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Internazionalizzazione: “La Regione Toscana scommette sulle proprie imprese”

Internazionalizzazione

La strategia dell’internazionalizzazione prevede la messa a disposizione di 30 milioni di euro al fine di agevolare la realizzazione di progetti di imprese localizzate in Toscana e finalizzati a promuovere l’export in Paesi esterni all’Unione europea

Trenta milioni di euro per favorire i processi di internazionalizzazione delle micro e piccole medie imprese toscane: il bando, che aprirà il prossimo 20 luglio fino al 10 agosto, è stato presentato dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dall’assessore regionale all’economia e al turismo Leonardo Marra.

Rientra tra le misure cofinanziate dalla Regione e inserite nel nuovo settennato 2021-2027 del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per dare sostegno alle imprese toscane; le risorse a disposizione, è stato spiegato, “potranno essere utilizzate dai beneficiari per agevolare la realizzazione di progetti di imprese localizzate in Toscana e finalizzati a promuovere l’export in Paesi esterni all’Unione europea”.

Il bando prevede la concessione di agevolazioni sotto forma di sovvenzione a fondo perduto e contributo in conto capitale erogato anche sotto forma di voucher. L’importo totale del progetto presentato dev’essere compreso tra un minimo di 10 mila e un massimo di 400mila euro, a seconda della dimensione d’impresa e delle tipologie di servizi.

“La Regione Toscana scommette sulle proprie imprese “, commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani, “ed aumentano le risorse a disposizione delle aziende, il che non era scontato. Lo facciamo, come in questo caso, aiutandole nel presentarsi sui mercati stranieri esterni all’Unione europea con il loro know-how e produzione: 50 milioni di euro a disposizione per l’intero settennato, trenta a supporto del bando in uscita”.

Per Marras “dobbiamo puntare sull’export per garantire regimi di crescita economica rilevanti alla Toscana. E’ un’esigenza che sta nei fatti, con il 44 per cento del Pil regionale già oggi legato alle esportazioni, pari a 55 miliardi di euro nel 2022, e una domanda interna che rallenta, per colpa anche dell’inflazione che sta riducendo il potere di acquisto degli stipendi”.

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