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Dopo la Normale anche all’Università di Pisa richiesta stop bando Maeci tra Italia e Israele

L'occupazione del rettorato a La Sapienza

Dopo la Normale anche all’Università di Pisa richiesta di stop al bando Maeci tra Italia e Israele – Si apre una settimana di mobilitazione negli atenei italiani in vista, mercoledì 10 aprile, della scadenza del bando Maeci (ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) per l’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele.

Gli studenti  per martedì 9 alle ore 15 hanno previsto un presidio davanti alla Farnesina e uno sciopero universitario che punta a coinvolgere professori, ricercatori e personale di almeno una ventina di atenei. Allo sciopero del 9 aderisce anche il sindacato Usb. Nelle scorse settimane l’Università di Torino ha rifiutato di partecipare al bando  e il rettore dell’Università di Bari si è dimesso dalla Fondazione Med-Or. Anche la Normale di Pisa non parteciperà al bando  occupati i rettorati a La Sapienza e all’Università di Bologna e mobilitazioni  negli atenei di Trieste, Napoli, Padova, Milano, Torino, Venezia.

Anche all’interno dell’Università di Pisa – dopo la posizione della Scuola Normale Superiore – c’è chi chiede di interrompere rapporti con Israele. “Chiediamo all’Università di Pisa, in linea con quanto fatto dall’Università di Torino e dalla Normale, di non partecipare al bando Maeci tra Italia e Israele, i cui ambiti di cooperazione previsti dall’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica riguardano lo sviluppo di tecnologie dual use, ovvero applicabili in ambito militare”, affermano in un documento 25 tra dottorandi e assegnisti di ricerca del dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo pisano. La richiesta si fonda anche sul fatto che l’Università di Pisa ha “numerose relazioni con aziende produttrici di sistemi d’arma e/o di sicurezza impiegati anche contro la popolazione palestinese e rapporti di cooperazione con università israeliane che sorgono su territori occupati e che hanno strette relazioni con l’esercito israeliano”.

La mobilitazione si muove anche all’interno dell’ateneo fiorentino. Oltre 200 tra docenti, assegnisti, dottorandi e tecnici-amministrativi dell’Università di Firenze hanno sottoscritto una lettera-appello per chiedere ai propri rappresentanti di non aderire al bando di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele pubblicato dal MAECI. Nella lettera i firmatari chiedono alla Rettrice e ai componenti del Senato Accademico e del CDA fiorentini di seguire l’esempio di Torino, per “non abdicare ai fondamentali valori di umanità e solidarietà di fronte ad una strage ripugnante che si sta svolgendo, giorno dopo giorno, proprio sotto i nostri occhi.” Secondo i firmatari serve un “segnale forte di dissenso” contro le politiche di Israele, convintamente sostenute dal Governo italiano, “per evitare un’escalation che rischia di essere senza ritorno”, e “contro la follia della guerra”. Per lo stesso motivo i firmatari invitano i propri colleghi ad “opporsi all’approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando MAECI nei propri Dipartimenti”. I firmatari concludono affidandosi alla sensibilità dei propri rappresentanti, dicendosi certi che le loro parole saranno prese in seria considerazione.Tuttavia, al momento la missiva non ha ancora ricevuto una risposta ufficiale. I firmatari hanno preannunciato ulteriori iniziative nel prossimo futuro per ottenere risposta alle proprie istanze e per mantenere alta l’attenzione sul massacro di Gaza.”

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