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Prato, regionali: tra candidature e ritiri, le indagini della procura vanno avanti

Doppia svolta nel terremoto politico che ha investito FdI a Prato all’alba della campagna elettorale per le regionali. Tommaso Cocci e Claudio Belgiorno, vittima e presunto autore dei ricatti, non saranno in lista. Correrà invece nel collegio pratese la deputata Chiara La Porta, mentre la procura ricompone il puzzle della vicenda che ha portato alla bufera di questi mesi.

PRATO – Tommaso Cocci e Claudio Belgiorno, gli esponenti di FdI che si sarebbero dovuti misurare in uno scontro interno alle prossime regionali, non saranno in lista nel collegio pratese alle elezioni. Il primo, ieri sera, si è ritirato. Il secondo – indagato per diffamazione e ‘revenge porn’ proprio danni del collega di partito – è stato estromesso dai vertici FdI. La svolta politica è arrivata a 48 ore dalla chiusura delle liste, in conseguenza delle indagini svolte sul caso che ha visto Cocci vittima di ricatti e lettere intimidatorie. Nello stesso collegio, con una mossa a sorpresa, scenderà invece in campo la deputata Chiara La Porta, che si è detta disponibile a lasciare Montecitorio qualora fosse eletta in Regione.
Ma nuove notizie su quel fronte arrivano stamane ancora dalla procura di Prato, che comunica di aver chiuso le indagini preliminari che dal gennaio scorso vanno avanti proprio su Claudio Belgiorno (FdI) per truffa ai danni del Comune di Prato. L’ex Consigliere avrebbe indotto in errore l’amministratore unico della “Mi Piace Eventi s.r.l.” attestando falsamente di avere partecipato a 16 riunioni di Gruppo Consiliare del partito Fratelli D’Italia. In questo modo – secondo la tesi dell’accusa -avrebbe di conseguenza indotto il Comune a erogare rimborsi gonfiati nei suoi confronti.
L’inchiesta appena chiusa è in realtà il primo punto di frizione pubblica fra Claudio Belgiorno e Tommaso Cocci, che all’epoca negò l’esistenza delle riunioni documentate da Belgiorno per ottenere i rimborsi. Cocci prese così le distanze da quel che aveva asserito il collega di partito. Gli investigatori ipotizzano che tra i moventi dell’azione di Belgiorno contro Cocci, qualora fosse dimostrato il suo coinvolgimento nelle minacce e nei ricatti di questi mesi, ci sarebbe proprio questo episodio politico. Divenuto giudiziario dopo l’apertura dell’inchiesta per truffa appena chiusa.

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