Pd: dopo il silenzio Lotti attacca i vertici

“Commessi errori enormi, non si ricostruisce solo con congresso, dobbiamo chiederci  chi siamo’ scrive Lotti in una nota.

era scomparso dalla scena. Si era chiuso in un silenzio impenetrabile, negandosi anche ai più fidati collaboratori. Dopo la delusione e le ruggini legate alla mancata candidatura, oggi Luca Lotti, ex plenipotenziario di Matteo Renzi, poi capocorrente di Base Democratica una volta rimasto nel PD, torna sulla scena politica. e lo fa con un lungo post su FB, in cui, pur con parole misurate, lancia un attacco durissimo ai vertici del partito.

“La vita mi ha insegnato che sono poche le persone che vedendo i propri errori sanno riconoscere le proprie responsabilità. In quest’ultimo periodo sono stati commessi errori enormi: mi auguro che per il bene del Pd ci sia una assunzione di responsabilità altrettanto grande, sia a livello nazionale che in Toscana”scrive Lotti.

Che aggiunge “più che provare a capire da dove ripartire, dobbiamo prima saper rispondere alla domanda chi siamo? Non credo che un congresso divisivo sui nomi o sul dilemma ‘Conte sì, Conte no’ se affrontato così possa dare una risposta”.

“Facevo parte della classe dirigente che nel 2018 subì quella che venne definita la ‘peggiore sconfitta’ del Pd e del centrosinistra dal Dopoguerra – sottolinea Lotti -. Adesso quella sconfitta è diventata la ‘seconda peggiore’, superata da quella del 25 settembre. Cinque anni fa, giustamente, partirono processi e accuse all’allora segreteria che poi si presentò dimissionaria all’assemblea e innescò il percorso congressuale. Oggi vedo invece un clima di autoassoluzione generale che guarda al congresso come alla panacea di tutti i mali”.

Per Lotti il Pd “non si ricostruisce solo con un congresso o rinchiudendosi nei gruppi parlamentari, altrimenti si compie lo stesso errore commesso nel post 2018”. “Il primo grande errore che è stato commesso è non aver cambiato la legge elettorale”, spiega ancora, poi “come Pd abbiamo lanciato le Agorà, un progetto che ho condiviso. Abbiamo detto di voler allargare: giusto. Ma lo abbiamo fatto costruendo un cartello elettorale, che fin da subito è apparso privo di strategia, e soprattutto lo abbiamo fatto senza parlarne, senza capire perché e lo abbiamo fatto senza spiegarlo a nessuno”.

“La politica non si fa solo stando in Parlamento – conclude Lotti-. Certo ritengo di aver subito un’ingiustizia rispetto a scelte spiegate con motivazioni imbarazzanti e da chi si è nascosto nell’ombra della propria viltà. Le cattiverie lette o l’ipocrisia che ho visto nei miei confronti farebbe venire voglia di lasciare andare tutto. Ma la politica non ti lascia e non si lascia abbandonare così”.

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