolo ministeriale siamo pronti a discutere della vertenza a 360 gradi, ma partendo dal ritiro della procedura. Non si può trattare con la pistola della chiusura e dei licenziamenti puntata alla tempia”.

“Decisione ingiusta e inaccettabile, nel merito e nel metodo, un vero attentato al lavoro.” Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, commenta l’annuncio da parte di Bekaert. “Chiudere uno stabilimento produttivo è sempre ingiusto, ma in questo modo è ancora più grave. Quello di Figline è un sito produttivo importantissimo; quando c’è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca e annunciata come irrevocabile. Non è così che si può trattare il lavoro in Italia.” “Ci batteremo, in tutti i modi e a tutti i livelli, per cambiare questa decisione e tenere aperto l’impianto e continuare a dare lavoro a oltre 300 persone. E certamente avremo bisogno anche del Governo per reagire alla decisione di una multinazionale come Bekaert.” “Chiediamo a tutti, Regione, Governo, enti locali di combattere con noi l’arroganza aziendale di annunciare in modo unilaterale la chiusura dell’azienda e salvare il sito di Figline Valdarno.”

“Il Partito Democratico si sta mobilitando a tutti i livelli con i suoi eletti per scongiurare la chiusura della Bekaert di Figline. Siamo solidali con i lavoratori e riteniamo inaccettabile il comportamento dell’azienda. Il governo deve convocare immediatamente le parti per scongiurare la cessazione dell’attività della fabbrica, che avrebbe ricadute drammatiche su centinaia di famiglie del nostro territorio”. Così i parlamentari del PD Luca Lotti, David Ermini e Dario Parrini, insieme all’eurodeputato Nicola Danti, che ieri hanno partecipato a Figline all’assemblea sulla vertenza Bekaert. Sarà depositata dal Pd anche un’interrogazione urgente sia alla Camera che al Senato a firma David Ermini e Dario Parrini. La stessa iniziativa è stata presa da Nicola Danti al Parlamento europeo.

“Una scelta incomprensibile, in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto non più tardi di tre mesi fa nell’ultimo incontro al Mise sulla situazione del sito produttivo di Figline. In quella sede si confermavano il buon andamento dei volumi produttivi, la prosecuzione dei rapporti di committenza con la Pirelli e i progressi di tre progetti innovativi del piano aziendale. E oggi arriva la notizia di 318 licenziamenti in tronco. Tutto questo è inaccettabile”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta con durezza la decisione presa dalla multinazionale belga di cessare improvvisamente l’attività della ex Pirelli di Figline Valdarno, specializzata nella produzione di ‘steel cord’, le cordicelle d’acciaio impiegate nella produzione di pneumatici.

E annuncia subito un’iniziativa: lunedì prossimo, alle 15.30, la Regione incontrerà a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza, le organizzazioni sindacali. “E’ necessario mettere subito in campo – sottolinea il presidente – ogni sforzo per scongiurare la chiusura dello stabilimento e i licenziamenti. La fabbrica di Figline ha una storia gloriosa, è da sempre un centro di produzione e di ricerca avanzata nel settore ‘steel cord’, un patrimonio che non può essere disperso. Del resto – prosegue – l’azienda stessa, di fronte alle ordinarie difficoltà di un mercato complesso e a forte vocazione internazionale, mai aveva paventato la possibilità di chiudere e licenziare. E voglio anche ricordare – continua – che da parte di lavoratori e sindacati c’è sempre stata, fin dalle trattative per il passaggio da Pirelli a Bekaert, nel 2015, la piena disponibilità a sostenere processi di crescita della produttività del sito”.

“Lavoreremo a stretto contatto con il Mise, che martedì prossimo convocherà azienda e sindacati – conclude Rossi – e come Regione metteremo a disposizione ogni strumento normativo e finanziario previsto per contribuire a scrivere una storia diversa per il sito di Figline. Una storia che parli ancora di lavoro e di sviluppo. Anche nella consapevolezza che ci sono ancora commesse importanti da realizzare a Figline e che la stessa Pirelli deve essere chiamata in causa”.

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