Ven 19 Apr 2024

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Prato, Guardia di Finanza sequestra beni per 4 milioni

L’operazione delle fiamme gialle di Firenze ha colpito due coniugi accusati di auto-riciclaggio attraverso la creazione di imprese fasulle che venivano poi sciolte

Nella mattina di oggi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Firenze hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare nei confronti di 2 coniugi di nazionalità cinese (rispettivamente di 40 e 35 anni, residenti entrambi in nel Comune pratese di Carmignano), responsabili del reato di auto-riciclaggio di somme di denaro derivanti da reati di natura tributaria (ex D. Lgs. n. 74 del 2000). Il provvedimento giudiziario, emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze – dott.ssa Anna D. Liguori, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo Dott. Giuseppe Creazzo, ha disposto, altresì, il sequestro di beni immobili (tra cui quote societarie del prestigioso esercizio commerciale “CORSI”, sito nel centro storico di Prato) e mobili (conti correnti ed autoveicoli) per oltre 4 milioni di euro.

L’attività investigativa è iniziata nel 2009 a seguito di controlli ispettivi di natura economico-finanziaria, svolti dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Firenze anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, nei confronti di alcune società intestate o riconducibili indirettamente ai menzionati soggetti indagati. Il sistema evasivo attuato dai 2 coniugi prevedeva la costituzione seriale di aziende “fantasma” (intestate anche a persone rivelatesi delle “teste di legno”), dedite alla produzione di articoli di pelletteria e nella gestione di ristoranti siti nei comuni di Firenze e di Prato. Le aziende “fantasma”, dopo aver operato per alcuni anni completamente “in nero”, scomparivano improvvisamente ed erano sostituite da nuove aziende che avrebbero avuto il medesimo ciclo operativo. Tale condotta ha permesso un’evasione verso l’Erario quantificata a complessivi 4 milioni di euro. Tali somme, oltre ad essere impiegate in attività economiche nella Provincia di Firenze e Prato, sono state trasferite in Cina, in violazione della normativa antiriciclaggio.

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