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Giani risponde ad accuse su Manetti, ‘strumentalizzazioni’

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Sulla vicenda del cosiddetto ‘caso Manetti’, c’è “molta strumentalizzazione politica”, “si vuol montare il caso. La mia preoccupazione era guardare lo stato di salute di Cristina Manetti. Ero a casa mia, a un chilometro da lì, ho preso la mia macchina e sono andato a vedere, per accertarmi della sua salute. Quando sono arrivato c’erano i sanitari con un’ambulanza”.

Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani rispondendo in Consiglio regionale ad un’interrogazione dei consiglieri Fdi, prima firmataria la capogruppo e deputata Chiara La Porta, sulla vicenda che ha interessato l’ex capo di gabinetto del governatore e adesso nuova assessora regionale alla cultura Cristina Manetti, multata
con la sospensione della patente.

Giani ha anche sottolineato che quel giorno, era il 13 ottobre scorso, Manetti non percorse la corsia d’emergenza sull’autostrada A11, dove fu fermata e poi sanzionata dalla polizia stradale, ma una corsia d’accelerazione con linea tratteggiata. Per questo ha accusato i consiglieri regionali Fdi di aver “forzato la vicenda”, facendo anche leva su aspetti
difformi tra la risposta all’interrogazione parlamentare, presentata dalla stessa La Porta, fornita dalla sottosegretaria dell’Interno Wanda Ferro e il testo presentato in Consiglio
regionale. Sulla richiesta di eventuali referti, ha osservato ancora Giani, “il codice della privacy dice che sono dati sensibili e, di conseguenza, non sono nella nostra
disponibilità”. Quanto poi al colloquio con la prefetta di Firenze, Francesca Ferrandino, il governatore ha spiegato: “Col prefetto ho un’ordinaria consultazione. Quel giorno, il lunedì
del voto in cui è finito l’impegno elettorale” “mi sono recato per interloquire su questioni di ordinaria consultazione”.    Nella sua replica la capogruppo La Porta ha sottolineato: “Non si sta parlando di un’infrazione stradale ma di una questione politica, perché i cittadini vogliono sapere se la legge è uguale per tutti o se un’assessore ha avuto altre opportunità. Lei, governatore Giani, sceglie di non rispondere e si attacca a quello che abbiamo detto. Su questo caso andremo avanti”.

La Porta ha annunciato che “come consiglieri regionali metteremo in atto accesso agli atti, mozioni, passando eventualmente per la richiesta di dimissioni. Oltre a questo valuteremo, una volta finite tutte le prerogative che abbiamo, se eventualmente fare un esposto”. Critico anche il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale Alessandro Tomasi (Fdi),
“oggi sono uscite sconfitte le istituzioni e l’immagine delle istituzioni, di cui il presidente della Regione è il primo garante. Se non si danno risposte chiare, si chiarisce fino in
fondo, ci rimettono appunto le istituzioni e la loro credibilità”.

La cronaca dal consiglio regionale di Giorgio Bernardini (Audio)

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