Alla vigilia della seduta della Commissione 7 del Consiglio comunale di Firenze che mercoledì sarà chiamata a discutere dell’opportunità di concedere la cittadinanza onoraria alla relatrice Onu sulla Palestina, la maggioranza trova una mediazione su Francesca Albanese.
La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha espresso una posizione chiara in merito alla proposta di concedere la cittadinanza onoraria alla relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi, Francesca Albanese. In un’intervista al Foglio, Funaro ha sottolineato l’importanza dell’autonomia della Commissione che dovrà discutere il caso, ma ha specificato che personalmente ritiene inopportuno attribuire a Albanese questo riconoscimento. “Firenze è sempre stata una città che ha costruito ponti,” ha affermato la sindaca, “e pur riconoscendo il lavoro importante svolto all’Onu, penso che in troppe occasioni Albanese abbia dimostrato di creare più divisioni che messaggi di pace.” Per Funaro, la città deve mantenere il suo storico ruolo di promotrice di unione, pace e dialogo, valori che, a suo giudizio, la figura di Albanese non rispecchia pienamente. La proposta di conferimento della cittadinanza onoraria ha diviso profondamente la maggioranza di Palazzo Vecchio. Da un lato ci sono Avs-Ecolò (e, fuori dalla maggioranza) Sinistra progetto comune) favorevoli al riconoscimento. Dall’altro, la Lista Funaro e Italia Viva si oppongono con fermezza, denunciando il rischio di una decisione divisiva e polarizzante. In questo contesto delicato, il Partito Democratico e la stessa sindaca si collocano in una posizione mediana, cercando di mediare tra le varie anime della coalizione per evitare una spaccatura interna. La mediazione individuata prevede di distinguere tra la persona di Francesca Albanese e il suo lavoro come relatrice Onu, proponendo un testo che esprima solidarietà al popolo palestinese e sostegno ad Albanese rispetto alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Inoltre, il testo rilancia i contenuti dei rapporti Onu che denunciano la situazione nella Striscia di Gaza e parlano di genocidio, cercando di tenere unita la maggioranza evitando il conferimento simbolico della cittadinanza, che rimane invece tema di forte conflitto politico. Questo compromesso punta a valorizzare l’importanza delle questioni trattate senza riconoscere ufficialmente la figura, così da scongiurare uno strappo politico troppo netto e mantenere l’equilibrio nella complessa realtà amministrativa fiorentina. La vicenda mette in luce più di una semplice questione simbolica: si tratta di un tema che riflette le tensioni interne al centrosinistra fiorentino e la difficoltà di trovare un terreno comune su questioni geopolitiche e di memoria civile. La posizione della sindaca è influenzata anche dal peso storico e morale della città di Firenze, che si confronta con le complesse dinamiche contemporanee e con la sensibilità delle diverse comunità cittadine, in particolare quella ebraica. La trattativa politica continuerà nei prossimi giorni, con in programma ulteriori discussioni in Commissione Pace che saranno decisive per decidere il percorso futuro su questa delicata questione.