🎧 Dante, 700 anni dopo: ‘Revisione’ del processo

Firenze, in occasione del 700° anniversario della morte di Dante, i giuristi dello Studio legale Traversi hanno organizzato un convegno per verificare, anche alla luce degli Statuti Fiorentini del tempo, con il contributo di specialisti della materia e storici, se le sentenze di condanna di Dante siano state emesse all’esito di un regolare procedimento giudiziario, ovvero siano da ritenersi frutto di un ricorso strumentale alla giustizia per colpire l’avversario di una opposta fazione.

Cosa accadde realmente nel 1302 quando condannarono all’esilio il Sommo Poeta? Si fece per caso un uso strumentale della giustizia per eliminare un avversario? La questione, a quanto pare, attraversa i secoli e il caso di Dante ora, a 700 anni dalla sua morte, viene riaperto in un convegno che si è tenuto all’Educandato della SS. Annunziata al Poggio Imperiale.

La relazione principale è stata tenuta dallo stesso promotore dell’evento, l’avvocato Alessandro Traversi, penalista del Foro di Firenze, che ha presentato una serie di elementi per valutare la possibilità di una “revisione” delle sentenze di condanna di Dante. A partire dalla genericità delle gravi accuse mosse a Dante dal podestà fiorentino, Cante de’ Gabrielli da Gubbio, che andavano dalla ‘baratteria’ (antesignana del reato di corruzione) alle influenze illecite per favorire i guelfi bianchi in danno dei guelfi neri che a quel tempo governavano Firenze.

Il saluto di apertura è stato dato dal sindaco di Firenze Dario Nardella, ed a presiedere la ‘revisione’ la Dott. Margherita Cassano presidente aggiunto della Corte suprema di Cassazione.

In podcast, Gimmy Tranquillo ha intervistato Antoine de Gabrielli, l’ultimo discendente di Cante Gabrielli, l’eugubino che nel 1302, in veste di podestà di Firenze, condannò all’esilio Dante Alighieri ed il Conte Sperello di Serego Alighieri, discendente di Dante.

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