Pignone: a Massa nuova linea pannelli tenuta gas da 12 mln

Rossi, GE regge occupazione apuana,con 2000 addetti. 1500 apuani beneficeranno soldi accordo Inps.

Inaugurata questa mattina una nuova linea di produzione, la prima in Italia, all’interno dello stabilimento Nuovo Pignone di Massa. Si tratta di innovativi pannelli tenuta gas per compressori centrifughi,in grado di evitare perdite e dispersioni di gas dal compressore
verso l’atmosfera. Un investimento di circa 12 milioni di euro, che ha riguardato anche il rinnovamento del sito negli spazi e nelle strutture. All’inaugurazione erano presenti oltre al
presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, Massimo Messeri, presidente di Nuovo Pignone e Massimiliano Turci, direttore dello stabilimento di Massa.

“La produzione – spiega il presidente Messeri- permetterà di incrementare sicurezza, qualità e soprattutto produttività ed efficienza, con una riduzione dei tempi di realizzazione dei pannelli del 40%”.

“Questo nuovo tipo di produzione – aggiunge il direttore Turci – abbraccia i concetti e le metodologie dell’ industria 4.0, introducendo la prima linea mobile di montaggio negli stabilimenti BHGE Nuovo Pignone in Italia. E tuttavia non ci fermiamo qui: è confermato per il 2018 un altro investimento per circa 12 milioni di euro per la costruzione di un nuovo banco prova per le nuovissime turbine LM9000, investimento possibile anche grazie al programma Galileo che prevede finanziamenti di Regione Toscana e Ministero dello Sviluppo Economico”.

“Siete una realtà produttiva che fa la ricchezza di quest’area. In bocca al lupo per i vostri futuri obiettivi. Sono certo che li raggiungerete. E noi vi daremo una mano a farlo”. Cosi’ il
presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha partecipato al taglio del nastro della nuova linea di produzione dedicata alle centraline di gestione e controllo del gas per compressori, nello stabilimento di Massa della BHGE Nuovo Pignone.

Dopo aver ricordato che BHGE Nuovo Pignone rappresenta da sola il 5% del Pil toscano e che nella regione dà lavoro a 4.300 dipendenti diretti e a moltissimi indiretti, Rossi ha detto che senza la presenza di questa multinazionale la tenuta occupazionale dell’area apuana non sarebbe stata possibile.

“Dal 2012 ad oggi – ha precisato Enrico Rossi – l’occupazione in GE è quasi raddoppiata passando dalle 370 alle 720 unità con un lavoro indiretto che arriva oggi a 2.000 addetti”.

“Saranno circa 1500 i lavoratori della provincia di Massa Carrara che potranno beneficiare di una parte di quei 30 milioni di euro – ha continuato Rossi -, sbloccati proprio in questi giorni dall’accordo raggiunto tra Regione Toscana e Inps”.

“Il presidente di Inps Tito Boeri,- conferma Rossi – ha infatti firmato il decreto necessario a sbloccare le risorse per il sostegno al reddito dei lavoratori toscani delle aree di crisi. Si tratta di soldi che andranno a quei lavoratori che hanno perso qualsiasi forma di protezione sociale. A Massa Carrara la Regione ne conta circa 1500, che riceveranno questi soldi sotto forma sia di sostegno al reddito, sia di politiche attive per il lavoro e la formazione”.

Aferpi: arriva carico blumi, riprende produzione 3 settimane

In arrivo dall’India un carico di blumi da 15 mila tonnellate.

In attesa degli sviluppi dell’assemblea dei soci di Cevital, prevista a Roma per il 15 novembre, Aferpi oggi ha informato i sindacati che entro la prima settimana di dicembre arriverà dall’India a Piombino un carico di blumi da 15 mila tonnellate. Il materiale permetterà la ripartenza della produzione del ‘treno rotaie’ per circa tre settimane a cominciare dal 6 o 7 dicembre. Intanto, informano sempre fonti sindacali, le concessioni portuali all’azienda sono state prorogate fino a fine gennaio 2018.

“Come era pienamente prevedibile – ha commentato nel pomeriggio Lorenzo Fusco della Rsu Aferpi – Cevital dimostra di non avere alcuna intenzione di mollare. Continua, anzi, con questo andamento a singhiozzo della laminazione che non può più essere tollerato. Ci aspettiamo che il governo, alla luce di ciò che emergerà dall’assemblea dei soci, prenda tutti i provvedimenti necessari”.

“Siamo in una fase di completa incertezza sul futuro dello stabilimento – aggiunge Fusco – in cui dobbiamo garantire ai lavoratori il reddito con l’attuale ammortizzatore sociale, ma
vogliamo tornare al lavoro quanto prima e non possiamo permetterci di attendere tempi lunghi nel caso di un contenzioso legale tra le parti per inadempienza. Il Governo deve mettere in campo per Piombino soluzioni rapide anche di natura ‘straordinaria’ visto che siamo un’area di crisi complessa e il nostro è un prodotto strategico”.

Inceneritore Scarlino, sindaci area ‘salute a rischio’

Rsu accusa di aver dimenticato i dipendenti senza lavoro per logistiche ambientaliste senza senso, la risposta è netta:emesse sentenze che hanno evidenziato carenze ricadenti sulla salute.

“La situazione è indubbiamente difficile per i dipendenti dell’inceneritore di Scarlino, che dopo il blocco si sono trovati senza un lavoro e con un futuro incerto. In qualità di amministratori dei due comuni di provenienza dei dipendenti, questo non possiamo e non vogliamo dimenticarlo, ma non possiamo neanche contrapporre o tutelare quell’impianto a scapito della salute di tutti, anche degli stessi dipendenti”. Lo scrivono i sindaci di Follonica e Scarlino, Andrea Benini e Marcello Stella dopo l’accusa della rsu di Scarlino Energia che aveva additato i sindaci dei territorio di aver ‘dimenticato i dipendenti che sono senza
lavoro per andare dietro a logiche ambientaliste senza senso’.

“A più riprese e in vari livelli di giudizio – dice Andrea Benini – sono state emesse sentenze pesanti sull’Inceneritore di Scarlino, che hanno evidenziato carenze ricadenti direttamente
sulla salute. Ovviamente le argomentazioni di merito non possono lasciare indifferente un sindaco, che ha come primo compito proprio la tutela della salute di tutti i cittadini. Capiamo le difficoltà dei lavoratori, e non ci sono preconcetti nè dipendenti che contano meno di altri, ma un impianto che compromette il vivere di questo territorio è sicuramente il problema maggiore, che ha preminenza su tutto. Non ci può essere una contrapposizione tra salute e lavoro, ma è comunque nostro interesse tutelare i dipendenti e le famiglie dei dipendenti”.

“Sono sempre stato disponibile ad incontrare i sindacati e la Rsu di Scarlino Energia – dice Marcello Stella – e ne ho fatto richiesta più volte, ma altrettante volte mi è stato risposto
che il momento non era opportuno. Ho sempre evidenziato, anche negli incontri istituzionali, la necessità di trovare una soluzione occupazionale, anche diversa, che potesse dare risposte concrete al grave problema determinato dal fermo dell’impianto”.

“Stiamo lavorando da tempo – aggiungono i sindaci – per costruire un modello alternativo, con impegno deciso e determinato sull’incremento della raccolta porta a porta e l’elaborazione, in prospettiva, di un modello davvero alternativo all’incenerimento”.

Ginori: Di Giorgi; “Fare presto per superare empasse e rilanciare produzione”

“Segnali positivi dal tavolo aperto al Ministero, ora si faccia in fretta per il bene dell’azienda e dei lavoratori” dichiara la senatrice.

“Condivido le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dalla Richard Ginori che da troppo tempo non hanno certezze e risposte sul futuro dell’azienda. Esprimo loro dunque la massima solidarietà, consapevole dell’esasperazione  cui si è giunti, nell’assenza di un piano industriale di rilancio, e di risposte sulla compravendita del terreno”. Lo dichiara la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, appresa la notizia dello sciopero e dell’occupazione della fabbrica.
 
“Le notizie che abbiamo ci parlano finalmente di sviluppi positivi nei colloqui tra le parti al tavolo aperto presso il Ministero dello sviluppo economico, per cui una soluzione sembra davvero vicina – sottolinea Di Giorgi -.Occorre tuttavia  fare presto e sottoscrivere quanto prima un accordo che dia certezza alla nuova proprietà sulla questione del sito produttivo”
 
“Questa fase di stallo non è più sostenibile- conclude la senatrice – anche perché, in un mondo in cui la concorrenza internazionale risulta sempre più spietata, non è tollerabile rimanere oltre in un limbo finanziario e industriale che rischia di schiacciare le professionalità e le sue prospettive di sviluppo di uno dei gioielli del nostro made in Italy”. 

Aferpi: Sì Toscana, anche Rossi corresponsabile situazione

“Gestito nel peggiore dei modi questa drammatica vicenda fatta di promesse mancate e fumosi progetti industriali”.

“Mentre il Governo liquida l’esperienza fallimentare di Rebrab per le acciaierie di Piombino, anche Rossi faccia i conti con le promesse dell’imprenditore che aveva fatto sue, il che lo rende oggettivamente corresponsabile di questa situazione”. Lo affermano i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti, in merito alla lettera del Governo che contesta ad Aferpi il mancato rispetto degli accordi firmati il 30 giugno scorso per l’impianto siderurgico ex Lucchini che fa capo al gruppo Cevital.

“Il Governo – sottolineano in una nota – ha inviato la lettera anche se Cevital aveva cercato di prendere tempo, chiamando in causa due possibili partner per il cofinanziamento del piano industriale, cosa a cui evidentemente non dà credito neppure il Mise”.

Secondo Fattori e Sarti, “oltre a rinnovare la nostra preoccupazione per le sorti delle migliaia di famiglie dei lavoratori della ex Lucchini e del suo indotto, non possiamo non ricordare le responsabilità del presidente Rossi, per aver gestito nel peggiore dei modi questa drammatica vicenda fatta di promesse mancate e fumosi progetti industriali”, concludono.

Piombino: Aferpi, inviata lettera inadempimento a Rebrab

Il commissario straordinario, Piero Nardi, ha inviato una lettera di inadempimento degli accordi firmati il 30 giugno scorso ad Aferpi, l’impianto siderurgico che fa capo al gruppo Cevital dell”algerino Issad Rebrab.

Ad ufficializzare l’invio della lettera è stato lo stesso commissario, ieri, in un incontro con i sindacati.

La decisione arriva dopo che il 31 ottobre scorso Cevital aveva fatto sapere di aver inviato al commissario e al ministero dello Sviluppo economico una lettera in cui si indicavano due possibili partner industriali. Il prossimo 15 novembre a Roma si svolgerà il consiglio d’amministrazione dei soci di Aferpi in cui verrà esaminata la situazione finanziaria fino al giugno 2017.

Dopo l’invio della lettera, come riferisce la stampa locale, è attesa ora una risposta da parte di Rebrab. Tra le inadempienze, il treno rotaie e i laminatoi ancora fermi, gli smantellamenti dei vecchi impianti mai iniziati. Se non verrà trovato un partner credibile per portare avanti il piano industriale, il ministero, scrive il quotidiano, potrebbe procedere con una richiesta di risoluzione del contratto, gettando le basi per un contenzioso legale.

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