Inchiesta Dda, vertici conciatori non rispondono a gip

Inquirenti visioneranno video seduta Consiglio regionale Toscana nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze relativa a presunti reati ambientali nello smaltimento dei rifiuti delle concerie

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Firenze relativa a presunti reati ambientali nello smaltimento dei rifiuti delle concerie. Tra questi, il direttore dell’Associazione conciatori di Santa Croce sull’Arno Aldo Gliozzi, Piero Maccanti che lo ha preceduto nell’incarico e l’ex presidente Alessandro Francioni, tutti finiti ai domiciliari. Slittato al 29 aprile l’interrogatorio di Francesco Lerose, finito in carcere, titolare di un impianto di produzione di materiali riciclati di Pontedera (Pisa). Nell’inchiesta è indagato anche il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni, accusato di aver presentato nel maggio-giugno del 2020, in accordo coi vertici dei conciatori, un emendamento alla legge regionale 20 del 2006 in realtà redatto e ideato dal consulente del consorzio Aquarno, avvocato Alberto Benedetti (anche lui fra gli indagati), per sottrarre il consorzio dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione di integrazione ambientale”.

Il video della seduta nel corso della quale è stato approvato l’emendamento, presieduta dall’allora presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, è stato acquisito dai magistrati della Dda. In una conversazione intercettata nel corso delle indagini, Pieroni commenta con Gliozzi l’avvenuta approvazione e spiega di aver anticipato a Giani che non avrebbe presentato l’emendamento in aula prima della votazione. “Gli ho detto a Eugenio – afferma Pieroni – ‘vai liscio’ e di buttarlo lì”. Nel proseguo del dialogo, Gliozzi e Pieroni concordano sul fatto che evitare la presentazione abbia permesso di evitare intromissioni di altri consiglieri, velocizzando l’approvazione.

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