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Prato: firmato protocollo per protezione e assistenza ai clandestini vittime di caporalato

Tescaroli Giani

A Prato è stato varato un nuovo strumento di tutela per i lavoratori sfruttati che decidono di denunciare. Firmato oggi al Palazzo di Giustizia un protocollo che garantisce protezione e assistenza ai clandestini vittime di caporalato.

PRATO Nasce a Prato un modello di tutela per chi lavora in condizioni di sfruttamento e vuole denunciare. È stato firmato oggi, al Palazzo di Giustizia, il Protocollo d’intesa contro lo sfruttamento lavorativo e a tutela delle vittime, promosso dalla Procura e sottoscritto da istituzioni, forze dell’ordine e associazioni.

L’obiettivo è garantire protezione giuridica e sociale ai lavoratori stranieri irregolari che decidono di collaborare con la magistratura, sul modello delle norme già esistenti per i testimoni di giustizia. “Il protocollo – ha spiegato il procuratore di prato  Luca Tescaroli – serve a creare percorsi di presa in carico, protezione e reinserimento sociale per chi è vittima di una moderna forma di schiavitù”.

NELL’AUDIO il servizio di Giorgio Bernardini

Da febbraio, nell’area pratese, 129 lavoratori stranieri di varie nazionalità hanno già scelto di denunciare i propri sfruttatori. Il documento impegna procura, questure, carabinieri, guardia di finanza, Regione Toscana, Comune di Prato, Inps e le reti antitratta a lavorare insieme per garantire assistenza e alloggio, senza spese legali né rischi di punibilità per la condizione di clandestinità.

Tescaroli ha parlato di “atto concreto di civiltà giuridica” e ha richiamato la necessità di rafforzare controlli e organici, anche con più telecamere sul territorio.

Il presidente della Regione Eugenio Giani ha annunciato l’impegno a promuovere una legge nazionale per tutelare i lavoratori sfruttati; il commissario straordinario Claudio Sammartino ha definito il protocollo un passo decisivo verso una Prato più giusta e più sicura.

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