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🎧 Liste di attesa, numero unico e medici di famiglia. Le novità della sanità toscana

liste di attesa

Cinque delibere per tre obiettivi: liste di attesa, continuità assistenziale e medici di famiglia. Presentato questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, è un pacchetto di misure appena licenziate dalla giunta dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini.

Uno dei problemi, nazionali, è sicuramente quello delle liste di attesa. Per contenerle, sia quelle  chirurgiche sia quelle ambulatoriali, la Regione aveva già approvato il 6 marzo una delibera di indirizzo rivolta alle aziende sanitarie. Prevedeva l’inserimento delle richieste a cui non era stato possibile rispondere in una pre-lista, per una successiva evasione, ma anche l’attivazione di un sistema di monitoraggio. La giunta adesso ha approvato due nuove delibere. Con la prima si individua un coordinatore, un medico con formazione manageriale per ogni azienda, nominato dal direttore generale su proposta del direttore sanitario. Dovrà vigilare sulla gestione delle liste di attesa. “Si tratta di una grande novità – commenta il presidente Giani – perché ci consentirà di intervenire in modo più tempestivo e con azioni ancora più efficaci nel dare risposta ai bisogni dei cittadini”.

La seconda delibera permetterà invece di impiegare le risorse autorizzate dal Milleproroghe, di recente approvato dal Parlamento, per contenere le liste di attesa. Per la produttività aggiuntiva degli specialisti ad esempio o l’acquisto di prestazioni dal privato convenzionato, in deroga ai tetti di spesa. Non si tratta di risorse aggiuntive, ma di una parte del Fondo sanitario nazionale pari allo lo 0,3 per cento. Per la Toscana vale 23 milioni di euro, di  cui dieci saranno destinati all’attività chirurgica e tredici a quella ambulatoriale. Uno strumento in ogni caso che permetterà maggiore elasticità.

Ogni azienda, entro il 30 aprile 2023, dovrà adottare il piano di rientro nei tempi massimi per le liste di attesa. Per gli interventi chirurgici programmati e per le visite e  le prestazioni diagnostiche ambulatoriali, dove i settori con maggior sofferenza sono stati nel 2022 cardologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatra ed ecografie, risonanze magnetiche ed endoscopia (ma non le Tac). In parallelo si lavora sull’appropriatezza delle prescrizioni, il che non vuol dire ridurre la possibilità per i cittadini di accedervi ma, ad esempio, vigilare sul corretto utilizzo dei codici di priorità od evitare la sovrapposizione tra prime visite e visite di controllo, che hanno percorsi differenti.

La Regione attiverà anche una centrale unica operativa regionale a cui rivolgersi chiamando il numero europeo armonizzato 116117. E’ già operativo per la continuità assistenziale in Lombardia, Piemonte e provincia di Trento. Oggi numeri di telefono e modalità organizzative variano a seconda del territorio e della Asl. Il progetto si aggiunge a quello delle liste di attesa ed è stato assegnato per il suo sviluppo all’Asl Toscana Centro, che già gestisce la centrale regionale del 112. Serviranno dai cinque ai sette mesi perché sia operativo ed ottenere nel frattempo il via libera dal ministero. E non sarà solo il numero guardia medica. “E neppure solo un centralino telefonico – puntualizza l’assessore Bezzini -. Ma un numero di riferimento, attivo per tutte le ore del giorno e per tutti i giorni della settimana, a cui rivolgersi per la presa in carico da parte del servizio sanitario. Arricchito nel tempo di ulteriori funzioni”.

Il cittadino potrà infatti rivolgersi al 116117 per richiedere assistenza e prestazioni non urgenti. Ma anche come supporto per chi è affetto da patologie croniche o per i soggetti fragili a domicilio, magari attraverso teleconsulto. Il nuovo servizio sarà anche molto tecnologico ed utilizzerà sistemi oggi in uso al 112. Oltre alla telemedicina la geolocalizzazione della chiamata, app dedicate, il trasferimento di tutti i dati al medico di continuità assistenziale. Ci sarà anche un servizio di interpretariato, a vantaggio di stranieri. Per la fase di avvio del progetto l’Asl Toscana Centro riceverà dalla Regione 4 milioni e 270 mila euro.

Ultima delibera approvata che si aggiunge alle liste di attesa: quella sui medici di famiglia. Ci sono territori in cui medici di medicina generale sono andati in pensione e non si riesce a sostituirli. Per agevolare l’adeguata copertura territoriale del servizio di assistenza primaria da parte dei medici di famiglia, nelle more dell’accordo collettivo nazionale che seguirà, si è deciso di dar corso intanto ad un pre-accordo. Condiviso nella riunione del comitato regionale di medicina generale del 2 marzo scorso, farà si che i medici di famiglia disponibili ad arrivare fino a 1800 assistiti potranno godere di un’indennità per l’infermiere di studio. La deroga, su base volontaria, si applica solo ai medici che operano nelle forma associative della medicina generale. Le aziende sanitarie dovranno anche predisporre una revisione degli ambiti territoriali e delle aree disagiate e disagiatissime, previa interlocuzione con le organizzazioni sindacali.

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