Mer 24 Apr 2024

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Vertice su vertenza Aferpi, Rossi: “forte preoccupazione”

Si è tenuto un vertice al ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza dell’ex Lucchini, oggi Aferpi. Il tavolo ha ripreso le discussioni da l’inoltro della richiesta di insolvenza per Cevital al tribunale di Livorno. Intervenuto anche Enrico Rossi: “il tempo passa e la situazione non si sta sbloccando”.

E’ durato meno di mezzora l’incontro al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza della ex Lucchini (oggi Aferpi) di Piombino. Il tavolo è partito da dove le parti si erano lasciate lo scorso 30 gennaio, ossia l’inoltro – che dovrebbe partire oggi stesso – al tribunale di Livorno della richiesta di insolvenza per Cevital, la società algerina guidata da Issad Rebrab che attualmente detiene la proprietà dello stabilimento.

A dirlo è Guglielmo Gambardella, coordinatore siderurgia Uilm nazionale aggiungendo al termine dell’incontro che il ministro Calenda “ha detto di aver ricevuto una lettera da parte di Cevital in cui si comunica che a breve ci sarà incontro con Jindal, interessata a diventare un probabile acquirente”.

Riprenderanno quindi le interlocuzioni per un cambio di proprietà, “ma il ministro è disposto ad aspettare al massimo una settimana per vedere se c’è un reale accordo di cessione tra Cevital e Jindal”, ha aggiunto Gambardella accogliendo favorevolmente “l’accelerazione che avevamo chiesto e che c’è stata”.

Sulla vertenza “non posso non esprimere una forte preoccupazione, il tempo passa e la situazione non si sta sbloccando o almeno questo risulta”. A dirlo è il presidente regione Toscana, Enrico Rossi, che entrando al ministero dello Sviluppo economico ha aggiunto di avere ancora fiducia nel lavoro del ministro Carlo Calenda domandandosi però soprattutto “che fine abbiano fatto le proposte assai interessanti di eventuali compratori che si erano fatti avanti con un’idea di un rilancio forte dell’azienda, di riattivare l’altoforno, produrre acciaio e far lavorare i laminatoi”.

Rossi si chiede che fine abbiano fatto queste proposte, soprattutto in vista della prossima gara delle ferrovie per la fornitura delle rotaie e aggiungendo “siamo molto preoccupati perché Rfi è l’unico cliente rimasto e se Piombino non partecipasse alla gara sarebbe davvero un problema”.

Il governatore ha concluso augurandosi fortemente che oggi si arrivi a dei primi risultati, “lo Stato deve adoperare tutti i suoi poteri per impedire che tutto vada a finire in malora, si tratta della perdita di un asset fondamentale nel luogo in cui la siderurgia europea è nata e c’è di mezzo la vita di migliaia di lavoratori, una cosa enorme per tutta la Toscana”.

Durante l’incontro sullo stabilimento Aferpi di Piombino tenutosi al Mise – si legge in un comunicato unitario di Fim, Fiom e Uilm Piombino – “il ministro ha informato che oggi è partita la diffida al collegio sindacale di Aferpi per la convocazione dell’assemblea che dovrà essere tenuta entro 15 giorni, in quanto a un mese di distanza dalla prima richiesta formale quella assemblea deve esprimersi ed assumersi la responsabilità sullo stato di insolvenza di Aferpi”.

Trascorso questo termine il ministro ha annunciato che presenterà due istanze: di insolvenza per Cevital e di amministrazione straordinaria per Aferpi. Secondo quanto riportato dai sindacati, i tempi previsti per queste due istanze sono: “immediato per l’amministrazione straordinaria e un mese dalla presentazione della richiesta per l’insolvenza”, prosegue la nota spiegando che questa procedura è al riparo “anche da eventuali tentativi di ricapitalizzazione in quanto – come dichiarato dal ministro – Aferpi rischia di non partecipare alla gara avviata dalle Ferrovie dello Stato, con un grave rischio di perdita del patrimonio aziendale”. Riguardo alla lettera di Cevital in cui l’imprenditore ha dichiarato al ministro Calenda di voler incontrare Jindal per ricercare un accordo tra le parti, i sindacati specificano che se questo accordo fosse confermato da un atto formale “il ministro è in condizione di fermare la procedura e riconvocare le parti per valutare insieme come procedere”.

Fim, Fiom e Uilm, rispetto all’incontro di oggi “con tutte le cautele del caso dettate dalla complessità della procedura, esprimono un giudizio positivo in quanto non solo sono state confermate le anticipazioni del precedente incontro, ma è stata anche registrata l’accelerazione richiesta”, conclude la nota.

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