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Detenuta 26enne suicida a Sollicciano

Una detenuta 26enne si è tolta la vita impiccandosi all’alba di oggi nella sua cella del carcere fiorentino di Sollicciano: a nulla sono valsi i soccorsi della polizia penitenziaria e dei sanitari.

Lo rende noto il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria Gennarino De Fazio, spiegando anche che la giovane, di origine romene, sarebbe stata scarcerata fra circa un anno. “Sale così a 60 la tragica conta dei reclusi che si sono suicidati nel 2025, la quarta donna, cui bisogna aggiungere un sottoposto a misura di sicurezza in una Rems e ben 3 operatori”.
Il sindacato rende anche noto che “proprio ieri le recluse della sezione femminile” di Sollicciano “avevano appiccato un incendio e 8 agenti erano rimaste intossicate. Tutto ciò a ulteriore testimonianza del fatto che non c’è pace nelle prigioni, ormai generatrici di morte, per reclusi e lavoratori, ben al di là della narrazione governativa”. “A Sollicciano – spiega De Fazio – sono complessivamente ‘stoccati’ 565 detenuti, di cui 73 donne, in 358 posti disponibili (+158%), peraltro gestiti da meno di 400 agenti, quando ne servirebbero minimo 622 (-36%), per di più da molti mesi non vi è assegnato neppure un direttore titolare, al netto dell’encomiabile impegno dell’attuale incaricata, che però non ha né la qualificazione né l’esperienza per poter adeguatamente gestire un penitenziario come quello” fiorentino, struttura “da anni decadente e invivibile, tanto che a detta di molti andrebbe demolita. A farne le spese” detenuti e operatori, “in primis quelli della polizia penitenziaria, i quali continuano a scontare le pene dell’inferno per la sola colpa di servire uno Stato che si dimostra patrigno e ‘caporale’. Vanno varate subito misure deflattive del sovraffollamento detentivo, per rimpinguare concretamente gli organici della polizia penitenziaria anche eliminando gli esuberi negli uffici ministeriali e nelle sedi extrapenitenziarie, compresa quella del provveditorato regionale di Firenze”, occorre ristrutturare “gli edifici, implementare gli equipaggiamenti, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme di sistema. Ogni giorno che passa la tragedia si aggrava”.

La giovane, spiega poi Antonio Mautone, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria di Firenze, “si è tolta la vita impiccandosi ai pilastrini del balconcino della propria cella. A nulla è servito l’immediato intervento delle poliziotte penitenziarie e degli altri operatori penitenziari che hanno potuto accertare solo l’avvenuto decesso”.

“Profondo cordoglio per la ragazza che si è tolta la vita a Sollicciano. Un fatto tragico che riaccende i riflettori purtroppo sulla situazione drammatica che si vive all’interno del carcere fiorentino. Le condizioni in cui versa il penitenziario sono disumane e prive di dignità per i detenuti, per chi vi lavora e per tutti coloro che vi operano a vario titolo. A livello nazionale il Governo continua a sottovalutare queste criticità”. Così in una nota l’assessore al welfare del Comune di Firenze Nicola Paulesu per il suicidio stamani nel carcere di Sollicciano di una detenuta di 26 anni. Nello stesso carcere quest’anno ci sono stati altri due suicidi tra i detenuti mentre un recluso è morto a seguito di una overdose.
“Da parte nostra – aggiunge Paulesu – ribadiamo la volontà di proseguire l’impegno con tutti i soggetti e in primis con la direzione del carcere per sostenere per quanto di nostra competenza l’istituto penitenziario di Sollicciano. Siamo al lavoro con il garante comunale dei detenuti Parissi per portare avanti le azioni che abbiamo concordato nell’ultimo incontro anche con la direttrice Vitrani, con cui vogliamo mantenere un dialogo costante”.
Sulla situazione a Sollicciano interviene anche Claudia Sereni, sindaca di Scandicci, comunque al cui confine sorge il carcere. “L’ennesima protesta con il fuoco questa volta nel reparto femminile di Sollicciano, quello ritenuto migliore poiché ‘le donne sono più organizzate, più pulite, più capaci di stare insieme’ come ho sentito dire dentro più volte, e purtroppo l’ennesimo suicidio”: “Cosa dobbiamo fare, cosa deve succedere ancora per fare capire che lo Stato ha l’obbligo di intervenire su questa struttura, che lasciare andare le cose porta solo al degenerare di una situazione che è allo stremo da tutti i punti di vista”. “Ci uniamo alla richiesta del Comune di Firenze non solo di una visita ma dell’apertura di un tavolo con il ministero per valutare le vie di uscita da questa situazione e l’avvio di un percorso per garantire al territorio il diritto a un carcere sicuro, capace di essere luogo di giustizia, tutelando i diritti delle persone che lì sono detenute e che ci lavorano”.

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