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Mer 14 Mag 2025
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Forteto, morto Fiesoli. Era in detenzione nella rsa

Rodolfo Fiesoli, fondatore della Comunità Il Forteto, è morto all’età di 84 anni nella rsa di Padova dove si trovava in detenzione domiciliare. Fiesoli era stato condannato in via definitiva a 14 anni e 10 mesi per maltrattamenti e abusi sessuali su minori. Sulla vicenda del Forteto è attiva una Commissione parlamentare d’inchiesta.

Si faceva chiamare il Profeta nella comunità da lui fondata nel Mugello, a Vicchio (Firenze), a cui il tribunale dei minori dava in affidamento giovanissimi con realtà familiari complesse. Oggi è morto Rodolfo Fiesoli, 84 anni, nella rsa in provincia di Padova dove si trovava in detenzione domiciliare per scontare la condanna definitiva a 14 anni e 10 mesi per maltrattamenti e abusi sessuali su minori, reati avvenuti al Forteto per cui sono stati imputati anche i suoi principali e più fedeli collaboratori. Il Parlamento ha dedicato alla vicenda una Commissione parlamentare d’inchiesta anche in questa legislatura. La sua audizione, il 6 marzo scorso, è stato l’ultimo atto pubblico. Era visibilmente malmesso, ma ha comunque tentato di esercitare le sue caratteristiche di persuasore, eludendo le domande scomode, non ricordando circostanze, opponendo il suo punto di vista.
Per decenni l’esperienza del Forteto – una cooperativa agricola affiancata da una fondazione – ha catturato il sostegno e la benevolenza di magistrati, politici, personaggi nazionali per un’asserita capacità della comunità guidata da Fiesoli di saper gestire l’assistenza e l’affido di minori, anche disabili, provenienti da contesti di grave disagio sociale e familiare fino ad ottenere il loro recupero. Erano figli di tossicodipendenti, di genitori violenti, di criminali oppure di gente particolarmente poverae, famiglie dove la potestà genitoriale era poco esercitabile. Ma già nel 1978, col primo arresto di Fiesoli, era emerso dalle accuse un contesto di maltrattamenti, abusi psicologici e sessuali, aspetti che poi sono tornati fuori più di una volta nel tempo mentre intanto l’attività del Forteto continuava fino all’inchiesta della procura di Firenze che nel 2011 portò Fiesoli in carcere per le stesse accuse. Ci furono denunce di ex membri della comunità, alcuni dei quali entrati bambini e usciti adulti ma segnati dall’esperienza di quella che appariva più come una setta, con limitati contatti all’esterno e un’accurata gestione dei rapporti con il tribunale dei minori, con gli assistenti sociali e con i Comuni e gli altri enti.
Il Forteto si spaccò, Fiesoli e altri fedelissimi furono processati e condannati, le accuse dei fuoriusciti rimasero in piedi fino alla conferma in Cassazione. Il Profeta non si è mai pentito e ha sempre ribadito i suoi metodi. Erano, fra questi, i cosiddetti chiarimenti serali – confessioni pubbliche davanti a tutti di comportamenti considerati da lui errati -, alla denigrazione sistematica della famiglia di origine per isolare i minori, inglobarli nella comunità e anche convincerli che “gli atti omosessuali che subivano da Fiesoli e da altri erano a fin di bene”, venne detto nel processo dalla pm Ornella Galeotti, dato che Fiesoli “teorizzava l’omosessualità come pratica per superare la fase adolescenziale e per sostenere il confronto con le donne definite ‘troie e puttane'”.

🎧 A Firenze parte il primo corso prematrimoniale laico

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🎧 A Firenze parte il primo corso prematrimoniale laico
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Si chiama “Prima del sì” ed è il primo corso prematrimoniale laico e gratuito promosso dal Comune di Firenze per coloro che si apprestano a contrarre matrimonio o unione civile. Il via libera questa mattina con l’approvazione, da parte della giunta, dell’apposita delibera presentata dall’assessora all’anagrafe Laura Sparavigna. Il corso sarà tenuto da un giurista e un commercialista per chiarire i principali aspetti giuridici, fiscali e relazionali legati alla vita coniugale.

Il progetto vede protagonisti il Comune, l’ordine degli avvocati e quello dei commercialisti. Si tratta di una piccola ma grande rivoluzione: fino ad oggi, i percorsi di preparazione al matrimonio si sono svolti quasi esclusivamente in ambito religioso, senza una formazione laica specifica sugli aspetti giuridici e civili dell’istituto matrimoniale e dell’unione civile.

Il corso nasce con l’obiettivo di offrire alle coppie un’occasione di riflessione e informazione pratica in vista del “sì”, affrontando in modo chiaro e accessibile i principali aspetti giuridici, fiscali e relazionali legati alla vita coniugale. È rivolto a tutte le coppie che desiderano approfondire con consapevolezza e responsabilità i temi fondamentali della convivenza e dell’unione civile o matrimoniale, senza connotazioni religiose. Attraverso l’intervento di professionisti esperti, il corso vuole offrire strumenti utili per affrontare le scelte comuni in ambito patrimoniale, fiscale e giuridico, rafforzando la consapevolezza reciproca e il dialogo nella coppia.

Il corso analizzerà gli articoli che sanciscono i diritti e doveri nel matrimonio e nell’unione civile: l’articolo 143 (diritti e doveri reciproci dei coniugi), l’articolo 144 (indirizzo della vita familiare), gli articoli 147 e 148 (doveri verso i figli) e la legge sulle unioni civili (legge Cirinnà, 76/2016). A partire dal 2025, il corso si terrà con cadenza semestrale nei periodi di autunno/inverno e primavera/estate. Ogni edizione sarà composta da tre moduli tematici, con un numero massimo di 50 partecipanti, per garantire un clima raccolto e uno spazio adeguato al confronto. I moduli riguarderanno gli aspetti legali e patrimoniali, separazione, divorzio e affidamento dei figli’ e ‘pianificazione familiare, finanziaria e successoria’.

Il corso è aperto sia alle coppie che celebrano il rito civile, sia alle coppie che conseguono il matrimonio religioso eseguendo le pubblicazioni nel Comune di Firenze. La prima edizione si terrà il 4, 11 e 12 giugno dalle ore 18 alle 20 nella sala ex Nardini alle Murate. La mail a cui prenotarsi è: [email protected]

A Firenze i numeri ci dicono che nel 2022 matrimoni e unioni civili sono stati 813, nel 2023 863 e nel 2024 793. Dal 2025, sono state introdotte alcune novità a favore dei residenti per quanto riguarda i costi e il dove ci si può sposare o unire civilmente. Il Parco degli animali di Ugnano e le sedi dei quartieri 2, 3, 4 e 5 si aggiungono ai luoghi già messi a disposizione del Comune, ossia Sala Rossa, Salone dei Cinquecento, sala di Lorenzo, sala dei Gigli, giardino delle Rose e Museo Bardini. Quanto alle tariffe resta la divisione tra standard (per i giorni predisposti da Palazzo Vecchio per l’uso delle sale) e in deroga (ossia maggiorata negli altri giorni). Per i residenti a Firenze Sala Rossa e consigli di quartiere restano gratis nei momenti standard (per la Sala Rossa la mattina di mercoledì, giovedì, sabato), le altre location avranno un taglio del 20%.

“Sposarsi è atto bellissimo, figlio e frutto della scelta di due persone, sia esso l’atto di matrimonio o dell’unione civile – ha sottolineato l’assessora Sparavigna – come ogni singolo contratto tra pari ci sono accortezze che è fondamentale conoscere sin dal primo momento. Il Comune, da sempre l’ente di prossimità con la cittadinanza, non poteva non prendersi cura anche di questo momento speciale”. “Qualche mese fa – ha ricordato – abbiamo presentato il nuovo tariffario del Comune per favorire e rendere più accessibile il rito del matrimonio e dell’unione civile per residenti fiorentini. Questo è l’altro pezzo, che servirà a rendere queste scelte consapevoli. Il tutto grazie al valido supporto e alla stretta collaborazione con l’ordine degli avvocati e l’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili”. “Viviamo la bellezza del sì ma facciamolo con consapevolezza” ha concluso l’assessora Sparavigna.

“Partecipiamo con entusiasmo all’iniziativa organizzata dal Comune di Firenze – hanno dichiarato i rappresentanti dell’ordine degli avvocati e l’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze – ritenendo utilissimo e molto importante che le giovani coppie siano informate sui contenuti delle normative legali, patrimoniali e successorie e rese consapevoli delle scelte e delle opportunità possibili sia nei confronti del partner che dei figli”

🎧 Firenze, commercianti di San Marco pronti per una class action sui rimborsi per cantieri VACS

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🎧 Firenze, commercianti di San Marco pronti per una class action sui rimborsi per cantieri VACS
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Commercianti di Piazza San Marco sul piede di guerra per vedersi riconosciuti i rimborsi dovuti a causa dei lavori della VACS, la linea tramviaria variante centro storico. Al momento sono arrivati i fondi solo per i primi 12 mesi di interventi. L’assessore comunale allo sviluppo economico, Jacopo Vicini, si dice disponibile a trovare una soluzione condivisa.

Binari che portano dritti al tribunale. In piazza San Marco i commercianti salutano la fine dei lavori della VACS ricorrendo a uno studio legale fiorentino per vedersi riconosciuti i rimborsi promessi da questa e dalla precedente giunta comunale su Tari e Cosap per i disagi patiti a causa della linea tramviaria.

Quasi tre anni e mezzo di cantieri che hanno rivoluzionato sì la mobilità, ma a che prezzo. Quello avanzato dal Comune ammonterebbe a circa mezzo milione di euro, e per gli esercenti trovatisi ingabbiati tra rotaie e tralicci ora è giunto ora il momento di reclamarlo, anche a costo di avviare una class action.

A Palazzo Vecchio, intanto si studia la soluzione che sfati il contenzioso, e l’assessore Jacopo Vicini, già nelle prossime settimane, potrebbe convocare i titolari delle varie attività, legale al seguito, già nel prossime settimana per un accordo, “guardando – così ha detto con ottimismo al futuro”. Confcommercio, dal canto suo, parla della possibilità di ricomporre la frattura con il Comune, adire le vie legali rimane insomma l’ultima spiaggia. In attesa che il cantiere delle trattative duri meno di meno di quella della VACS, pare sia già pronto l’atto di citazione da depositare presso la cancelleria del tribunale.

La politica, però, fa il resto, con i consiglieri di FdI che trovata la piaga affondano il dito: “La giunta si assuma le sue responsabilità. La verità è che i fondi, quando si vuole, si trovano, soprattutto se si tratta di cifre relativamente modiche per un bilancio come quello del comune di Firenze”

Multiutility, SPC chiede che Nardella riferisca in commissione controllo

ll capogruppo Spc Dmitrij Palagi: dalle passate documentazioni “non c’è  traccia dell’accordo firmata tra Italgas, Toscana Energia ed Alia, in cui si prevede l’opzione di acquisto da parte del privato delle quote detenute dal Comune di Firenze. L’allora sindaco Nardella sapeva di questo accordo? “

Dalle passate documentazioni “non ci è traccia dell’accordo firmata tra Italgas, Toscana Energia ed Alia, in cui si prevede l’opzione di acquisto da parte del privato delle quote detenute dal Comune di Firenze. L’allora sindaco Nardella sapeva di questo accordo?” . Se lo chiede e lo chiede il capogruppo Spc Dmitrij Palagi che invita l’europarlamentare Pd ed ex sindaco di Firenze Dario Nardella: “venga in commissione controllo a Palazzo Vecchio” visto che “la documentazione parla di ripetute interlocuzioni formali tra Comune e cda di Toscana Energia” afferma Palagi.

Che aggiunge “confidiamo Nardella possa aiutarci a capire cosa è successo. Insieme a lui sarebbe sicuramente utile ascoltare anche l’ad di Alia così come i presidenti di Toscana Energia e della multiutility. Il Comune di Firenze non può rimanere soggetto non informato su quella che era la sua presenza all’interno di Toscana Energia”.

Secondo Paolo Bambagioni, consigliere della lista civica Schmidt e presidente della Commissione Controllo, “il Comune ancora non ha il piano industriale di Alia. Mi domando, inoltre, come il Comune possa formulare degli indirizzi senza avere piena contezza di quanto Alia intenda fare, con quali tempi e soprattutto quali risorse. Si parla ancora di piano industriale ‘in costruzione’, di cui nessuno sa niente”.

“Sarebbe veramente utile e opportuno avere quanto prima il piano industriale di Alia Multiutility, così da avere più trasparenza e più chiarezza sui servizi che si dice di voler gestire in modo ‘pubblico’ e per il bene cittadini”, afferma il consigliere Massimo Sabatini della lista Schmidt. “Ci andrebbe bene il piano industriale anche copiaincollato dal Comune di Bologna, vista la recente simbiosi burocratica, così solleviamo qualcuno della macchina amministrativa locale dal perdere tempo”, aggiunge in una nota Sabatini.

Mense scolastiche, Toscani spendono in media 88 euro al mese

E’ quanto emerge da un’indagine di Cittadinanzattiva che anche quest’anno registra un incremento delle tariffe seppur poco rilevante (circa l’1%), con importanti variazioni però a livello regionale

E’ di 87 e 88 euro la spesa media mensile di una famiglia toscana nell’anno scolastico in corso per la mense scolastiche  di un figlio iscritto rispettivamente alla scuola dell’infanzia e alla primaria: il capoluogo toscano più caro è Livorno, Prato quello dove si spende di meno. La regione mediamente più costosa è l’Emilia Romagna con 108 euro mensili (lo scorso anno era la Basilicata) mentre quella più economica è, come nell’anno scolastico precedente, la Sardegna con 61 euro nell’infanzia e 64 euro per la primaria.

E’ quanto emerge da un’indagine di Cittadinanzattiva che anche quest’anno registra un incremento delle tariffe seppur poco rilevante (circa l’1%), con importanti variazioni però a livello regionale: la Sicilia registra un’importante crescita del costo a carico delle famiglie sia nella scuola dell’infanzia (+13% circa) che in quella primaria (oltre l’8%), mentre la Basilicata si segnala una riduzione significativa di circa il 6% sia nell’infanzia che nella primaria. A livello di singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto nelle mense scolastiche (2 euro sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60 euro a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40 euro). Dall’indagine risulta anche che la Toscana è terza in Italia tra le regioni con un numero maggiore di mense: prima è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte (62,4%), poi Toscana (59,6%) e Liguria (59,1%).

Analizzando le citta toscane per la scuola dell’infanzia Livorno è appunto la più cara con 128 euro di spesa mensile, seguita nell’ordine da Pistoia (98), Pisa (97), Arezzo (95), Grosseto, Carrara e Massa tutte con una spesa di 90 euro, Lucca (75) Firenze (74), Siena (68) Prato (55). Per le primarie, Livorno è sempre in testa con una spesa media mensile per le mense di 128 euro seguita da Arezzo (102), Pistoia (98), Pisa (97), Grosseto, Massa e Carrara tutte e tre sempre con 90 euro di spesa, Lucca (75), Firenze (74), Siena (68), Prato (55). (ANSA).

Prato, è polemica per fondazione intitolata ad autore femminicidio

La Fondazione voluta dalla famiglia di Federico Zini che nel 2018 uccise a Prato l’ex fidanzata Elisa Amato e poi si suicidò. Il Tar dà via libera con la condizione che non compaia il suo nome

Una fondazione voluta da Maurizio Zini, padre di Federico che nel 2018 uccise a Prato l’ex fidanzata Elisa Amato e poi si suicidò, in memoria del figlio. E’ questo l’oggetto della polemica riportata oggi da Nazione e Tirreno.

Il Tar della Toscana, accogliendo accolto il ricorso del padre di Zini contro la Regione Toscana che non aveva autorizzato l’iscrizione della fondazione nel registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), ha dato il via libera alla sua creazione   perché, questa la condizione posta dai giudici, la Fondazione non porti il nome dell’autore del femminicidio.

Critica per la decisione del Tar la famiglia di Elisa Amato: “Ho fatto della battaglia contro la violenza sulle donne una ragione di vita, da quando mia sorella è stata uccisa. Sentire adesso che la famiglia dell’omicida può creare una fondazione dedicata al figlio mi fa male” afferma Elena Amato.

“Non è colpa loro per quello che è accaduto a mia sorella – racconta ancora Elena Amato -, però non abbiamo mai ricevuto un messaggio di scuse, se non per vie traverse. Non ci hanno mai contattato, magari, per fare qualcosa insieme, per intitolare qualcosa a mia sorella. Si tende sempre a vittimizzare gli assassini e a colpevolizzare le vittime. So che anche l’altra famiglia sta soffrendo, ma questi non possono essere i termini con cui affrontare certi temi”.

La decisione di creare una fondazione aveva già suscitato polemiche quando Maurizio Zini la propose pochi mesi dopo l’omicidio-suicidio, motivandola allora come ente a scopo benefico a favore, tra l’altro, di chi dà aiuto a minori colpiti da gravi patologie cliniche. Ci fu una raccolta di firme contro l’iniziativa, poi il diniego della Regione sembrava posto fine alla vicenda. Ora la decisione del Tar.