Morti Arezzo: periti, valvola malfunzionante in Archivio Stato

Una valvola malfunzionante e la mancanza di sfiatatoi nello sgabuzzino delle bombole sarebbero all’origine dell’incidente accaduto il 20 settembre 2018 all’Archivio di Stato di Arezzo costato la vita a Filippo Bagni, 55 anni e Piero Bruni 59 anni, i due dipendenti accorsi sul posto per verificare come mai suonasse l’allarme antincendio.

Secondo gli esperti Antonio Turco, Luca Fiorentini e Venerino Lo Cicero, incaricati dal pm Laura Taddei, che hanno depositato la perizia oggi, il malfunzionamento della valvola avrebbe convogliato il gas argon, anziché nella stanza dove ci sono i documenti per proteggerli da eventuali incendi, nello sgabuzzino delle bombole dove i due dipendenti trovarono la morte per asfissia.

Per la morte di Bagni e Bruni sono undici in tutto gli indagati tra tecnici della manutenzione, installatori e responsabili del controllo tra questi anche il direttore dell’Archivio Claudio Saviotti che, un mese fa, in occasione della commemorazione dell’anniversario della morte dei due dipendenti, denunciò di sentirsi abbandonato dalle istituzioni.

Arezzo, ministro Bonisoli: “Investiremo 110 milioni in sicurezza”

Il ministro Bonisoli, nell’incontro con i giornalisti a margine della visita all’Archivio di Stato di Arezzo, dove il 20 settembre scorso morirono Piero Bagni e Filippo Bruni, dipendenti della struttura asfissiati dal gas argon fuoriuscito dall’impianto antincendio, ha specificato la ripartizione dei 110 milioni di euro che saranno investiti nella sicurezza dei luoghi di cultura.

“Quello che è successo non deve essere dimenticato – afferma il ministro Alberto Bonisoli -.Siamo così rapidi ad intervenire con gli altri, ma poi quando tocca a noi non lo siamo altrettanto. Molte delle strutture del ministero non sono a norma con il sistema antincendio (non è il caso di Arezzo dove paradossalmente si sono registrati due morti), però purtroppo non possiamo tornare indietro.”

“Siamo pronti – continua il Ministro – ad investire circa 110 milioni in sicurezza. Metà dei soldi verrà investito nella sicurezza di archivi e biblioteche ovvero nel retrobottega della cultura.”

“Chi lavora o frequenta deve essere al sicuro. Non abbiamo più scuse – ha concluso il ministro – e non possiamo fare a scaricabarile soprattutto a partire dall’alto”.

In particolare, ha specificato il dirigente del Mibac Giovanni Panebianco, “si tratterà di 314 interventi a livello nazionale che riguarderanno 55 archivi, 35 biblioteche, 195 musei, 28 istituti ecclesiastici in consegna al Mibac. I fondi saranno investiti in numero uguale in tutto il Paese con leggera predominanza dell’Italia Centrale.”

“I fondi saranno utilizzabili presto – conclude Panebianco – grazie al lavoro della Ragioneria di Stato. La programmazione risorse sarà gestita dalla neo costituita unità per la sicurezza”.

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