“Un obiettivo particolarmente significativo, emblematico, un esempio, e mi auguro che diventi un modello di reindustrializzazione che tuteli gli stabilimenti, la produzione industriale e prima di tutto i nostri lavoratori. Il caso Beko era uno dei più difficili, sembrava quasi impossibile ed è emblematico di un uso accorto, responsabile, intelligente della golden power”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in italy Adolfo Urso parlando con i giornalisti al termine della visita allo stabilimento Beko di Siena all’indomani della firma del contratto per il passaggio di proprietà dello stabilimento stesso a Invitalia.
“Un esempio e un modello di collaborazione tra ministero, azienda, autorità locali, sindacati per raggiungere insieme lo stesso obiettivo; e ci siamo riusciti” ha ribadito Urso specificando: “è per me un orgoglio sapere che l’accordo che abbiamo sottoscritto dopo mesi di confronto, anche serrato, sia stato suffragato dal consenso dei lavoratori a scrutinio segreto con una percentuale dewll’88%”.
“Ora dobbiamo passare alla seconda fase: siamo in vantaggio dopo il primo tempo, ma dobbiamo chiudere la partita in fretta e nel migliore dei modi; ieri Invitalia ha acquisito lo stabilimento e lo ha fatto prima di quanto molti immaginassero, perché vogliamo procedere con celerità: i tempi nella reindustrializzazione sono fondamentali”. Invitalia “vuole prendere subito possesso dello stabilimento – ha detto Urso -, per passare alla seconda fase che è già iniziata. Sono già venuti a visitare lo stabilimento una decina di potenziali investitori” ha consluso Urso. “E’ un’area più grande di quanto mi aspettassi, è un’area ampia in cui è possibile che si collochino diverse aziende, un vero e proprio parco industriale produttivo, e quindi dare finalmente una soluzione di lavoro stabile”.
“Non dimentichiamoci che in questo stabilimento veniva utilizzata la cassa integrazione da oltre 20 anni” ha specificato Urso evidenziando: “Non si può vivere o convivere per decenni con la cassa integrazione e quindi con la precarietà: occorre che i lavoratori che sono rimasti, o che arriveranno nel perimetro aziendale, trovino una soluzione stabile”. “Ci potrà essere anche la possibilità per altri lavoratori o aspiranti lavoratori, penso soprattutto ai nostri giovani, di trovare qui un lavoro stabile e continuativo, mi auguro soddisfacente e adeguato alla formazione ricevuta” ha detto il ministro che ha poi concluso: “Questo è l’obiettivo da raggiungere già nel prossimo anno”.
“Abbiamo raggiunto questo primo obiettivo, e vogliamo raggiungere entro il prossimo anno anche il secondo: dare una prospettiva produttiva e quindi di lavoro non solo a chi oggi è in questa azienda e vuole rimanervi, ma anche a chi soprattutto tra i giovani aspira ad avere un lavoro qualificato vicino al luogo in cui risiede”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in italy Adolfo Urso parlando con i giornalisti al termine della visita allo stabilimento Beko di Siena all’indomani della firma del contratto per il passaggio di proprietà dello stabilimento stesso a Invitalia. “Lavoreremo sempre con intensità insieme agli enti locali, con i sindacati e quindi con i lavoratori, perché le soluzioni devono essere condivise; così come abbiamo fatto quando nessuno ci credeva” ha detto Urso.