Mer 24 Apr 2024

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🎧 Filiera della pelle, uno studio per valutare sostenibilità, etica e costi

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🎧 Filiera della pelle, uno studio per valutare sostenibilità, etica e costi
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“Dal costo al minuto al prezzo al minuto per un’impresa sostenibile e innovativa”. E’ il titolo di una ricerca commissionata da Federmoda Cna al professor Gaetano Aiello, docente di economia all’Università di Firenze. Obiettivo? Studiare modelli di imprese per una filiera della pelle economicamente sostenibile.

A mostrare quanto sia fondamentale la filiera della pelle per l’economia toscana intervengono i numeri. Un terzo delle imprese italiane del comparto operano in questa Regione. Il 18 per cento soltanto a Firenze. La percentuale cresce se si parla di sole imprese artigiane. Ben il 45 per cento opera in Toscana, il 25 per cento del totale nazionale ha sede in provincia di Firenze. Sempre in questa regione opera un terzo dei 150mila addetti dei settori concia, pelletteria e calzature.

La filiera della pelle dà un contributo importante per lo sviluppo della regione e proprio  su questo si incentra la ricerca con uno specifico interesse per il conto terzi. Il professor Aiello e il suo gruppo di lavoro hanno analizzato i bilanci di 320 imprese aderenti a Cna. Le aziende prese ad esempio sono di due tipi: piccole o piccolissime specializzate in lavori interni in conto terzi e medio/piccole con una medio alta incidenza di lavorazioni affidati a terzi.

Analizzando costi diretti e indiretti, remunerazione forza lavoro diretto e indiretti e altri costi indiretti si è arrivati al costo al minuto sostenibile per le due categorie di imprese della filiera della pelle (qui i risultati della ricerca). “Il Made in Italy siamo noi – afferma Paolo Pernici, presidente di Cna Federmoda Toscana -. I marchi internazionali della moda lo propongono come valore aggiunto grazie alla maestria delle nostre aziende. In Italia oltre il 90 per cento delle imprese attive nella filiera della moda sono micro e piccole imprese che rispondono ad una precisa esigenza di mercato perché garantiscono flessibilità e velocità. Se si vuole supportare il Made in Italy sono proprio le piccole e micro imprese che vanno tutelate maggiormente”.

 

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