Sindacati, inizio scuola caos con 822 cattedre scoperte

?Firenze, inizio scuola a rischio caos negli istituti della città e della provincia: a lanciare l’allarme sono i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, secondo i quali al suono della campanella, il 14 settembre, ci saranno ancora 822 cattedre scoperte, i cui docenti potrebbero non arrivare prima di ottobre.

Questo, hanno sottolineato i sindacati nel corso di una conferenza stampa unitaria, potrebbe portare anche a problemi di gestione degli alunni poiché quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, non sarà possibile in caso di assenza del docente spostare temporaneamente gli alunni in altre classi, pratica che comporterebbe la creazione assembramenti nelle aule.

Complessivamente, hanno precisato i sindacati, tra scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, quest’anno avrebbero potuto essere immessi in ruolo a Firenze e provincia 879 docenti. A fronte di questa esigenza, ne sono stati assunti 57, pari al 6,4% del fabbisogno totale.

Questo non per mancanza di insegnanti, hanno precisato i sindacalisti, ma a causa dell’esaurimento delle graduatorie dedicate all’immissione in ruolo e alla mancata indizione di concorsi.

Viceversa, affermano, “sono decine di migliaia gli aspiranti docenti che si sono inseriti nelle graduatorie per le supplenze e che, se fossero stati banditi i concorsi, avrebbero regolarmente partecipato. Inoltre, proseguono, a causa di ritardi relativi alla nuova procedura informatizzata per il reclutamento dei supplenti, “non è privo di fondamento il rischio che le scuole abbiano tutti i supplenti in cattedra solo a ottobre”.

Per quanto riguarda il personale non docente, su 326 posti vacanti da collaboratore scolastico “sono previste 107 assunzioni”. I sindacalisti hanno chiesto poi tutele per i ‘lavoratori fragili’, insegnanti affetti da gravi patologie e pertanto più a rischio nel caso di un contagio da Covid.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Emanuele Rossi, segretario Flc Cgil Firenze:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/08/Rossi-CGIL-28-agosto-2020.mp3?_=1

1 Maggio: sindacati toscani, lavoro in sicurezza per costruire futuro

‘Il lavoro in sicurezza, per costruire il futuro’: è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per festeggiare comunque il Primo maggio nonostante non ci potranno essere manifestazioni, feste, e iniziative in piazze e strade a causa dell’emergenza Coronavirus.

“Niente manifestazioni quest’anno, e ci dispiace tantissimo – sottolinea in una nota la segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini -: ma la voglia di celebrare il Primo maggio è ancor maggiore perché questo maledetto virus è combattuto e sarà sconfitto proprio da chi lavora. Quanto successo rafforza il concetto su cui il sindacato si sgola da sempre: non può esserci lavoro senza sicurezza. Quanto alla cosiddetta Fase due, serve un nuovo modello di sviluppo sostenibile che rispetti in pieno l’ambiente, la sicurezza di chi lavora e la dignità di tutti, a partire dalle donne e dai più deboli”. Per il segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza, “anche senza comizi in piazza, il Primo maggio è una giornata importantissima per tutti i lavoratori della Toscana. Mai come adesso è importante rimanere uniti e riaffermare il valore del lavoro, della sua dignità, della necessità di lavorare in sicurezza anche in questo periodo in cui la pandemia ci ha costretti a chiudere aziende e a mettere in cassa integrazione migliaia di persone”.
Il segretario generale Uil Toscana Annalisa Nocentini sottolinea che “il Primo maggio è la festa di tutti i lavoratori e in un momento di emergenza non può che essere dedicato a tutti, davvero tutti i lavoratori che sono in prima linea a sconfiggere il virus ma anche quelli che, con fatica e preoccupazione, sono tornati sul proprio posto di lavoro. Ma un pensiero va anche a tutti quei lavoratori, spesso donne, che in questi due mesi di lockdown con le scuole chiuse hanno dovuto farsi carico dei figli”.

Sciopero nei punti vendita del commercio in Toscana

Firenze, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil dichiarano per i punti vendita del settore commercio situati nel territorio regionale, lo sciopero per l’intera giornata domenica 29 marzo 2020.

Secondo un comunicato unitario, la dichiarazione dello sciopero “Deriva dal fatto che molte aziende del settore non hanno preso in considerazione le richieste del sindacato, sia a livello nazionale che regionale, di ridurre, in questa fase, le fasce orarie di apertura al pubblico e di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita nelle giornate domenicali collocate nella vigenza dei decreti legislativi emanati dalla Presidenza del Consiglio in merito alla difficile situazione sanitaria”.

“Queste nostre richieste hanno avuto nel corso della scorsa settimana, una parziale risposta da parte di alcune aziende, che hanno deciso ridurre le loro fasce di apertura e per la domenica di chiudere alle ore 15. Resta inteso che rimane centrale il problema di in un sovraffollamento nei punti vendita che rimarranno aperti, con evidenti e gravi problemi di contagio”.

“Le nostre richieste continuano a ricercare soluzione e proposte volte alla salvaguardia dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, ancora troppo spesso in condizioni di sicurezza precaria, dovute in parte alle negligenze aziendali e in parte all’eccessivo ricorso alla spesa giornaliera – continua il comunicato – Le lavoratrici ed i lavoratori del terziario/commercio e della cooperazione, hanno garantito in questa fase un servizio fondamentale e lo continueranno a fare, ma è necessario garantire anche a loro il dovuto recupero psico fisico. Per questo continuiamo a chiedere che ci sia un equiparazione degli orari commerciali e delle chiusure dei punti vendita, in modo tale da garantire ad aziende, clienti e lavoratori un trattamento univoco”.

Per questi motivi -Conclude il comunicato – ritenendo irresponsabile il comportamento di quelle aziende che continuano a privilegiare il profitto al senso di responsabilità collettiva di cui il paese ha bisogno, dichiariamo lo sciopero per domenica 29 marzo 2020. Le modalità dello sciopero sono a disposizione delle singole strutture sindacali territoriali”.

Commercio, a Firenze proclamato sciopero domenica 22 marzo

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: “Inaccettabile continuare a privilegiare il profitto alla responsabilità”

ASCOLTA L’INTERVISTA CON FEDERICA BATTISTINI, filcams CGIL

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Firenze, preso atto della proclamazione (a opera delle segreterie regionali delle tre sigle) dello stato di agitazione di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici che operano in ogni realtà commerciale presente in Toscana, ritengono irresponsabile il comportamento di quelle aziende che continuano a privilegiare il profitto al senso di responsabilità e proclamano lo sciopero di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori nei punti vendita di Firenze e provincia per tutte le ore che eccedono dalla fascia oraria 8-19 e per la giornata di domenica 22 marzo. Da tempo ormai le tre sigle chiedono di ridurre le fasce orarie di apertura al pubblico e la chiusura dei punti vendita la domenica, nel rispetto dei decreti legislativi emanati dalla Presidenza del Consiglio in merito alla difficile situazione sanitaria, al fine di porre sia i lavoratori che le lavoratrici del settore in una condizione di estrema sicurezza, anche da un punto di vista psicologico.

Stato agitazione lavoratori del settore commercio

Firenze, “Le segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil sono, per i punti vendita del settore commercio situati nel territorio regionale, dichiarano lo stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici”.

Così si legge in un comunicato che continua: “Tale dichiarazione deriva dal fatto che molte aziende del settore commercio non hanno preso in considerazione le richieste che le scriventi hanno inviato, sia a livello nazionale che regionale, dove si chiedeva, in questa fase, di ridurre le fasce orarie di apertura al pubblico e di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita nelle giornate domenicali collocate nella vigenza dei decreti legislativi emanati dalla Presidenza del Consiglio in merito alla difficile situazione sanitaria”.

“Tali richieste, più volte reiterate, hanno visto in questa fase alcune aziende raccogliere le nostre sollecitazioni, anticipando l’orario di chiusura serale e chiudendo la domenica ed altre decidere, ad oggi, di non prevedere alcuna riduzione e neppure alcuna chiusura domenicale. Si sta quindi determinando un quadro di non omogeneità e confusione del settore che, oltre a creare uno svantaggio per le aziende più virtuose, potrebbe sfociare in un sovraffollamento nei punti vendita che rimarranno aperti, con evidenti e gravi problemi di contagio”.

“Per questi motivi, ritenendo irresponsabile il comportamento di quelle aziende che continuano a privilegiare il profitto al senso di responsabilità collettiva di cui il paese ha bisogno – conclude il comunicato – dichiariamo a partire dalla presente lo stato di agitazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori occupati nei punti vendita della toscana, ponendo a disposizione delle nostre strutture territoriali un pacchetto di 16 ore di sciopero, che saranno utilizzate unitariamente a discrezione delle stesse”.

Firenze, sindacati: “Vigili urbani senza protezioni, loro sicurezza è in pericolo”

“Continuano a mancare i dispositivi di protezione individuale per la Polizia Municipale del Comune di Firenze.” Ad annunciarlo, in un comunicato, le sigle dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

Così continua la denuncia delle sigle dei sindacati: “Come già denunciato nei giorni scorsi, non viene consentito di lavorare in sicurezza e viene quindi messa a repentaglio la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Mancano mascherine, guanti e soluzioni disinfettanti. Se l’amministrazione non riesce a reperire i dispositivi, deve rimodulare i servizi.”

“Bisogna evitare il contagio degli operatori della Polizia Municipale per garantire il proseguimento dei servizi – continuano i sindacati -. L’eventuale messa in quarantena delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia municipale, infatti, potrebbe portare gravi conseguenze per tutta la città di Firenze. Per questo motivo oggi come sindacati abbiamo scritto al sindaco Nardella,  diffidandolo dal far continuare a lavorare gli operatori della Polizia Municipale in carenti condizioni di sicurezza.”

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