Nubifragio di Ferragosto, è arrivata anche la grandine, danni a olivete e vigneti: “70% delle olive sono a terra”

Firenze, il violento nubifragio di Ferragosto, nel Fiorentino, ha portato, oltre alla pioggia, 40 minuti di grandinata che ha creato problemi a tante aziende del territorio, in particolare a Bagno a Ripoli, Antella e Grassina.

“È urgente e necessario che ci sia consapevolezza di quello che sta accadendo e che si faccia tutto il possibile per aiutare queste realtà – ha sottolineato il presidente Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini il giorno dopo il nubifragio di Ferragosto -. Il tempo per intervenire è scaduto. Come diciamo da tempo servono bacini di raccolta in collina che, in casi come questi, avrebbero aiutato anche trattenendo questa risorsa preziosa, l’acqua, che ormai arriva sempre più in maniera devastante purtroppo”.

Il vicepresidente Cia Toscana Centro e produttore orticolo e olivicolo a Bagno a Ripoli Andrea Pagliai ha sottolineato che “4.000 piante di olivo su un totale di 6.000 sono state colpite. Dove le olive sono rimaste ce ne sono davvero poche: il 70% delle olive sono a terra, mentre molte piante sono spaccate e compromesse. Anche le produzioni orticole stagionali sono state interessate dalla bomba d’acqua: ho avuto danni su nove dei 21 ettari coltivati. Anche i fossi all’interno dei campi non sono stati sufficienti visto l’enorme quantità e violenza. Mentre nella fascia Grassina-Antella la grandine ha colpito tutte le aziende, e molto danneggiati sono stati i vigneti che per lo più sono andati distrutti”.

Intanto la sala operativa del 112, il Numero unico europeo per le emergenze, ha reso noto che durante il nubifragio sono giunte alla sala operativa ben 4.039 chiamate, di cui l’85% dalla provincia di Firenze, l’area maggiormente colpita. Chiamate che si sono trasformate in 240 richieste di intervento.

Lo riferisce la Regione Toscana in un comunicato dedicato al maltempo di Ferragosto. Il Nue 112 Toscana, spiega, ha gestito questo evento straordinario in stretta sinergia con la centrale Marche-Umbria, con sede ad Ancona. In caso di iperafflusso di chiamate, il personale tecnico delle due centrali operative infatti congiuntamente per garantire una continuità nella presa in carico delle richieste di emergenza e ottimizzare l’avvio dei soccorsi, come è avvenuto per l’evento di Ferragosto.

Cia: “Caprioli si dissetano con gli acini d’uva, vigneti devastati”

Firenze, secondo un comunicato emesso dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) Toscana, a causa della siccità, i caprioli cercherebbero un modo alternativo per calmare la sete, mangiando gli acini d’uva.

“Branchi di caprioli vanno a dissetarsi nei vigneti della campagna fiorentina, mangiando i dissetanti e succulenti acini d’uva – si legge nel comunicato della Cia – E così gli agricoltori, a poche settimane dalla vendemmia, si trovano ‘potenziali’ raccolti completamente devastati e perfino tralci spezzati, tali da compromettere anche l’annata successiva”.

Succede in Val d’Elsa e nella zona di Certaldo (Fi), sottolinea la Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro, dopo numerose segnalazioni da parte degli agricoltori.

“Purtroppo, i danni sono ingenti – afferma Andrea Pagliai, vicepresidente Cia Toscana Centro e rappresentante Cia nell’ATC5 -, quel poco di succo rimasto con la siccità all’interno dell’acino, fa gola ai caprioli che possono così dissetarsi e trovare sollievo. Ma su decisione dell’Ispra è chiusa fino al 15 agosto la caccia di selezione al capriolo, per cui non è possibile limitare in alcun modo gli assalti di questi animali. A quella data, nel vigneto, non ci sarà rimasta più uva da raccogliere: per chi si trova in questa situazione l’annata è fortemente compromessa. Dove passano i caprioli il danno a livello di produzione è del 100%”.

Non sono sufficienti neanche le recinzioni per i cinghiali, infatti il capriolo è animale molto più agile in grado di superare queste barriere facilmente. “Per il capriolo servono recinzioni di almeno 2,20 metri di altezza, per cui i vigneti sono completamente indifesi” aggiunge Pagliai.

“Si tratta di un ulteriore grave problema per le aziende di questo territorio in un’estate segnata dalla grave siccità e dalla atavica mancanza di risorsa idrica – aggiunge Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro –, senza dimenticare l’aumento alle stelle del gasolio e dei costi di produzione, dato dagli effetti della guerra in Ucraina, con una inflazione record in atto e con i problemi di sempre, dall’emergenza cinghiali alla burocrazia”.

Agricoltori, “Grande preoccupazione” per inquinamento causato dalla ‘ndrangheta

Firenze, Sandro Orlandini, presidente degli agricoltori della Cia Toscana Centro, in merito all’inquinamento con scarti delle concerie smaltiti illecitamente in vari punti della Toscana scoperto dalle inchieste della Dda di Firenze e dei carabinieri su infiltrazioni della ‘ndrangheta nella regione, esprime forte preoccupazione sulle conseguenze sul settore agricolo.

“Saremmo dispiaciuti se a rimetterci da questo illecito fossero gli agricoltori confinanti alla strada, specie per l’inquinamento delle acque. Dovremo vedere cosa emergerà più avanti relativamente ai fatti, in quell’area ci sono molte coltivazioni di ortaggi, non vogliamo generare allarmismo ma quanto emerso è inquietante”.

In particolare, gli agricoltori della Cia della zona di Empoli (Firenze) temono per le circa 8.000 tonnellate di materiale Keu che sarebbero finite, sotto la nuova Strada regionale 429 (ex Ss 429) della Valdelsa nei tratti costruiti in rilevato stradale.

Il Keu sono le ceneri di risulta dei rifiuti conciari e sono altamente inquinanti: per la Dda sarebbero stati miscelati con altri materiali e riutilizzati in attività edilizie.

“Gli agricoltori della zona manifestano grande preoccupazione – sottolinea Orlandini – Mi contattano quotidianamente esprimendomi anche amarezza. Gli agricoltori della Val d’Elsa puntano molto sulla filiera corta e anche l’insinuarsi di dubbi sulla qualità delle loro produzioni diventano un danno per la categoria” oltre ai potenziali rischi sanitari”.

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