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Centri storici, dall’Università un confronto tra conservazione e sviluppo

centri storici

I centri storici, in particolare delle città d’arte, costituiscono una risorsa preziosa e insieme delicata, custode dei valori e delle tradizioni del territorio ma anche oggetto di una fruizione intensiva, con conseguenze importanti sulla qualità della vita.


Il tema è stato al  centro del convegno “Proteggere i centri storici”, oggi a Villa Ruspoli  a cura del Dipartimento di Scienze giuridiche (Dsg) dell’Università di Firenze, del Comune di Firenze e della Fondazione CR Firenze. Il convegno è frutto del progetto di ricerca “Tradizione e innovazione dei beni culturali e trasformazione dei contesti urbani” che il Dipartimento  ha condotto grazie al finanziamento della Fondazione CR Firenze sul tema della città come “spazio giuridico” nel quale i processi produttivi, le rendite, le tecnologie, il mondo del lavoro e le istituzioni devono avere una propria regolazione. Numerosi i soggetti intervenuti per un confronto che porti a nuovi stimoli e contributi rispetto alle strategie di gestione e sviluppo della città. “Istituzioni e centri storici”, “Il commercio e le attività economiche” “Il fenomeno dell’overtourism” i temi delle tre sessioni di lavoro aperti con il  saluto il sindaco Dario Nardella, la rettrice Alessandra Petrucci, il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, insieme al presidente della Camera di Commercio di Firenze Leonardo Bassilichi e al direttore del Dsg Andrea Simoncini.

AUDIO: le dichiarazioni di Salvadori e di Petrucci

“Firenze è stata tra le prime città in Italia a vietare con un regolamento certe tipologie di esercizi in centro storico, a partire dallo stop in piazza del Duomo ad un grande fast food, occorre ragionare su come regolamentare residenza e turismo, la riqualificazione delle piazza attraverso i servizi, e molti altri aspetti complessi e delicati. Per questo sono molto contento dei tanti attori presenti a questa iniziativa perché solo insieme possiamo gestire la situazione”, ha detto Nardella.

“Abbiamo la grande fortuna che tutti vogliono venire a Firenze, la cosa brutta è che ci sono  350 mila abitanti con 16 milioni di presenze turistiche dunque occorre trovare un equilibrio: non pensare come comune ma come area metropolitana e ragionare sui flussi quotidiani e su come gestirli e contrastare il turismo mordi e fuggi che impatta solamente senza apportare benefici”, ha dichiarato Bassilichi.

“Il centro storico non finisce nei suoi confini e questo in particolare per Firenze, le vedute, la corona delle colline, il modo di apprezzare la città porta a considerare il centro storico qualcosa che tesse delle relazioni con il territorio.Tema cruciale ovviamente la conservazione, ma anche lo svuotamento, l’intervento più legittimo è il restauro in un centro storico che però  è un sistema complesso, vivo, fatto di interferenze coi sistemi sociali dunque occorrono politiche che riguardano gli aspetti sociali del vivere”, ha sottolineato la sovrintendente Ranaldi.

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