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🎧 Carcere di Prato, 33 indagati in inchiesta su telefoni e droga

Sono 33 i detenuti indagati nel primo filone dell’inchiesta sul traffico di cellulari e droga che attraversa il carcere pratese. Durante le perquisizioni sono stati trovati in totale 41 dispositivi. La droga era stata nascosta anche in contenitori per il sugo. Si continua ad indagare sulla morte del detenuto in cella di isolamento avvenuta la scorsa settimana.

Telefoni, droga e una morte che rimane ancora sospetta. Nel carcere della Dogaia di Prato il tasso di illegalità è “pervasivo”. Lo spiega ancora una volta la procura, che ha concluso una prima tranche di indagini su un vasto giro di telefoni cellulari e droga all’interno dell’istituto penitenziario. In questo primo filone di inchiesta sono 33 i detenuti indagati, italiani, albanesi, macedoni, georgiani e filippini. Durante le perquisizioni sono stati trovati in totale 41 dispositivi, tra cellulari, microcellulari e smartwatch, insieme a due schede telefoniche. In alcuni casi, la droga è stata nascosta in contenitori di sugo di carne o perfino in frigoriferi.

La procura segnala anche due nuovi episodi: uno riguarda 5 grammi di hashish trovati in un pacco di vestiti destinato a un detenuto, l’altro 40 grammi della stesa droga nascosti in una cella pochi giorni fa. Nel frattempo, sono stati notificati 9 avvisi di fine indagine per la rivolta avvenuta il 5 luglio scorso, sempre all’interno del carcere. Tra gli indagati, detenuti di varie nazionalità, tra cui italiani, albanesi, marocchini e polacchi.

A preoccupare, infine, è anche la morte di un detenuto romeno coinvolto nei disordini delle rivolte: l’uomo – ricordiamo – è stato trovato privo di vita il 18 luglio nella cella di isolamento dove si trovava in punizione proprio per le presunte responsabilità nelle rivolte. L’autopsia parla di arresto cardiaco, ma sono ancora in corso gli esami tossicologici. La procura, intanto, esclude l’ipotesi del suicidio.

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