âScrittori dâazione e non artistiâ. Eugenio Montale e Alessandro Bonsanti: un percorso tra i Fondi del Gabinetto Vieusseux è la mostra, curata da Elisa Martini dellâArchivio Contemporaneo Bonsanti, con cui il Gabinetto Vieusseux di Firenze celebra questâanno due importanti anniversari: i cento anni di Ossi di seppia di Eugenio Montale, direttore del Gabinetto Vieusseux dal 1929 al 1938, Premio Nobel per la letteratura nel 1975, e il cinquantenario della fondazione dellâArchivio Contemporaneo, istituito il 17 ottobre 1975 da Alessandro Bonsanti. AUDIO â Le interviste sono a cura di Chiara Brilli
Il percorso espositivo ricostruisce il sodalizio fra Montale e Bonsanti attraverso libri, manoscritti, dattiloscritti, corrispondenze, fotografie e documenti appartenenti ai Fondi del Gabinetto Vieusseux â fra cui quelli di Carlo Betocchi, Irma Brandeis, Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti, Angiolo Orvieto, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini e Giuseppe Ungaretti. Racconta la nascita di unâunione di intenti e di unâamicizia che diviene tracciato comune, sia per lâavvicendarsi dei due alla guida del Gabinetto Vieusseux sia per il loro perseguire unâidea di cultura di âresistenzaâ: uno mediante la sua poesia e lâaltro attraverso il suo operato come direttore dellâistituzione fiorentina.
La mostra, che inaugura oggi, mercoledĂŹ 11 giugno, alle ore 15.30, alla presenza della vice presidente del Senato onorevole Anna Rossomando, è in programma fino al 23 dicembre, allâArchivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux, Palazzo Corsini Suarez (Via Maggio 42, Firenze). SarĂ visitabile, a ingresso libero su prenotazione, inviando una richiesta a archivio@vieusseux.it
âUna mostra che celebra due anniversari che hanno segnato la cultura italiana e un sodalizio intellettuale importante, quello tra Montale e Bonsanti; unâiniziativa che racconta un pezzo prezioso di storia del Paese e della nostra cittĂ che non solo va ricordato ma che è anche occasione per riflettere sul presente, caratterizzato purtroppo ancora da guerre e situazioni drammatiche. â Ha detto la sindaca Sara Funaro â Gli intellettuali di quellâepoca che hanno saputo fare sentire la propria voce sono anche al giorno dâoggi per tutti noi un grande esempio. Firenze è stata cittĂ di fermento straordinario con il Gabinetto Vieussuex ma anche con tante riviste che hanno saputo esprimere voci dissidenti. Con questo percorso diamo la possibilitĂ ai cittadini di rivivere questo momento e riscoprire un patrimonio straordinario della nostra cittĂ . Chi si occupa della cosa pubblica deve sempre tenere presente quanto arte, cultura e letteratura rappresentino nella storia il piĂš grande motore di comunicazione per arrivare al cuore dei cittadini e questa mostra lo dimostraâ.
âDue anniversari in uno â dichiarano il presidente Riccardo Nencini e il direttore Michele Rossi â, quanto mai intrecciati: i cento anni di Ossi di Seppia e i cinquanta dellâarchivio del Vieusseux, di nuovo stretti nelle vite dei protagonisti. Il fatto che âla storia non è maestra di nienteâ (Montale) non significa disperdere il valore della memoria. La memoria del vivere liberi, il testimone che Montale e Bonsanti si passanoâ.
Il titolo prende le mosse dallâarticolo Fascismo e letteratura che Eugenio Montale pubblica il 7 aprile 1945 sul primo numero di âIl Mondoâ, rivista guidata da Alessandro Bonsanti, con Montale come membro di redazione: âLa nostra riconoscenza va oggi a uomini come Amendola e Gobetti, Gramsci e Rosselli (per citare solo i nomi di quelli che ci hanno lasciato), scrittori dâazione e non artisti, che seppero indicarci con lâopera e con lâesempio la via che deve seguire un italiano universale, cioè un italiano di sempre, nelle ore dellâoscuramento e dellâerroreâ.
âLa guerra non è ancora finita e ÂŤIl MondoÂť â spiega Elisa Martini â rappresenta una ÂŤviaÂť di resistenza contro lâorrore e le barbarie: un ÂŤcomportamento del pensieroÂť, come lo definisce Bonsanti, che si concretizza in un percorso tracciato prima dallâuno e poi dallâaltro e che inizia nel 1924, quando Montale propone i suoi versi a Piero Gobetti: una piccola raccolta che si intitolerĂ Ossi di seppiaâ.
Il volume uscirĂ il 15 giugno 1925, centenario che questa mostra vuol celebrare mostrandone la genesi e la storia editoriale mettendo al centro unâaltra figura, importante per la riuscita della pubblicazione: Giacomo Debenedetti. Le lettere di Montale a Giacomo, conservate allâArchivio Contemporaneo, saranno esposte, in alcuni casi, con a fianco la riproduzione di quelle rivolte a Gobetti.
Nel 1927 Montale giunge a Firenze. Sono anni cruciali: nel 1929 diventa direttore del Gabinetto Vieusseux, frequenta il caffè letterario delle Giubbe Rosse e la rivista ÂŤSolariaÂť, sulle pagine della quale il suo nome inizia a intrecciarsi a quello di Alessandro Bonsanti. Il futuro Premio Nobel dovrĂ abbandonare la direzione del Vieusseux nel 1938, anno delle leggi raziali e degli accordi stringenti con la Germania nazista. Dopo tre anni di interregno, il suo posto viene preso, nel 1941, dallâamico Alessandro Bonsanti (vi resterĂ fino al 1980), che mostra fin da subito un impegno costante nella ârivalutazioneâ del Gabinetto Vieusseux. Ă in una lettera del 1941 che il neo direttore esprime la sua intenzione di organizzare eventi e lezioni riguardanti la letteratura contemporanea e di aprire in futuro, come costola del Vieusseux, un âCentro delle letterature contemporaneeâ, luogo di incontro e di studio: è il primo seme che poi si trasformerĂ nella realtĂ dellâArchivio a distanza di anni.
Il 4 novembre 1966 segna un ulteriore punto di incontro: se Montale, tramite i suoi versi, immortala la tragedia dellâalluvione di Firenze in Lâalluvione ha sommerso il pack dei mobili, Bonsanti la vive in prima linea scegliendo di salvare il patrimonio librario danneggiato, il cui valore storico è insostituibile. Decisione che prende forma nella creazione del Laboratorio del Restauro. Ă un pensiero che evolve ulteriormente e trova conferma nella costruzione di una nuova realtĂ , ossia quella dellâArchivio Contemporaneo, dove â giocando sullâossimoro del suo nome â le carte appena nate degli scrittori e artisti del Novecento potranno essere conservate e tutelate. RealtĂ che si concretizza nellâottobre del 1975, il 17, quando Bonsanti firma il Regolamento del nascente Archivio. Il 23 ottobre dello stesso anno Eugenio Montale sarĂ insignito del Premio Nobel per la Letteratura, esattamente a cinquanta anni dallâuscita della sua opera prima.
Altri cinquanta anni sono passati: cento dalla pubblicazione gobettiana di Ossi di seppia e cinquanta dalla nascita dellâArchivio, che ha preso il nome del suo ideatore. Due ricorrenze che possono sembrare lontane, ma che in realtĂ sono due âimmaginiâ della medesima storia, connesse tra loro da quella âviaâ seguita dai due protagonisti e dal loro comune intento di diffondere, difendere e tramandare la cultura. Strada intrapresa dallo stesso Giovan Pietro Vieusseux, del quale sia Montale che Bonsanti hanno raccolto il testimone.