I pestaggi di Castelfranco e il senso di impunità

Sono stati identificati e denunciati per lesioni i tre presunti aggressori di un cittadino senegalese, che ieri a Castelfranco di Sotto (Pisa) è stato ferito con una spranga. I tre, imprenditori conciari sono stati rintracciati dai carabinieri e portati in caserma. I tre avrebbero messo in atto un raid punitivo contro il loro ex dipendente, perché non avrebbe pagato l’affitto. Una pratica già ripetuta nei confronti di altri lavoratori.

Lo hanno raggiunto in auto, nei pressi del mercato settimanale di Castelfranco di Sotto e davanti a decine di testimoni, colpito con una spranga e lasciato a terra sanguinante prima di allontanarsi. Un raid punitivo a tutti gli effetti  per degli affitti non pagati. Protagonisti della vicenda tre imprenditori conciari della zona – un uomo e i suoi due figli. L’episodio, sul quale indagano i carabinieri, è avvenuto intorno a mezzogiorno  di ieri e nel giro di poche ore i tre aggressori sono stati rintracciati, identificati, portati in caserma e denunciati per lesioni. I tre, secondo quanto emerso, si erano resi protagonisti nei mesi scorsi di altri episodi di brutale violenza per i quali sono stati denunciati, sempre a danno di cittadini senegalesi: a fine 2017 picchiando con spranghe e catene due lavoratori che reclamavano il salario e poi investendo un altro migrante.

Se per gli inquirenti non ci sarebbe movente razziale ma emergerebbero questioni personali, è certo che questi soggetti abbiano messo in atto reiteratamente un comportamento criminale, avente come vittime sempre cittadini stranieri, anche sfruttati come nel caso dei dipendenti che chiedevano lo stipendio e che poi hanno subito l’agguato intimidatorio. Hanno trovato però la forza di denunciare i loro datori e rivolgersi alla Cgil che ha reso noto il fatto inquietante. Purtroppo non isolato.

Il Comune, già intervenuto nei mesi scorsi, ha espresso ieri vicinanza alla vittima condannando per bocca del sindaco Toti  “un gesto di violenza inaudita e inaccettabile compiuto oltretutto da soggetti recidivi”.  Per l’amministrazione, riunita in giunta straordinaria, è “necessario rispondere con fermezza anche da parte del mondo imprenditoriale, perché queste persone non trovino in nessun modo un atteggiamento solidale da parte del distretto”. Un messaggio chiaro dalle istituzioni al tessuto produttivo: che nessuno pensi di farsi giustizia o di dettare legge tramite l’uso della violenza e della sopraffazione. Oltretutto, l’ultima aggressione si è svolta in mezzo alle persone, al mercato settimanale di paese, testimone anche un assessore comunale. La reiterazione di questi eventi e le modalità sono il campanello di allarme di un senso di impunità che gli enti preposti e la comunità locale devono arginare il prima possibile, isolando i violenti e garantendoli alla giustizia. Qualora pestaggi del genere dovessero riverificarsi, le ennesime dichiarazioni di condanna risulterebbero sterili e derubricare le motivazioni ad ambiti personali, ribadendo che non si tratta di razzismo farebbe emergere un’evidente miopia ed incapacità di gestione del fenomeno e del territorio.

Chiara Brilli

Polpette avvelenate: strage di cani nel Pisano

Strage di cani a Castelfranco di Sotto (Pisa) dove polpette avvelenate sono state lanciate in una ampia zona recintata nella quale viveva una ‘famiglia’ di dieci pastori tedeschi: solo due, in gravi condizioni, sono sopravvissuti e ora sono sottoposti a terapia intensiva.

Gli animali, due genitori e i loro otto figli di proprietà di un noto ristoratore fiorentino, vivevano in una tenuta nella frazione di Villa Campanile. Per capire che tipo di veleno sia
stato impiegato verrà fatta un’autopsia. “Non so con cosa li abbiano avvelenati – spiega il proprietario Lionello Briganti -. Non credo di avere nemici e forse questo potrebbe essere stato il gesto di un pazzoide che non ama i cani. Non auguro a nessuno di vedere una strage del genere, per me è stata una brutta Pasqua”.

Briganti ha spiegato di aver ricevuto stamani una telefonata del sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti, che “mi ha detto che proprio poco tempo fa aveva scritto su facebook di stare attenti perché c’erano voci di cani avvelenati nel territorio”. “Da 50 anni teniamo i cani, tutte le settimane andavo a trovarli ed ero felicissimo di averli – ha concluso -. Erano una famiglia. Offro una grande ricompensa a chi mi darà notizie sull’autore”.

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