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Toscana, 615mila persone a rischio povertà

Tra i tre sottoindicatori sulla base dei quali Irpet ha calcolato il rischio di povertà o esclusione sociale quello che presenta maggiori criticità è il grado di deprivazione materiale severa, che misura la quota di individui che vivono in famiglie che sperimentano varie forme di disagio, come, ad esempio, il non poter riscaldare adeguatamente labitazione, lavere arretrati nel pagamento del mutuo, dellaffitto, delle bollette o di altri debiti o il non poter sostenere spese impreviste.

Nel 2008 solo il 3,9% degli individui sperimentava queste forme gravi di povertà, mentre nel 2016 è in severa deprivazione materiale il 7% della popolazione toscana. La quota di famiglie in povertà assoluta è cresciuta dal 2,0% al 3,2% tra il 2008 e il 2015. Nel 2015 erano povere in senso assoluto in Toscana 53mila famiglie e 120mila individui: 21mila nuclei familiari e 54mila soggetti in più di quelli rilevati ad inizio della crisi.

Limpoverimento che ha caratterizzato le famiglie toscane ha tuttavia colpito in modo diverso gli individui e le famiglie. Lasimmetria degli effetti provocati dalla recessione attraversa prevalentemente due dimensioni, fra loro intrecciate: letà e la posizione attiva o inattiva rispetto al lavoro. Sono i giovani, rispetto agli anziani, e i lavoratori, rispetto ai pensionati, infatti coloro che hanno sperimentato in questi anni una maggiore probabilità di diventare poveri. Le uniche categorie per le quali lincidenza della povertà assoluta non è aumentata dopo la crisi sono gli over-65 e i pensionati.

Tra le proposte la costituzione di un  tavolo regionale di coordinamento già previsto dalla legge regionale n. 86/2009, lelaborazione di linee guida volte a uniformare gli approcci degli organismi di composizione della crisi quantomeno sul territorio regionale, con una conseguente riduzione dei costi complessivi della procedura, e, infine, la creazione di una rete, che coinvolga, oltre agli organismi di composizione della crisi, tutti gli operatori sul territorio potenzialmente implicati nelle procedure di gestione della crisi da sovraindebitamento.

Da coloro i quali sono a diretto contatto con il cittadino, come le misericordie o i servizi sociali comunali, ai possibili fideiussori del sovra indebitato, quali, ad oggi, la Fondazione Toscana per la prevenzione dellusura. La Regione Toscana potrebbe in questo senso svolgere un fondamentale ruolo di regia, così come previsto dalla legge regionale n. 86/2009. (a cura dellUfficio Stampa, 15 ottobre 2018).

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