Centrale geotermica Montenero: no unanime da commissione Ambiente

No alla centrale geotermica sulle pendici del Monte Amiata. È quanto chiedono tutte le forze politiche in Consiglio regionale, attraverso la mozione presentata dal capogruppo Pd Leonardo Marras, che impegna la Giunta ad esprimersi contraria al progetto pilota di Montenero a Castel del Piano, in provincia di Grosseto.

Sulla centrale geotermica maggioranza e opposizione fanno quadrato e in commissione Ambiente, guidata da Stefano Baccelli (Pd), votano compatte il testo firmato anche da Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle), Tommaso Fattori (Sì-Toscana sinistra), Serena Spinelli (gruppo misto) e Monia Monni (Pd).

L’atto di indirizzo punta al blocco di Montenero, perché provocherebbe danni irreparabili all’ambiente e al sistema economico del territorio. “La centrale – spiega Marras – svaluterebbe il contesto paesaggistico, punto di forza delle imprese locali esistenti ”.

L’impianto è un progetto pilota di competenza ministeriale, che la mozione approvata tenta in qualche modo di arginare. “La Regione – ricorda ancora il capogruppo – ha fatto molto per regolamentare il settore dell’energia geotermoelettrica, pensando a strumenti quali le Aree non idonee individuate dai singoli Comuni (l’iter di approvazione è in fase finale ndr) e comunque nel rispetto della tutela ambientale, del lavoro, di rafforzamento dei controlli così come di maggiore capacità tecnologica e di requisiti più stringenti per i concessionari obbligati a sviluppare attività collaterali”.

Cena per commemorare marcia su Roma, polemiche nel Grossetano

Una bandiera con l’immagine di Benito Mussolini affiancato dai fasci littori e sotto il tricolore, tutto sistemato su un pannello divisorio in un locale di Castel del Piano sull’Amiata in provincia di Grosseto, per una cena di “commemorazione della Marcia su Roma” svoltasi il 28 ottobre scorso, in occasione del 97/o anniversario. A riferirlo su Fb, con tanto di foto sulla ‘scenografia’ nel ristorante, Federico Badini, segretario dell’unione comunale del Pd del paese amiatino.

La foto postata sui social da Badini

“Non è semplicemente una vergogna, è qualcosa di più grave che ancora oggi qualcuno pensi di dover ‘festeggiare’ l’inizio del ventennio più buio della storia d’Italia”, commenta Badini che parla di “onta per un paese come Castel del Piano, dove la nostra sezione porta il nome di un partigiano ucciso dai fascisti e dove la comunità non ha bisogno dell’odio e dell’intolleranza fascista”.  L’esponente del Pd vuole anche risposte. Afferma che alla cena avrebbero “partecipato esponenti della Lega, ma anche di Forza Italia e rappresentanti della destra provinciale. Qualora ne fosse confermata la presenza, è un ulteriore elemento per chiedere le dimissioni di quegli amministratori locali che hanno fieramente partecipato”.
Parole di condanna per la commemorazione sono state espresse dal segretario provinciale del Pd Giacomo Termine, che parla di “iniziativa vile” e di “vergogna”, e dalla sezione Amiata dell’Anpi attraverso Carlo Balducci. Secondo quest’ultimo non è stata “una manifestazione goliardica o un ritrovo di nostalgici” ma “un fatto politico grave e preoccupante, da condannare senza appello, di fronte al quale chiediamo con forza che le autorità preposte si attivino immediatamente per verificare se si è prodotto un reato, per perseguire i responsabili in base alle leggi vigenti. Basta sfregi alla nostra memoria”.

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