Dopo oltre 40 anni torna a nuova vita il Teatro Nazionale di Firenze, già Teatro della Quarconia e del Giglio, dove debuttò la maschera di Stenterello. È in pieno centro, dietro la Casa di Dante, e a mezzo isolato da piazza della Signoria e Palazzo Vecchio.
Il cantiere non è ancora concluso. “Abbiamo fatto l’hardware, manca il software”, dice Marco Casamonti dello Studio Archea che ha curato il progetto. Un restauro andato avanti quattro anni, “l’edificio stava crollando, lavoro pazzesco, che se l’avessi saputo prima, non avrei mai fatto”, ammette Casamonti.
L’immobile, vincolato, è stato sottoposto a un lavoro di consolidamento strutturale e recupero architettonico. I solai e il tetto, compromessi, sono stati ricostruiti rispettando la geometria originaria. Particolare attenzione, inoltre, è stata dedicata al restauro di stucchi, dorature e capitelli, eseguito con materiali e metodi artigianali.
Oltre al teatro da 300 posti, ci sono libreria-caffetteria con una sala jazz, sopra il quarto ordine dei palchi una sala per eventi e incontri, con un tetto scorrevole che apre la vista sui monumenti di Firenze. “Nello spirito rinascimentale – sottolinea Casamonti – abbiamo unito tradizione e innovazione”. “Ma la cosa che più mi rende orgoglioso è aver evitato che diventasse una spa”, ha detto con riferimento al progetto precedente che prevedeva un centro benessere con piscina.
Al momento il teatro è aperto solo per eventi privati. “Avremo le autorizzazioni per il pubblico spettacolo penso verso gennaio – ipotizza l’architetto – perciò abbiamo deciso di fare feste private, eventi di rodaggio. Una volta ottenuto il ‘pubblico spettacolo’, faremo una programmazione che arriva all’estate”. Poi l’obiettivo, da settembre, è affittarlo. “Abbiamo già delle proposte”, per massimo 340 giorni l’anno, “per gli altri 25 abbiamo un’associazione culturale no profit che lo gestirà, per chi lo vorrà usare”.
Per la sindaca di Firenze Sara Funaro “è un progetto folle e ambizioso”, “che non ha una valenza di business o valenza economica, bensì culturale, di recupero dal punto di vista architettonico, di valorizzazione dei grandi tesori che abbiamo nella nostra città e di conservazione delle nostre tradizioni e di un pezzo della nostra storia”. Per il presidente della Toscana Eugenio Giani “negli ultimi decenni è la più grande opera di rigenerazione urbana nel cuore di Firenze”.