Mar 23 Apr 2024

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Renzi e altri esponenti PD a Stazzema contro il fascismo

Oggi Matteo Renzi ed altri esponenti del PD si sono recanti a Sant’Anna di Stazzema, per iscriversi all’anagrafe antifascista. Molti i commenti sulle dichiarazioni del leader di Lega Nord, Matteo Salvini.

Il segretario del Pd Matteo Renzi ha raggiunto stamani Sant’Anna di Stazzema (Lucca), luogo di eccidio nazifascista che fece 560 vittime tra la popolazione nell’agosto 1944, per sottoscrivere la sua iscrizione all’anagrafe antifascista. Prima di salire al sacrario, Renzi ha parlato con i superstiti, definendoli i veri vincitori dell’antifascismo, e deposto una corona al cippo che ricorda la strage: “Oggi vorremmo dare un messaggio forte, senza polemica, per dire che troviamo necessario aderire a un elenco di quelli che dicono che il nazifascismo è stato il male assoluto e che se c’è un luogo simbolo quello è Sant’Anna di Stazzema, e purtroppo non è il solo”.
Renzi lo ha detto dopo aver ricordato la “battuta” di Salvini, senza citare il leader leghista. “Quando il sindaco ci ha proposto l’adesione all’anagrafe antifascista qualcuno ha fatto una polemica giuridica, ha detto che l’anagrafe la fanno i cani – aveva premesso Renzi -. Certo l’anagrafe la fanno per i cani, e anche i cittadini in Comune, la fanno tutti gli uomini che hanno bisogno di registrarsi in un elenco”.
“Vogliamo dire al nostro Paese – ha continuato Renzi- che è stato corresponsabile della tragica pagina nazifascista e non c’è nessun revisionismo storico che possa cancellarla”, ma “chi oggi paragona la stagione che stiamo vivendo alla stagione fascista commette un errore straordinariamente importante perché nega la realtà. Noi non siamo in quella fase che dette il via alla stagione fascista. Ma questo non vuol dire che non dobbiamo avere il dovere della memoria. Un dovere che è un elemento fondativo nel Paese. Il fascismo appartiene a passato, sì. Però attenzione, quelle idee sono da combattere ancora oggi. E quando qualcuno spara nelle strade del nostro Paese, e spara avendo sul comodino il Mein Kampf, non dobbiamo sottovalutare la grave emergenza educativa che sta alla base del disastro che abbiamo visto”.
Riferendosi agli scontri di Piacenza, ha aggiunto: “Chi in nome dell’antifascismo picchia un carabiniere non è antifascista, è un criminale. Chi picchia le forze dell’ordine in nome dell’antifascismo, non merita niente della nostra attenzione. I nostri valori sono quelli che i bambini di Sant’Anna hanno dovuto apprendere sulla loro pelle, messi contro un muro dalla furia disumana e omicida”.
Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, ha dichiarato: “Accanto al monumento che ricorda le vittime della strage di Sant’Anna di Stazzema c’è la bandiera dell’Europa. Perché l’antifascismo non è solo un dovere per il nostro Paese che lo ha vissuto, ma è anche uno dei principi fondamentali alla base della storia di pace e progresso del nostro continente. Oggi siamo venuti qui con Matteo Renzi e il gruppo dirigente del Partito Democratico a ribadirlo. Non abbiamo paura di usare le parole che servono e cioè che siamo antifascisti e crediamo negli insegnamenti della storia. Solo coltivando il ricordo e trasmettendo ai giovani i valori dell’antifascismo possiamo mettere al sicuro la nostra democrazia. Non perché ci sia un pericolo imminente ma perché senza memoria il futuro è sempre a rischio”, conclude.
Il ministro Graziano Del Rio si è espresso riguardo le parole del leader leghista: “Salvini con la battuta sull’anagrafe canina? Credo che chi viene qui capisca che le battute sono fuori luogo. Sono fuori luogo perché qui sono morte centinaia di persone, sono state trucidate donne e bambini inermi, con una violenza diabolica. Quindi chi fa battute su questi argomenti dovrebbe prima venire qui. Abbiamo bisogno di onorare i nostri morti – ha aggiunto – perché loro ci hanno garantito la libertà, hanno garantito questi martiri 70 anni di pace all’Europa e quindi all’Italia, dal loro sangue è nata la Costituzione, sono nati i valori repubblicani ed i valori dell’antifascismo. Avere memoria, avere coscienza degli avvenimenti tragici di queste montagne, qui, come a Marzabotto, nella mia terra, dove il nazismo ed il fascismo hanno commesso crimini orrendi contro donne e bambini, vuol dire ricordare e ricordando vuol dire essere attenti che non ritorni più nessun seme di odio e di razzismo”.
Il ministro dell’Agricoltura e vicesegretario del PD, Maurizio Martina, dopo la sottoiscrizione, ha detto: “Per noi è cruciale essere qui oggi, ribadire con grande determinazione il nostro impegno antifascista, contro ogni violenza, intolleranza. Abbiamo visto in queste settimane quello che è accaduto in giro per il Paese, le sottovalutazioni che alcuni ancora raccontano di questo fenomeno. Siamo qui – ha proseguito – perché le nostre radici affondano in queste tragedie e ricordare è il primo atto fondamentale, la memoria è il primo atto di cittadinanza che vogliamo manifestare. E poi c’è la dimensione della cittadinanza. Se siamo qui anche con tanti ragazzi è perché vogliamo ancora una volta dire che la Costituzione è il nostro faro ed i suoi valori, i valori antifascisti scolpiti nella Carta costituzionale, sono il nostro riferimento anche per il futuro”.
Il ministro, rispondendo ad una domanda su Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha associato l’anagrafe istituita dal comune versiliese a quella canina, ha dichiarato: “Ho provato sinceramente imbarazzo per lui e purtroppo però non mi stupisce perché un leader politico che non fa una riflessione rispetto a quello che nel suo movimento si sta generando in questo ultimo periodo, e traduce solo in propaganda violenta la sua campagna elettorale, credo che non sia un leader all’altezza di questo Paese. Siamo qui anche per testimoniare che c’è un’alternativa a tutta questa deriva”.
 Presente anche il ministro dell’Istruzione Martina Fedeli, rispondendo anche lei ad una domanda dei giornalisti sul leader di Lega Nord, ha affermato: “Vorrei invitare veramente Salvini a ragionare, a venire qui, a confrontarsi con i superstiti, conoscere la storia, conoscere anche la nostra costituzione. L’anagrafe antifascista che qui si firma è esattamente mettere di nuovo una firma sotto la nostra costituzione. Quindi, ogni cittadina e cittadino italiano, ogni persona che vive nel nostro Paese dovrebbe rispettare i valori della nostra Costituzione. Lui, che vuole rappresentare una parte di questo Paese, dovrebbe sapere e dovrebbe in realtà dire che è orgoglioso di venire qua a sottoscrivere l’anagrafe antifascista”.
Anche il ministro Andrea Orlando ha sottoscritto oggi l’anagrafe antifascita ed ha dichiarato: “I rigurgiti fascisti mi spaventano oggi come mi hanno sempre spaventato perché sul fascismo la storia avrebbe già dovuto scrivere parole definitive mentre invece se c’è ancora chi si richiama a quelle ideologie, direttamente o indirettamente, è evidente che la nostra strategia non è stata sufficiente e quindi si tratta oggi di essere, forse anche più del passato, intransigenti e costruire un fronte più largo. Perché l’antifascismo non deve essere il monopolio di questa o quella forza politica ma deve essere un elemento che caratterizza tutte le forze politiche. La nostra Repubblica ha retto perché questo dato è stato sostanzialmente conservato. Se questo dato viene messo in discussione – ha aggiunto il ministro -, non solo da chi si richiama al fascismo, ma anche da chi nega la pericolosità del fascismo, questo edificio rischia di scricchiolare e noi non ce lo possiamo permettere”.
“Ci fu una discussione molto lunga alla costituente se definire la nostra Repubblica come a-fascista o antifascista – ha anche ricordato Orlando parlando sempre coi giornalisti -. Si decise poi per l’antifascismo perché la Costituzione doveva essere scritta come antitesi totale al regime che era appena caduto. Quindi non è il tratto di una parte, ma un tratto di tutti gli italiani che si riconoscono nella Repubblica ed importante essere qui perché questo aiuta ad evitare mistificazioni. Il fascismo non fu soltanto una dittatura sanguinaria, fu anche il regime del tradimento perché fu la forza che apri’ la strada all’invasione nazista e fu complice delle peggiori atrocità qui, come a San Terenzo Monti o Marzabotto”.
“A Salvini dico solo attenzione – ha continuato Fedeli-. Aver fatto quella affermazione significa non conoscere e non valorizzare i valori della nostra costituzione, che permettono a ciascuno di noi, e quindi anche a lui, di dire liberamente la propria opinione”. Per il ministro, “è un errore disconoscere la storia del nostro Paese. Chi disconosce la nostra storia non ha la capacità di portarne avanti i valori di convivenza civile e democratica”.
Da Palazzo Vecchio, il sindaco di Firenze Dario Nardella, ha annunciato: “Firenze si iscriverà all’anagrafe antifascista, aderiremo alla proposta del sindaco di Stazzema; credo sia un segnale forte. L’idea che il fascismo possa riprodursi tale e quale a ciò che è stato credo sia infondata – ha spiegato -. Gli aspetti negativi sui quali fascismo e nazismo si sono costruiti possono riproporsi: intolleranza, discriminazione, odio sociale che diventa odio razziale. Quindi non bisogna abbassare la guardia”. Per Nardella, “le cose disumane vissute da Europa, Italia possono nuovamente tornare. Il vento che spira oggi in Europa e in Italia è un vento di odio, violenza, intolleranza”.

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