CAFFE’ SCORRETTO 16 settembre 2020- VINCERE, O CONVINCERE?

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. 

I sondaggi, che non si potrebbero dire, ma che tutti citano, a pochi giorni dal voto confermano quello che si sapeva da un anno e che solo la vittoria di Bonaccini in Emilia sembrava aver messo in discussione: la Toscana è elettoralmente contendibile.

Andrà come andrà (io ad esempio sono convinto che molti decideranno all’ultimo se e chi votare e c’ da considerare anche l’aggravante paura del covid ai seggi per cui  questa volta è davvero difficile fare previsioni), andrà come andrà dicevamo, una cosa almeno la possiamo dire:  mentre il centrodestra appare molto compatto, nel centrosinistra manca spesso il tessuto connettivo.

In coalizione infatti ci sono i sostenitori ed i contrari al nuovo aeroporto di Firenze, i favorevoli ed i contrari agli inceneritori, chi sulle Apuane vuole le cave e chi no, chi punta sulle grandi opere e chi chiede maggiore rispetto per i territori. Chi punta a rafforzare la mano pubblica  in sanità e chi difende il ruolo del privato. “Non cose marginali se vogliamo, ma un disaccordo sul modello stesso di sviluppo.

Cosi il rischio è di mandare in confusione l’ elettore. E non bastano certo le battute un po’ lise del leader delle sardine Mattia Santori, come il flop del raduno di sabato a Cascina  ha dimostrato. Il tema del futuro dunque andrà come andrà non è se Giani era il candidato giusto o meno, ma ritrovare un’anima, una visione, una strategia. Per tornare non solo a vincere, ma a convincere.

CAFFE’ SCORRETTO 15 settembre – TURISMO: TUTTO COME PRIMA?

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio.

A Firenze sono tornati i turisti. Gli alberghi se non sold out possono sorridere per l’alta percentuale di camere occupate. La ristorazione, sia pur con qualche affanno, torna a respirare. E i trolley a strisciare striduli gli  antichi e moderni selciati. Lungi da noi non gioire per un fatto che ridà fiato alla boccheggiante economia fiorentina.

Tuttavia l’impressione è che questi mesi siano passati invano. Ricordate quando, nel pieno del lock down, con il fiato sospeso e lo sguardo timoroso sull’avvenire, era tutto un fiorire di buoni propositi? “Questo modello non va più bisogna cambiarlo” era il refrain più gettonato. Nel frattempo però alle parole non sono seguiti i fatti.

E così, Firenze, in un batter d’occhio, rischia di ritrovarsi nuovamente alle prese con l’assalto quotidiano dei viaggiatori. Si sarebbero dovute elaborare strategie di ‘contenimento’ e valorizzazione, immaginare un nuovo modo di fare turismo in una città che di turismo vivrà sempre e comunque. Ed invece siamo ancora a chiederci come fare. E addirittura  se fare o lasciar fare. Come accaduto finora.

C’è un’idea interessante che sta girando:  si convochino gli stati generali del turismo per decidere insieme, amministrazione, cittadini ,associazioni, comitati di quartiere, come superare l’ingorgo del quadrilatero d’oro, come spalmare i flussi, come dialogare col territorio contermine, Prato compresa,  come far sì che il benessere dell’economia turistica diventi un benessere reale anche per i cittadini e non solo per pochi eletti. Un’idea. altre potrebbero arrivare. Ma in fretta. Perché di tempo ne è rimasto poco. Poi torneranno gli affanni, i lamenti, e la sensazione di un assedio quotidiano e  un po’ cannibale.

IL CAFFE’ SCORRETTO 14 settembre – Il virus in cattedra

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio.
Distanze, mascherine, cellophane e l’incubo che un banale raffreddore blocchi tutto e costringa a ricominciare da capo, come al gioco dell’oca. È la scuola bellezza! La scuola in epoca covid.
Quella in cui tutto è stato programmato per il ‘rischio zero’, i cui corridoi somigliano più a corsie di ospedale che a luoghi di didattica e dove ogni movimento si chiede sia controllato rigidamente. Se qualcosa va storto tutti a casa e poi si vedrà. Un lockdown camuffato e vigliacco che costringerà’ milioni di famiglie a fare i conti con l’imprevedibilità’ quotidiana. La precarietà eletta a sistema di vita. E a soccombere come sempre saranno i piu’ deboli. Come gia’ accaduto nei mesi. Passati.
Una scuola in cui si parlerà di ambiente ma che produrrà milioni e milioni di mascherine chirurgiche usa e getta, plastiche e dispositivi vari da smaltire ogni santo giorno. In cui si parlerà dell’importanza delle stare insieme ma si vieteranno i contatti. In cui la salute sarà ridotta ad un tampone negativo. Un scuola diseducativa e approssimata, che sarà destinata ad essere la parodia di se stessa. Non sono un esperto ma immagino e credo che si sarebbe potuto e dovuto fare di più e meglio.
L’assunzione di responsabilità, che è alla base della civiltà infatti, non significa negare il rischio, ma affrontarlo e gestirlo. Tutti insieme. Scuola, politica, società civile. Cosa che non è stato fatto finora. Speriamo venga fatto nei prossimi mesi, altrimenti sarà una tragedia.

IL CAFFE’ SCORRETTO 11 settembre – I giovani e quel buco nero chiamato politica

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. 

L’80% afferma  di vivere bene Toscana, sette su dieci sono soddisfatti della propria vita, i 3/4 sono convinti di piacere agli altri. Credono nella famiglia, nella scuola e soprattutto  (il 90% del campione) nell’amore. In generale  si sentono belli forti ed ottimisti. Il quadro che emerge dall’indagine ‘pianeta adolescenza’ curato dall’istituto Piepoli per conto della Fondazione Carlie, sembra fotografare un ritratto idilliaco: i nostri giovani insomma se la passano bene. Eppure, il 60% si dice insicuro, per  2/3 di loro  la noia è una compagnia costante, e ben 3 su 10 dicono di aver pensato almeno una volta al suicidio. Segno che non è tutto oro quel che luccica. E allora qual è il male oscuro di questa generazione?

Le spiegazioni potrebbero essere tante. Una pero’ merita particolare attenzione soprattutto  in tempi di elezioni: solo il 44% si dice interessato alla politica, e solo il 25% afferma di averne fiducia. Mentre per i 4/5 di loro la meritocrazia in Italia non esiste.  Ed infatti il 70 %  confessa candidamente di essere egoista. E allora è la politica,  che non capisce i giovani e li costringe a rinchiudersi nella loro comfort zone, fatta di affetti e congiunti , per usare un termine di moda? O piuttosto  sono i giovani a sentire di non averne bisogno?

Una cosa è certa: se, per dirla con don Milani, la politica è ‘sortirne insieme’, una politica cosi, ragionieristica, fatta di   mera  tecnica amministrativa e giochi di palazzo, non in grado si esprimere un forte orizzonte etico, sembra non bastare   ad  una generazione  che, a ben vedere, esprime un vuoto pesante in termini di valori  collettivi. Qualcosa cioè  in cui credere che non sia il ristretto gruppo dei propri amici o familiari.

Il CAFFE’ SCORRETTO-7 settembre – Il voto utile

L’editoriale di oggi Domenico Guarino. La rubrica va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio.

Puntuale come le rondini a primavera, o se volete come la pioggia a Pasquetta, con l’approssimarsi delle urne, torna l’inutile dibattito sul voto utile. C’è chi lo chiede, chi lo nega, chi lo vorrebbe ma sta zitto.
Tutto tristemente già visto.
Il voto infatti è sempre stato utile ed è sempre stato rivendicato come tale. Basti pensare ai manifesti della DC degli anni 40 e 50 che chiamavano al voto contro il pericolo comunista e le sue mostruosità.
O, di contro, le più recenti crociate della sinistra per non disperdere i voti prima contro Berlusconi poi contro Salvini. E anche chi oggi si lamenta per il pericolo di essere stritolato dal voto utile in realtà partecipa alla messa in scena, ben sapendo che da sempre le considerazioni relative al meno peggio fanno parte delle valutazioni elettorali., anche per quanto li riguarda.
In realtà l’unico voto davvero utile oggi, sarebbe quello per un candidato che ci sappia dire cosa vuol fare per tirar fuori la Toscana dalle secche di una crisi straordinaria come quella generata dal covid che ci parla di almeno 100mila posti di lavoro in meno nei prossimi mesi in ragione di un calo del PIL stimato intorno all’11%.
Che società, che economia, che cultura, che urbanistica, che ambiente propongono i candidati alle prossime regionali per l’era del covid in cui siamo ancora immersi? Che soluzione immaginano, ad esempio, per quei 300 negozi e ristoranti di Lucca che non riapriranno per effetto del lock down?
Questo voto utile purtroppo non potremmo darlo tuttavia . Perché al momento, quello cui stiamo assistendo, nonostante tutto, non è altro che la solita campagna elettorale,con gli stessi programmi di prima, e con l’unica differenza dell’uso delle mascherine. Il resto è rimasto drammaticamente uguale.
Iin un mondo, e in una regione, drammaticamente cambiati
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